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Senza reddito si perde ogni speranza. Meloni ha sbagliato

5 aprile 2024 | 20:30
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Senza reddito si perde ogni speranza. Meloni ha sbagliato

La “Pasqua povera” di un ex percettore del reddito di cittadinanza. “Il nuovo programma Gol è una chimera. È una via crucis entrarci. Una piattaforma a ostacoli”

“La Meloni ha usato il pugno di ferro solo con i più deboli”. Ne è sempre più convinto Franco, 52 anni, ex percettore di reddito di cittadinanza che ancora non è riuscito a entrare nella complessa piattaforma che gli consentirebbe almeno di partecipare ai corsi del progetto Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) e percepire per un anno 350 euro al mese. A Pasqua non è uscito di casa. Ha evitato le feste.

“C’era poco da festeggiare con le tasche vuote”, taglia corto lui, con sguardo basso. E poi racconta la sua trafila. “Sono mesi che cerco di entrare in questa benedetta piattaforma, sto perdendo la voglia e la speranza”, si lascia sfuggire. “Dopo due passaggi all’Ufficio del Lavoro di Melfi, ho chiesto supporto al Caf, e all’inizio neanche loro avevano ben capito come fare per accedere alla piattaforma”. Ma tra le cose più tragicomiche che ha vissuto, c’è l’incontro con gli operatori di una agenzia interinale, passaggio indispensabile. “Per entrare nel programma devi accedere a tre agenzie interinali. La prima volta che sono andato in una di queste, mi hanno dato dei fogli e mi hanno detto: ‘È facile, devi solo seguire il ‘piano guida’ ed è fatta”. Nella realtà, invece, chiedendo aiuto al sindacato, a due Agenzie è riuscito ad accedere, seppur con difficoltà, ad una terza, invece, neanche gli operatori di quell’Istituto ci sarebbero riusciti.

“Ora aspetto, forse per la settimana prossima riuscirò a risolvere”, prova a farsi coraggio Franco. Il quale però, su chi ha gestito questo programma su base nazionale, un’idea se l’è fatta. “Se una persona è in difficoltà ed è fuori dal mercato del lavoro da diversi anni, ma secondo voi può avere tutte le abilità informatiche richieste da chi ha fatto la nuova legge? Ma si poteva semplificare un po’? Non è mica una laurea”.

Dubbi legittimi, espressi da chi, a partire da luglio scorso, data di scadenza del vecchio Rdc, ha perso ogni sostegno. Ma è una fase in cui evidentemente il sostegno ai più poveri non è più una priorità.  È una macchia indelebile l’essere in difficoltà. Altri due concetti vuole esprimere, Franco, pur convinto che, a fini pratici, poco cambierà.

“Ora che su due Agenzie interinali sono presente con procedura multimediale – fa notare – vi assicuro che proposte di lavoro comunque non me ne sono arrivate”. Sud depresso, Lucania madre della povertà, ma solo per alcuni. Poi un altro pensiero passa per la mente a Franco: “Ma vi siete chiesti come mai negli ultimi mesi sono così aumentati furti e rapine, in una escalation continua?”. E conclude, abbozzando un sorriso: “Certo, chi non è abituato a rubare difficilmente lo farà, sono cose che non si apprendono ad una certa età “. Eppure le condizioni ostili, è il sottinteso, possono spingere a gesti sbagliati, anche inconsulti.

Questa è la povertà, in sintesi. Ma da diverso tempo pare non fregare più a nessuno delle fasce sociali più esposte a rischi, quelle dei cosiddetti ‘esclusi’. Non se ne occupano le agende politiche, se non strumentalmente e magari sotto elezioni. Tuttavia è un grosso cono d’ombra. Sottovalutato. Destinato ad esplodere, prima o poi.