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Stellantis, operai di Melfi delusi: “A Pomigliano resta solo chi ha lo sponsor”

4 aprile 2024 | 10:18
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Stellantis, operai di Melfi delusi: “A Pomigliano resta solo chi ha lo sponsor”
Trasfertisti di Melfi a Pomigliano

C’è sconforto tra i trasfertisti fatti rincasare a Melfi prima di Pasqua. Rientrano in 60, ne restano lì altri 400. Lo sfogo: “Lavoravamo e guadagnavamo bene in Campania. Ci hanno illusi. Lì restano solo i più furbi. E i più…”

Nella strana giostra di Stellantis, c’è chi scende e c’è chi sale. Ma c’è soprattutto chi resta al palo. “Ingannati da chi è più furbo”, grida qualcuno. Parliamo delle trasferte “obbligatorie” imposte lo scorso agosto ai lavoratori di Melfi in direzione Pomigliano, su Panda e Tonale. “Qua in Campania c’è chi è stato richiamato a salire, allo Stampaggio, solo il 20 marzo, ma per riduzione di turno deve rientrare a Melfi dopo la prima settimana di aprile”. In questa “giostra impazzita”, ora a piangere sono gli ultimi rientrati a casa per Pasqua, a fronte di 400 operai di Melfi confermati, stando alle news, fino a luglio, sulle linee campane.

“Ma sai che significa prendere 1000 euro in più al mese più stipendio pieno”, sono i ragionamenti tra gli ultimi 60 fatti rientrare a Melfi, in fretta e furia, nella settimana santa, il venerdì prima di Pasqua. Operavano alla Lastratura, Verniciatura, al Montaggio. “Addirittura a qualcuno di noi il capo di Pomigliano aveva assicurato solo due giorni prima che ci avrebbero riconfermato fino a luglio”. E invece, “proprio giovedì scorso è arrivato il contrordine. Ritornerai a casa. Non posso farci niente”. Questo avrebbe risposto il capoturno al “malcapitato”, che sottolinea: “All’inizio non ci volevamo neanche andare, ma ora, dopo 7 mesi, mi è venuto un nodo in gola a lasciare quella camera d’albergo”. Dalla sera alla mattina, rientro a casa e colomba amara per una sessantina di operai. “É normale – aggiunge la nostra fonte – dopo 7 mesi mi sento preso in giro, avrebbe fatto piacere anche a me stare fino a luglio. Qui si lavorava molto meglio che a San Nicola, meno accanimento da parte dei capi, meno controllo e condizioni di lavoro più invitanti. E poi lo stipendio pieno, e poi 1000 euro in più al mese. É chiaro che uno si fa i conti, valuta i pari e dispari”.

In tutto ciò, però, ed eccoci ai rumors, chi è rientrato la scorsa settimana si sente ingannato da un sistema che gli sembra ricalcare quello sperimentato tra le linee di Melfi in tutti questi decenni. L’operaio si apre: “A Pomigliano sono rimasti solo quelli più sponsorizzati, quelli che sono riusciti a fare meglio quell’operazione di lecchinaggio che conosciamo bene, a pennello, da così tanti anni, noi che lavoriamo a Melfi”. A suo dire non sono solo la capacità lavorativa e i meriti, ad aver favorito i “400” prescelti di Melfi che continueranno ad affollare linee e alberghi dell’area partenopea. E che continueranno soprattutto a percepire buste paga più corpose. Almeno per un po’. “A un certo punto, quando il capo di Pomigliano mi ha detto che dovevo tornare a Melfi, mentre due giorni prima aveva fatto capire che sarei rimasto, ecco, in quel momento ho aperto gli occhi e ho capito”, confessa il lavoratore. Stando sempre alle sue sensazioni, anche questa volta, sull’asse Melfi-Pomigliano si sarebbe giocata la “solita” partita, tra corsie preferenziali e gruppi che si mettono d’accordo. “C’ è sempre chi è più dritto degli altri per motivi che sfuggono ma che si possono comprendere”, è il suo messaggio nella bottiglia. C’è rammarico e amarezza tra chi è appena tornato. E ce ne sarà anche tra coloro che, con ogni probabilità, rientreranno la prossima settimana, dopo che gli era stato detto di ritornare a Pomigliano, solo tre settimane fa.

“Una giostra impazzita”, sembra quella su cui viaggiano i trasfertisti di Melfi di stanza in Campania. Tra false partenze e strani rientri. Fatto sta che c’è chi sta piangendo davvero in questa settimana post pasquale. “Lo dicono tutti, piangi due volte quando vai a Napoli. Piangi quando arrivi, e piangi quando te ne vai”, confessa ancora il lavoratore. Lo stato d’animo è chiaro e brucia “assai” il rientro. “Sì, è vero, non lo posso negare”, annuisce la nostra fonte. “Stavamo bene”. E non c’è “Verniciatura” che tenga, verrebbe da dire. La promessa non mantenuta “brucia”…’Adda passa’ a nuttat’. E poi già si riparte. Questa volta a Melfi.