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Stellantis Melfi: “si lavora sempre meno e con “discriminazioni”

3 maggio 2024 | 20:34
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Stellantis Melfi: “si lavora sempre meno e con “discriminazioni”

Parla un operaio: “Rotazione ‘fasulla’. Intervenga l’Ispettorato del lavoro”

“C’è chi lavora quasi sempre e chi quasi mai, non è giusto”, ci aveva detto un operaio qualche mese fa. Con il caso limite di chi, a febbraio, aveva lavorato solo “4 giorni”. Tutto più volte ripreso su queste pagine. Il riferimento va alla ‘Cassa integrazione a rotazione’ applicata pro domo sua dall’azienda. Da quando è stata tolta la notte, cioè dal mese di gennaio, era inevitabile ricorrere a questa misura, per altro concordata con i sindacati. Il senso era garantire a tutti più o meno le stesse giornate di lavoro, anche quando ce n’è poco e gli operai sono tanti.

Il punto è che le cose sono andate in modo diverso da come annunciato. “Nella realtà – spiega oggi quello stesso operaio – qualcuno ha lavorato quasi sempre, anche quando non gli spettava, mentre qualcun altro è rimasto a casa per lunghi periodi, con un effetto immediato sulla busta paga”. Meno giorni di lavoro, busta paga più leggera. E resa ancora più leggera già dall’eliminazione del turno di notte, che è quello che prevede le ‘maggiorazioni’ che poi pesano sullo stipendio finale.

Con il ritorno delle maestranze da Pomigliano, poi, la rotazione è diventata ancora più necessaria oltre che complicata. Con delle corsie preferenziali, però, che avrebbero agevolato alcuni a scapito di altri, secondo una logica ritenuta ‘arbitraria’ e ‘iniqua’. “Chi avrebbe dovuto vigilare sulla corretta applicazione della Cassa a rotazione erano i sindacati”, attacca il lavoratore di Melfi. “Ma quei controlli non ci sono stati, nessuno ha vigilato, quindi a questo punto chiediamo che siano fatti i dovuti controlli da parte dell’Ispettorato del Lavoro. Solo così emergerebbe quanto stiamo denunciando ormai da 3 mesi”. Da queste parole si evince con sempre maggiore vigore anche la mancanza di fiducia degli operai ‘semplici’ nei confronti delle segreterie sindacali di categoria e anche degli stessi rappresentanti sindacali in azienda. “E’ inutile prenderci in giro, loro (i sindacati, ndr) sanno benissimo come stanno le cose, ma non hanno fatto niente. Così in fabbrica, tra i lavoratori, c’è chi mangia a quattro bocconi e chi è quasi a stomaco vuoto”.

Perifrasi, quest’ultima, che evidenzia, qualora ce ne fosse bisogno, la “discriminazione” a cui sarebbero stati costretti quegli operai che in fabbrica venivano chiamati un ‘solo’ giorno a settimana, a dispetto di colleghi che invece scendevano anche quando, da calendario, sarebbero dovuti stare a riposo. Ma c’è un altro aspetto che starebbe venendo fuori nelle ultime settimane. Qualcuno sarebbe già ricorso “agli avvocati” per segnalare all’azienda il trattamento discriminatorio, e le giornate di lavoro perse per scelta dei vertici e non certo del lavoratore. Se e in che modo il caso potrà avere risvolti nei mesi a venire, non è facile capirlo. Fatto sta che, vista l’aria che tira, e visto che la Cassa a rotazione potrebbe proseguire per molto tempo, ora la sua effettiva ed equa applicazione sarà tenuta sotto controllo. Niente più Cassa a rotazione “fasulla”, in sostanza, ma più controlli e più equità. Questa la rivendicazione di chi sarebbe rimasto “a stomaco vuoto”, o quasi.