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Stellantis Melfi. L’operaio: “Rifiuto l’offerta e vado avanti”

24 marzo 2024 | 20:49
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Stellantis Melfi. L’operaio: “Rifiuto l’offerta e vado avanti”
Operai Stellantis

L’incentivo all’esodo proposto dalla multinazionale raccoglie malumori tra le maestranze di S. Nicola. “Pochissimi spiccioli in più rispetto al passato. Non si può accettare”. Poi la battuta: “Il posto fisso è sacro”

“Se con lo scorso incentivo prima ci davano 75mila euro, ora ce ne vorrebbero dare 80mila: che cosa cambia, non si può accettare”. Non usa mezzi termini un lavoratore con poco più di 50 anni che opera alla Stellantis di Melfi e che abbiamo contattato a due giorni dalla proposta, a livello nazionale, della multinazionale. La quale vorrebbe sfoltire ulteriormente le maestranze sulle linee automotive del Belpaese.

Vista dallo stabilimento di S. Nicola di Melfi, che entro il 2026 dovrebbe realizzare 5 modelli elettrici, l’incentivo all’esodo appare però irricevibile. “Per come l’hanno impostato, neanche a chi ha più di 55 anni conviene, perché si prenderebbero poco più di 80mila euro”, chiarisce il lavoratore. La proposta è modulata in base all’età e gioca su numeri e artifizi che hanno spinto gli operai a prendere la calcolatrice e a fare due conti. “Ma non c’era neanche bisogno della calcolatrice – assicura il lavoratore di Melfi. L’ultimo incentivo era di poche migliaia di euro inferiore a quello attuale e per chi ha bisogno di almeno 10 anni di lavoro e contributi per andare in pensione non conviene affatto”. Dieci anni di lavoro, aggiunge “superano i 200mila euro di stipendi per ogni lavoratore, se non me ne vuoi dare 200 dammene almeno la metà netti, cioè 100mila”. Ragionamenti che portano a bocciare la nuova offerta senza se e senza ma. “Capisco che d’ora in poi ridurranno ancora di più le persone sulle postazioni e tenteranno di renderci il lavoro sempre più difficile. Capisco che ce la metteranno tutta per spingerci ad accettare, specie per chi ha limitazioni o anche solo piccoli acciacchi fisici. Ma a queste condizioni conviene stringere i denti e proseguire”.

E poi racconta una battuta che va molto in voga nelle ultime ore tra gli operai di Melfi. Al centro della scena il film di Zalone ‘Quo vadis’ e il famoso senatore, amico di famiglia, interpretato da Lino Banfi. Davanti alle continue richieste della dirigente a licenziarsi, il senatore non demordeva e consigliava a Checco: “Non firmare, il posto fisso è sacro”. Anche a costo di finire in località sperdute. Ecco, partendo da quel monito, la battuta che corre tra gli operai di Melfi è: “Il posto fisso non si abbandona mai”. Non alle condizioni proposte attualmente, almeno. “Rifiuto e vado avanti”, taglia corto l’operaio, che però aggiunge: “Vi assicuro che per chi dal ’94 lavora qui, come me, in molti non ce la facciamo più e stiamo aspettando l’offerta giusta, che però non può essere questa”.

Se Stellantis non alza la posta, è il sottinteso, non ci saranno tutte queste fuoriuscite tanto attese dall’azienda in vista del passaggio all’elettrico, ove serviranno meno operai perché a venir meno sarà la parte meccanica delle lavorazioni. Quindi, tra una battuta di Zalone e i ‘pacchi’ di Amadeus, la sostanza resta la stessa: “Rifiuto e vado avanti”, sembra il cavallo di battaglia portato avanti questa volta in modo piuttosto omogeneo dalle maestranze di S. Nicola di Melfi. “Anche parlando con i colleghi – conferma il lavoratore con cui abbiamo parlato – non ho sentito nessuno che intenda accettare”. Se poi ci saranno dei “rilanci “da parte della multinazionale, questo è tutto da vedere. Nel frattempo gli occhi e le orecchie delle migliaia di operai di Melfi (e di Italia) sembrano protesi proprio in quella direzione. “Il posto fisso è sacro”, in sintesi, almeno fino a quando l’offerta non appaia “congrua”.