Accordo Stellantis-Leapmotor: in Italia sale la ‘febbre cinese’ per i modelli elettrici in arrivo

14 maggio 2024 | 21:35
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Accordo Stellantis-Leapmotor: in Italia sale la ‘febbre cinese’ per i modelli elettrici in arrivo

Saranno due i modelli che sbarcheranno in Europa e in Italia a partire da settembre. Paura e richiesta di chiarimenti al Governo da parte dei sindacati. Cosa accadrà a Melfi dove dovrebbero essere realizzati 5 modelli elettrici entro il 2026?

È la notizia del giorno, annunciata dall’ad di Stellantis (Tavares) nel corso di una conferenza stampa insieme a Zhu Jianming, del Gruppo cinese Leapmotor. A partire da settembre i primi due modelli elettrici ‘cinesi’ giungeranno in nove Paesi europei, compresa l’Italia. La notizia era nell’area da diversi mesi, visto che a ottobre scorso Stellantis è diventata azionista di Leapmotor con un investimento di 1,5 miliardi. Ma l’ufficializzazione, oggi, dell’arrivo dei primi 2 veicoli cinesi a partire da settembre 2024, ha comunque generato una piccola ‘scossa’ nelle segreterie dei sindacati di categoria nazionali.

“Il susseguirsi di notizie confuse e contraddittorie su Stellantis e sul possibile coinvolgimento di un produttore cinese conferma l’assoluta necessità di un incontro chiarificatore sia con i vertici della multinazionale, sia con i vertici del Governo”, ha affermato Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, responsabile del settore auto.  “Chiediamo che la produzione e l’assemblaggio dei modelli Leapmotor siano realizzati negli stabilimenti Stellantis italiani e che sia convocato il tavolo alla presidenza del Consiglio”, gli ha fatto subito eco, Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom Cgil. E subito viene in mente l’annuncio del Governo Meloni, e in particolare del ministro al Made in Italy (Urso), che qualche mese fa aveva annunciato, la volontà del Governo di chiamare in causa un nuovo ‘produttore’ di automotive in Italia per sfondare la soglia del milione di auto prodotte all’anno.

In molti avevano immaginato che il ‘competitor’ potenziale potesse essere proprio del Paese del Sol Levante. A molti era parso un annuncio fumoso. Ma la mossa di Tavares e di Stellantis di entrare nell’asset strategico di Leapmotor ad ottobre scorso e il rilancio delle ultime ore con “7 nuovi modelli” entro il 2017 e “2” da far arrivare nei Paesi europei, compresa l’Italia, a partire dal prossimo settembre, pare aver preso decisamente in contropiede sia i sindacati, sia lo stesso Governo, che ad ora non ha commentato l’annuncio di Tavares. Proprio Tavares ha però provato a mettere subito le mani avanti affermando che “valuteremo caso per caso se esportare dalla Cina o usare gli stabilimenti produttivi Stellantis nelle varie regioni”. Espressione ambigua che finisce per buttare altra benzina sul fuoco, specie in Italia, dove a rischio, per ora, ci sarebbero diverse decine di migliaia di posti di lavoro, col passaggio all’elettrico. Vista dallo stabilimento di Melfi, inoltre, dove è già in fase di sperimentazione un nuovo modello elettrico (Ds 8), che dovrebbe essere presentato in estate, e dove nei prossimi due anni si parla di altri 4 modelli, tutti elettrici, tranne uno, ibrido, la corsa cinese fa paura.

Se a Melfi si sta lavorando alle nuove piattaforme e linee per auto elettriche, che ruolo avrà in prospettiva il sito industriale lucano, visto l’arrivo sul mercato delle auto elettriche cinesi? Tanti gli interrogativi, in attesa delle risposte e di una presa di posizione chiara del Governo Meloni e del suo ministro al Made in Italy, Adolfo Urso. Intanto, metaforicamente, è già ‘febbre cinese’. Destinata a salire nelle prossime settimane.