In Basilicata si riprende a trivellare: il Tar boccia il Piano per la transizione ecologica

29 marzo 2024 | 10:55
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In Basilicata si riprende a trivellare: il Tar boccia il Piano per la transizione ecologica

I petrolieri festeggiano, da Tempa Rossa alla Val d’Agri

Il Tar del Lazio ha deciso di annullare il Pitesai (Piano per la transizione ecologica sostenibile delle aree idonee) varato dall’allora ministero della Transizione ecologica nel 2021-2022, accogliendo i ricorsi presentati da Società Padana Energia srl e da Gas Plus Italiana S.r.l.. Tra le motivazioni, i magistrati hanno ritenuto di accogliere le istanze presentate dalle due società e riguardanti le violazioni delle “garanzie partecipative nella fase di VAS e le carenze istruttorie e motivazionali che hanno caratterizzato la procedura di redazione e approvazione, argomentazioni”. Ma anche “l’effettiva valutazione, nella fase conclusiva della VAS, dei contributi pervenuti nel corso della consultazione, con particolare riferimento a quello di Assorisorse”.

Per i giudici del Tar è inoltre fondato il fatto che “la ricorrente ha censurato l’incompletezza dell’istruttoria che ha preceduto l’approvazione dell’intero Piano, risultando in sostanza confermato che lo stesso, addirittura nella sua versione definitiva, non ha una rappresentazione grafica completa delle aree e che le risultanze istruttorie sulla base delle quali è stato adottato non sono state compiutamente acquisite prima della formulazione della proposta, carenze tutte non sanabili da eventuali adempimenti successivi”.

Per quanto riguarda la Basilicata, lo stop agli effetti del Piano riguarda in primis la concessione Gorgoglione che si estende a cavallo tra le province e Matera nell’ambito del giacimento Tempa Rossa: un’area di circa 290 metri quadrati che comprende i territori dei comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara, Anzi, Castelmezzano, Pietrapertosa, Laurenzana, Missanello e Armento per la provincia di Potenza, Gorgoglione, Cirigliano, Stigliano, Accettura e Aliano per quella di Matera. I giudici amministrativi hanno preso la stessa decisione anche in riguardo al ricorso presentato da Shell per la concessione Val d’Agri. Il Piano, il Tar, era stato stilato sulla base di una serie di fattori escludenti che avevano innescato una serie di divieti molto rigidi senza una preventiva valutazione specifica per ciascun sito.