Click day per assunzione lavoratori extracomunitari in agricoltura: quota inadeguata per la Basilicata
Cia auspica che si intervenga quanto prima sui piani triennali dei flussi d’ingresso, tenendo conto delle tempistiche effettivamente utili alle esigenze delle imprese agricole
Anche se le quote per i lavoratori extracomunitari stagionali per l’anno 2024 sono aumentate, per il click day si è ripetuta la solita storia: il numero delle domande ha ampiamente superato le quote messe a disposizione. Sono già 690 mila le domande presentate dai datori di lavoro durante i tre click day programmati nel mese di marzo scorso per far arrivare in Italia e assumere lavoratori stranieri, a fronte di 151 mila ingressi autorizzati dal governo per i flussi 2024. Il primo bilancio è stato tracciato dal Ministero dell’Interno.
In Basilicata la quota, però, si riduce a qualche centinaio di immigrati, rispetto ad un fabbisogno che solo in agricoltura nel pieno della stagione di grande raccolta (pomodoro, fragole, uva e olive) sfiora le 10mila unità. Cifra a cui si aggiungono richieste in edilizia per altre 5mila unità e nei servizi alberghieri e di ristorazione di almeno 4mila unità. E questo a fronte di migliaia di domande, se si considera che nel “click day” di dicembre 2023 le domande presentate sono state circa 6mila: precisamente 4 mila dal Materano dove è più forte la richiesta di lavoratori agricoli e stagionali e 2mila dal Potentino.
Da una prima ricognizione sul territorio che la vede tra le organizzazioni professionali agricole assegnatarie delle 41 mila quote per il settore agricolo e quello turistico alberghiero, la Cia-Agricoltori fa sapere che l’unica novità positiva è stata la prova di un portale ministeriale sicuramente più efficiente rispetto agli scorsi anni, ma la macchina amministrativa ancora registra notevoli ritardi nel rilascio del definitivo permesso di soggiorno. Nello specifico, infatti, Cia segnala i disagi del click day del 21 marzo scorso, quando le istanze interessate erano quelle riguardanti la conversione dei permessi di soggiorno che -secondo Cia- andrebbero incrementate come numero di quote, vista la richiesta importante che si registra ogni anno. Inoltre, se da una parte il protocollo Masaf, siglato anche da Cia, dà finalmente modo di soddisfare in parte le necessità di manodopera stagionale, dall’altra non è stata ancora messa a punto una programmazione tale da permettere alle aziende agricole di operare in tranquillità.
Questo perché la convocazione dagli Sportelli unici arriva, irrimediabilmente, dopo il periodo massimo di permanenza in Italia consentito dal Decreto flussi, cioè nove mesi. Il Decreto è fondamentale per il nostro settore, ribadisce Cia. Basti pensare che un terzo della manodopera nel settore primario è di nazionalità straniera, circa 370 mila, con una quota elevata di extracomunitari. Cia auspica, quindi, che si intervenga quanto prima sui piani triennali dei flussi d’ingresso, tenendo conto delle tempistiche effettivamente utili alle esigenze delle imprese agricole.