Un angolo di Lucania a Mompalà

18 maggio 2024 | 12:50
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Un angolo di Lucania a Mompalà
Il pranzo alla Cascina Mompalà

L’esperienza nella cascina di Francesco e Giusi permette a chiunque lo voglia di riconnettersi con il proprio cuore e i propri pensieri per diventare costruttore di ponti umani e culturali

Mompalà è un angolo di Piemonte circondato dal verde, nel comune di Piossasco. Qui hanno scelto di vivere Francesco Colucci e Giusi Pappalardo, di professione infermieri. Lui ha origini lucane, lei siciliane, anche se sono nati all’estero. Tolta la divisa, Francesco e Giusi si dedicano, nella loro cascina, al progetto di azienda agricola biologica che porta appunto il nome di Mompalà. Alla produzione di miele, latte, frutti di bosco, legumi, uova e tanto altro hanno affiancato la costruzione di ponti: umani e culturali. Il concetto di biologico in questo luogo va oltre quello che si coltiva. È un concetto più ampio che caratterizza il vivere quotidiano e il rapportarsi all’altro.

Anfiteatro Mompalà

Mompalà

Ed è con questo intento che è nato l’Anfiteatro Mompalà, uno spazio naturale che diventa luogo di incontro e riflessione con artisti, intellettuali, scrittori e giornalisti negli eventi organizzati e curati Francesco e Giusi.

La partecipazione nella cascina Mompalà è uno stile di vita. Qui tutti si offrono all’altro con quello che hanno nel cuore o sanno fare. Il figlio di Giusi e Francesco, Gabriele, 20enne studente in Giurisprudenza, dopo essere uscito con gli amici e aver dormito solo pochissime ore, di buon mattino ha caricato i prodotti dell’azienda ed è andato al mercatino di Piossasco.

Domenico, 81 anni è il padre di Francesco. Appena maggiorenne ha lasciato Accettura per andare a lavorare in Germania, dove ha vissuto fino a pochi anni fa. Lì per tutti era Dominik, l’uomo affidabile e mai stanco che prima di iniziare la sua giornata di lavoro in un’azienda edile, alle 4 del mattino era già pronto per andare spalare la neve e farsi così quattro ore di lavoro aggiuntivo. Dominik racconta che quello “straordinario” gli ha permesso di poter tornare in Italia “con le tasche piene”. E il frutto di quella fatica “anche sedici ore al giorno”, lo ha investito qui in Piemonte non dimenticando però da dove è partito.

Domenico Colucci a 18 anni

Mompalà

Il Monviso che ci guarda ancora innevato fa da testimone al flusso di ricordi che Dominik condivide con tutti noi. In un italiano fluente in cui però infila anche parole in tedesco riesce a catalizzare l’attenzione di tutti, anche Ruth ed Elise, giovani statunitensi venute qui per un esperienza di studio e lavoro, lo ascoltano ammirate. Nel raccontare il suo passato, Domenico non precipita mai nell’abisso della nostalgia. Ha ancora tanta voglia di fare e basta osservarlo durante il giorno, mentre si prende cura delle mucche e delle capre, per notare la sua vitalità.

Domenico con le sue mucche e le sue capre

Mompalà

Chiunque arrivi a Mompalà entra a far parte di una famiglia senza mai sentirsi ospite. Il pranzo all’aperto è l’occasione per conoscerci meglio, e assaporare il buon cibo preparato da Giusi. Al termine tutti di nuovo al lavoro per preparare l’evento che si terrà nel pomeriggio.

Mompalà

Francesco è un visionario che non si ferma mai: dal lavoro agricolo a quello intellettuale il suo sogno uscito dal cassetto è quello di connettere mondi e culture diverse e creare confronto, dibattito. Quest’anno organizzare gli eventi dell’Anfiteatro Mompalà è stato più difficile a causa della pioggia ma, Giusi e Francesco non si sono arresi. E così tutto prende forma: il talk, pensato per parlare di giornalismo territoriale mette a confronto la nostra testata e l’Eco del Chisone, diretto da Paola Molino. C’è poi l’omaggio a Rocco Scotellaro, poeta e intellettuale di Tricarico che all’Anfiteatro Mompalà passa attraverso la presentazione del libro di Michele Finizio “Rocco Scotellaro. Tra l’alba che non arriva e l’erba che più non trema”. Francesco Colucci e lo scrittore Mauro D’Aveni conducono in modo impeccabile il dibattito a cui segue il breve concerto di Giulia Firpo, accompagnata alla chitarra da Fabrizio Fortunato. Prima di iniziare, Giulia si rammarica di non poter esibirsi come avrebbe voluto a causa di una raucedine improvvisa che tuttavia rende ancora più intensa la sua esibizione.

Giulia Firpo e Fabrizio Fortunato

Mompalà

L’apericena finale, preparato con quello che qui si produce, è il momento dello scambio e dei ricordi. Domenico, accompagnato alla chitarra da Fabrizio, intona le canzoni “di un tempo” intervallando il canto con il suo racconto di lucano emigrato in Germania. Dominik canta sempre, soprattutto quando incontra un dispiacere, un momento di crisi. Canta appena sveglio, canta lavorando. Ha una voce interessante con un timbro caldo e lirico. Fa parte del gruppo di artisti di strada che si esibisce nel centro di Torino, ma lui i soldi dal cappello non li prende, ce li mette, perché dice “per me è un dono cantare”. Dominik è amato da tutti, perché ispira fiducia, è onesto, allegro, rispettoso e sa indossare con dignità la sua lucanità.

Domenico Colucci

Mompalà

Nella cascina di Giusi e Francesco il tempo non è denaro ma è uno spazio che permette a chiunque lo voglia di riconnettersi con il proprio cuore e i propri pensieri per diventare costruttore di ponti umani e culturali. Il tempo qui è scambio di parole mai urlate, emozioni e ricordi.