Potenza al voto: lo scontro tra le “armate brancaleone”
La città, con Guarente sindaco, è diventata ancor più di prima una città né carne né pesce, senza un’identità e senza un chiaro destino. Si riparte con la guerra tra ombelichi
“Il Partito democratico converge sulla candidatura a Sindaco dell’avv. Vincenzo Telesca. Siamo convinti che per competenza ed esperienza sia il profilo più adatto per contendere la guida della città capoluogo ad una destra che ha mortificato la città in questi 5 anni. Tale proposta raccoglie l’indicazione del gruppo dirigente del Pd nella certezza che il percorso indicato raccoglierà il massimo consenso.” Lo dichiara oggi il segretario regionale del Pd, Giovanni Lettieri, in una nota alla stampa. E il resto? A sfidare Guarente saranno, forse, Antonio Smaldone in solitaria con qualche lista civica se va bene; Angela Pignatari sostenuta da Basilicata Possibile insieme con Alleanza Verdi-Sinistra; il M5S con un proprio candidato. Ma le trattative per allargae la coalizione intorno a Vicenzo Telesca sono ancora aperte nel tentativo di coinvolgere sia i pentastellati sia la sinistra.
Ma qualcosa non torna. Sulla città tornano a scontrarsi pezzi di potere travestiti da partiti politici. Non ci spieghiamo il sostengo di Basilicata Possibile a Angela Pignatari che, a quanto ci riferiscono fonti interne ai Dem sarebbe gradita a quella parte del Pd legata ai vecchi tempi. Ma sarebbe anche legata a Margiotta, a Perretti, e al solito circuito di amicizie intorno a imprese e politica. Tuttavia, nel Pd la spunterebbe Vincenzo Telesca che, sempre secondo fonti interne ai dem, sarebbe gradito a Antonello Molinari e Angelo Chiorazzo e a Vito De Filippo, mentre Vito Santarsiero preferirebbe Smaldone. Non sappiamo quanto queste considerazioni siano fondate, fatto sta che a naso pare sia in atto la solita guerra tra gruppi autoreferenziale. Non a caso ecco Santarsiero all’attacco.
Un centro sinistra che si presenta in ordine sparso rende più facile la strada per un Guarente bis. La qualcosa sarebbe l’ennesima “tragedia” provocata da una compagine di “sinistra” che mette in competizioni ombelichi anziché idee e prospettive per la città.
Anche in questa competizione elettorale emergono chiaramente scontri tra interessi. Gli appetiti sulla città sono cresciuti in questi cinque anni, anche per causa della crsi di astinenza di alcuni personaggi avvezzi a mettere le mani sulla città come fosse cosa loro.
In questi anni di amministrazione Gurente la città è peggiorata, una città alla Brancaleone, vittima di se stessa, delle sue inutili e dannose presunzioni, incapace di scorgere un percorso di cambiamento e di guidarlo. E’ diventata ancor più una città né carne né pesce, senza un’identità e senza un chiaro destino. Staremo a vedere nei prossimi giorni se emergerà una proposta di alternativa seria sia a Guarente sia a quelli che vorrebbe sostituirlo per fare le stesse cose o peggio.