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Elezioni Basilicata. “Il non voto non è da irresponsabili”

9 aprile 2024 | 10:19
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Elezioni Basilicata. “Il non voto non è da irresponsabili”
Dino De Angelis

“Bisognerebbe non limitarsi semplicemente a disertare le urne, ma a fare di questa silenziosa protesta individuale, una rumorosa protesta pubblica”

Di seguito la riflessione di Dino De Angelis, sul non voto alle prossime elezioni regionali della Basilicata

“Dico che non se la possono cavare così, ancora una volta. Molti, troppi, a dir poco delusi dalle ennesime supercazzole con scappellamento a destra, non andranno a votare. E ciò spingerà i famosi commentatori del voto ad accomunare costoro come irresponsabili, manchevoli di interesse nei confronti della vita democratica, gente che non sa quanti sacrifici siano stati fatti per ottenere libere elezioni. Vorrei darvi una notizia: vi state sbagliando.

Quel diniego sempre più diffuso lungo tutto l’arco nazionale di recarsi a barrare un partito su una scheda, va visto invece come palese impossibilità di riconoscersi nelle proposte, e ancor prima, nella credibilità degli uomini e delle donne scelti per rappresentare le istanze dei cittadini.
Nel corso delle ultime consultazioni, molti che cercavano di fare il proprio dovere recandosi alle urne, usavano espressioni tipo: “tapparsi il naso” e scegliere “il meno peggio”. La verità è che molte di quelle persone vorrebbero poter prendere parte alla consultazione elettorale con gioia, scegliendo quegli uomini e quelle donne, quelle idee e quei valori nei quali fortemente si rispecchiano. Ma questo ahimè, non succede più da molto tempo. Bisognerebbe allora non limitarsi semplicemente a disertare le urne, ma a fare di questa silenziosa protesta individuale, una rumorosa protesta pubblica.

Non è più accettabile votare i giochi di potere decisi altrove e ribaltati verso questa regione di disgraziati, colpevoli solo di essere nati in un territorio ricchissimo ma con la percentuale di povertà tra le più elevate del paese. Bisognerebbe dire a questa gente non più in maniera isolata, ma manifesta e sonora, che i cittadini meritano risposte reali e misurabili, che i poveri urlano grida che nessuno sente, che i rapporti Caritas sono sempre più drammatici, che è arrivato il momento di pensare veramente ai bisogni e non alle corse alla poltrona.

Poiché la democrazia è fatta di numeri, ecco che questi numeri dovrebbero iniziare a diventare una massa critica consapevole, da decenni orfana di riferimenti in grado di dare soluzioni e non semplici enunciazioni di problemi. E se il “partito del non voto” risulta essere il primo partito del paese, ebbene lo si trasformi in una massa critica con tanto di anagrafe pubblica a cui si iscrive chi vuole manifestare la propria volontà di non esercitare il diritto di voto non per sciocco disinteresse, ma semplicemente perché non desidera partecipare al macello al quale viene sottoposto da troppo tempo da partiti e colazioni inadatti e autoreferenziali. Dino De Angelis, scrittore