Potenza, arrestati un curatore fallimentare e un geometra

11 marzo 2024 | 12:05
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Potenza, arrestati un curatore fallimentare e un geometra
Gli appartamenti sottoposti a sequestro

Indagine della Procura su immobili inseriti in una procedura fallimentare venduti, a prezzo inferiore rispetto a quello stimato, a familiari e colleghi. Divieto di dimora per due avvocatesse

Quattro misure cautelari personali e un sequestro preventivo sono stati eseguiti, in mattinata, dalla Squadra Mobile della Questura di Potenza nei confronti di un curatore fallimentare, un geometra e due avvocate. Tali ordinanze erano state emesse nei giorni precedenti dal Giudice per le Indagini Preliminari di Potenza all’esito di un’attività investigativa riguardante la procedura fallimentare relativa alla società di lavori generali e costruzioni di edifici e di Ingegneria civile “Padula Giuseppe Antonio” che la Procura aveva coordinato delegando la Polizia di Stato per i relativi accertamenti. In particolare la Procura — con argomentazioni condivise dal Gip – ha contestato agli indagati due diversi reati: quello di interesse privato del curatore negli atti del fallimento e quello di falsa perizia.

Dalle indagini sono emersi gravi indizi di colpevolezza, per entrambi i reati, a carico dell’avvocato Fernando Nicola Molinari, curatore fallimentare nella procedura e del geometra Vito Rocco Molinari, consulente tecnico incaricato della stima degli immobili, tutti e due sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari; per il solo primo reato, l’avvocata Carmen Pica, all’epoca dei fatti collaboratrice dello studio Molinari, designata quale professionista delegata e l’avvocata Rosa Miraglia, collaboratrice dello studio Molinari, aggiudicataria per se o per persona da nominare degli immobili oggetto dell’indagine, entrambe sottoposte alla misura cautelare del divieto di dimora in Potenza.

Destinatari del provvedimento di sequestro preventivo degli immobile, sono stati invece Wally Valentinis, Gianluca e Pierluigi Molinari, rispettivamente moglie e figli di Fernando Nicola, quali aggiudicatari definitivi e, dunque, beneficiari del decreto di trasferimento dei tre appartamenti provenienti dal fallimento di cui era curatore l’ex marito e padre.

Le indagini hanno preso il via dopo la segnalazione di alcune anomalie nell’aggiudicazione di due appartamenti (entrambi ubicati in Potenza, al Viale Marconi, n. 75) messi all’asta nell’ambito della procedura di fallimento che aveva colpito la società.

In particolare, a seguito di accertamenti presso l’Agenzia delle Entrate, era emerso che i due immobili – che rientravano nella massa fallimentare – a seguito di vendita senza incanto, erano stati acquistati da Wally Valentinis, moglie legalmente separata di Fernando Nicola Molinari, curatore fallimentare della medesima procedura. Nonostante i due coniugi fossero legalmente separati, dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile sarebbebe risultato che gli stessi, al di là della formale separazione, avevano mantenuto un concreto rapporto di convivenza.

Ulteriori approfondimenti investigativi hanno consentito, poi, di appurare che, nell’ambito della procedura fallimentare, un altro appartamento era stato aggiudicato ai figli del curatore, Gianluca e Pierluigi Molinari. L’acquisizione e il successivo esame del fascicolo del procedimento fallimentare oggetto di indagine hanno permesso di appurare le modalità attraverso le quali tali immobili erano stati ai componenti della famiglia del curatore ad un prezzo inferiore rispetto a quello di mercato.

In primo luogo, mediante il coinvolgimento nelle varie fasi della procedura, propedeutiche al decreto di trasferimento – di ulteriori soggetti tutti però riconducibili allo studio professionale di Molinari Fernando Nicola: l’avvocata Carmen Pica, collaboratrice dello studio Molinari, quale professionista delegata alla vendita, che materialmente aveva proceduto alla vendita senza incanto; in secondo luogo grazie alla perizia redatta dal geometra  Vito Rocco Molinari sui due immobili, che stimava gli stessi ad un prezzo notevolmente inferiore rispetto al valore di mercato; in terzo luogo grazie all’avvacata Rosa Miraglia, collaboratrice dello studio Molinari, che si aggiudicava per persone da nominare i predetti cespiti designando successivamente quali beneficiari del contratto di vendita Wally Valentinis e Gianluca e Pierluigi Molinari (figli di Fernando Nicola).

Per gli immobili aggiudicati all’asta a Wally Valentinis, il geometra Vito Rocco Molinari poi nominato CTU per la stima degli immobili, veniva segnalato al Giudice Delegato al fallimento dal curatore Fernando Nicola Molinari quale professionista disposto a “rinunciare alla liquidazione” per aver ottenuto precedenti incarichi nell’ambito della stessa procedura fallimentare e che, per altro verso, sempre il curatore, chiedeva ed otteneva la nomina dell’avvocata Carmen Pica o dell’avvocata Rosa Miraglia come professionista delegato alla vendita, sempre in ragione della loro “acquisita disponibilità a non chiedere alcun compenso per tale attività (tranne le spese vive) come richiesto dallo scrivente”, atteso appunto l’esiguo valore del bene da vendere. Sottolineando, infine, che tale richiesta era “per evitare oneri a carico della massa dei creditori, soprattutto in considerazione delle esose richieste da parte di altri legali, e di poter proseguire nel Programma di chiusura di tale fallimento dalle notorie vicissitudini e difficoltà’.

Il 10 maggio 2021 il C.T.U. Vito Rocco Molinari depositava una perizia di stima degli immobili evidenziando la presenza di difformità edilizie “non sanabili’ dichiarando, pertanto, che l’eventuale vendita doveva essere effettuata come locali di sgombero e non come abitazioni di tipo civile. Ciò determinava un abbattimento del prezzo di stima degli immobili in trattazione rispetto a quello stabilito con perizia redatta il 30 maggio 2005 da altro C.T.U., il quale, invece, aveva ritenuto che tali irregolarità fossero “sanabili”

A seguito delle procedure di gara svolte nel 2021 i tre immobili venivano venduti ad un prezzo compreso tra i 40.000 ed i 50.000 euro l’uno, prezzo inferiore rispetto a quanto erano stati valutati, oltre 170.000,00 euro l’uno, sia prima del trasferimento, da altro perito nel 2005, sia dopo lo stesso, nell’annuncio sul sito di vendite immobiliari, come inoltre confermato dalla consulenza tecnica disposta dalla Procura. Nel corso delle operazioni, i tre immobili, come disposto dal GIP sono stati sottoposti a sequestro preventivo.