Criminalità organizzata nel Metapontino: 14 arresti per traffico e spaccio di droga
In azione numerosi agenti e mezzi tra Policoro e gli altri comuni della costa jonica: 24 misure di custodia cautelare
Quattrodici persone sono state arrestate e condotte in carcere nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza e condotta dalla Polizia. Per altre 10 persone è stato disposto l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.
L’attività investigativa, in particolare, è stata effettuata dalla Sisco e dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Potenza e Matera, e Commissariato di Policoro, con il supporto e la collaborazione degli agenti delle Squadre Mobili di altri capoluoghi d’Italia e dei Reparti Prevenzione Crimine “Basilicata”, “Calabria Centrale” di Vibo Valentia, “Calabria Settentrionale” di Cosenza, “Calabria Meridionale” di Siderno.
I dettagli dell’operazione sono stati illustrati dal procuratore capo Francesco Curcio nel corso di una conferenza stampa. Le investigazioni della polizia giudiziaria sono state avviate nell’anno 2019 al fine di disvelare l’esistenza e l’operatività di una associazione criminale di tipo mafioso – da tempo dedita alle estorsioni e alla commissione di altri delitti contro il patrimonio e contro la persona attiva sul territorio del comune di Policoro facente capo alla famiglia “Mitidieri’, strettamente collegata al clan “Scarcia’ di Policoro al ricostruendo clan “D’Elia di Montescaglioso e al clan ‘Martorano-Stefanutti di Potenza, oltre che alle cosche della ‘ndrangheta calabresi e sodalizi mafiosi pugliesi.
Nel corso delle indagine è emersa l’esistenza di un’omologa associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, coincidente nella base soggettiva con la prima; entrambe le organizzazioni farebbero capo ai fratelli Mitidieri Vincenzo e Antonio (quest’ultimo nel frattempo deceduto per cause naturali), dedita alla compravendita di consistenti quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo “cocaina, “eroina’ ed “hashish’, nonché alla coltivazione, trasformazione e commercio della “marijuana’, con una imponente “piazza di spaccio” gestita sul territorio di Policoro, con un giro di clienti di circa 100 unità.
Numerose sono state anche le attività di riscontro effettuate nel corso delle indagini che hanno consentito di pervenire al rinvenimento e sequestro di droga e all’individuazione dei diversi canali di rifornimento delle sostanze stupefacenti, tra i quali è emerso — sempre in fase investigativa e quindi sulla base di elementi indiziari da verificare nel contraddittorio delle parti – il defunto “professore” Antonio Grieco (ucciso a Montescaglioso nel mese di maggio 2019) nonché ulteriori e specifici canali di rifornimento attivati con trafficanti altamurani, quali Davide Cavotta e Giuseppe Moramarco , il materano Eustachio cristallo, detto “Uccio’, ed infine il pugliese Raffaele Di Cosola. Per come emerso dalle indagini, inoltre, ulteriori canali di rifornimento delle sostanze stupefacenti sarebbero stati attivati anche con soggetti, che sulla base delle indagini svolte, risultano operanti nel quartiere “Japigia’ di Bari, giunti ripetutamente nella zona del metapontino per riscuotere le somme di denaro vantate per consegne eseguite anche a credito nei riguardi dell’indagato Nicola Mitidieri, detto “Nico”.
Nel corso delle indagini sono stati anche accertati e documentati i rapporti di forza e i contrasti sussistenti tra la famiglia ‘Mitidieri” ed altri gruppi operanti nella fascia jonico metapontina, quali alcuni soggetti legati alla famiglia “Schettino” di Scanzano Jonico e la famiglia “Galdino” di Policoro, in quest’ultimo emblematico richiamare il tentativo di omicidio, commesso da Antonio Gialdino nel mese di ottobre 2019 ai danni di Vincenzo Mitidieri, che fu gravemente ferito da alcuni colpi di arma da fuoco unitamente al sodale Mario Lorito (anch’egli destinatario di provvedimento cautelare di custodia cautelare in carcere in questo procedimento), a sua volta attinto da un colpo di arma da fuoco esploso da Antonio Gialdino, condannato con sentenza definitiva con l’aggravante del metodo mafioso.
Inoltre, l’indagine è stata arricchita anche dal contributo delle dichiarazioni etero ed auto accusatorie rese da alcuni collaboratori di giustizia che hanno consentito di consolidare la validità dei raggiunti nonché di acquisire, dall’interno degli stessi ambienti di criminalità organizzata, ulteriori elementi di conoscenza relativamente all’insieme dei fatti delittuosi accaduti anche con specifico riferimento, come nel caso di Giuseppe D’Elia, alle affiliazioni di tipo ‘ndranghetista con le relative doti criminali ricevute negli anni sia da Vincenzo che da Antonio Mitidieri.
In definitiva, si tratta di un esteso quanto grave ed eterogeneo quadro Investigativo, ricostruito sulla base di più “strumenti d’indagine” che hanno consentito di dimostrare in fase cautelare, l’esistenza di una associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, rispetto alla quale sono state accertate specifiche condotte illecite in relazione alla produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o ancora delitti di porto e detenzione di armi da fuoco il cui disvalore appare indubbiamente accresciuto dalla connotazione associativa del predetto sodalizio, avendo il Gip ritenuto non sufficientemente dimostrata la sussistenza del delitto di associazione mafiosa.
“Fatto salva la presunzione di innocenza- spiega il procuratore capo Francesco Curcio-le numerose misure restrittive adottate a valle delle indagini, sulla base di grave indizi di colpevolezza, che ovviamente dovranno essere vagliati in fase dibattimentale, rappresentano un ulteriore tassello della complessiva azione di contrasto alla criminalità organizzata lucana, che la Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, grazie all’encomiabile apporto delle forze di polizia, sta conducendo su un territorio, in cui la presenza della criminalità organizzata rappresenta una realtà che investe, in egual misura, le province di Potenza e Matera”.