Elezioni, per Roberto Speranza la Basilicata è una regione di serie B?
“Io gioco in nazionale e mi volete far tornare in serie B” è la frase attribuita dal Corriere della Sera all’ex ministro a proposito del rifiuto a candidarsi in Basilicata. Smentita sull’Ansa
Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera a proposito dell’insistenza con cui Roberto Speranza sponsorizza la candidatura di Angelo Chiorazzo, anche contro la linea di Schlein, scrive: “Il timore di Speranza era quello di essere costretto a candidarsi lui, come gli aveva chiesto più volte Conte. Ma la sua obiezione per respingere le pressioni di chi voleva farlo scendere in campo è stata: ‘Io gioco in nazionale e mi volete far tornare in serie B’. L’ex ministro – scrive Meli – secondo voci di parlamentari Pd in Transatlantico, punterebbe a succedere a Schlein alla guida del partito.
Ma a noi questo non interessa, interessa invece chiedere a Speranza se quella frase ‘Io gioco in nazionale e mi volete far tornare in serie B’, l’ha pronunciata davvero. Perché se così fosse dovrebbe fornire all’opinione pubblica lucana alcune spiegazioni. Se la Basilicata è una regione di serie B, se candidarsi a presidente di quella Regione è marginale, allora perché tanta invadenza nelle questioni del voto e nelle trame elettorali?
Uno che non è interessato alla Basilicata perché conduce una battaglia per imporre un suo candidato? Ma c’è dell’altro. Se quella frase fosse stata pronunciata davvero – e non abbiamo motivo di dubitare di una giornalista molto affermata e di caratura nazionale qual è Maria Teresa Meli – emergerebbe una visione aristocratica della politica. Uno che ha fatto il ministro non può “abbassarsi” a fare il presidente della Basilicata. Speranza, si sa, ha sempre e solo fatto politica, ingranando una carriera che lo ha portato a diventare, da semplice assessore al Comune di Potenza, ministro della Salute nel giro di pochi anni. E dunque nella sua visione la Basilicata sarebbe utile soltanto a fare da pista di decollo per la propria carriera. Dopo di che, chi s’è visto s’è visto.
Abbiamo capito che a questi signori della nostra regione non gliene importa un fico secco, a loro interessano le risorse, il potere sulle risorse, la possibilità di guidare le decisioni a distanza. Resta il fatto che quell’affermazione sarebbe un insulto bello e buono alla Basilicata e ai lucani. Naturalmente l’ex ministro, attraverso l’Ansa, ha subito smentito: “Non ho mai né pensato né pronunciato le parole che mi vengono attribuite oggi con un virgolettato su un importante quotidiano nazionale. Il riferimento è alla frase “Io gioco in nazionale e mi volete far tornare in serie B” contenuta in un articolo del Corriere della Sera con cui l’ex ministro, stando all’articolo, avrebbe motivato la decisione di non correre in Basilicata.
Probabile che l’abbia pronunciata davanti ad un’altra persona che a sua volta l’ha riferita alla giornalista. Tuttavia, dobbiamo prendere atto della smentita e chiederci allora per quale motivo Speranza respinge con forza l’ipotesi che possa candidarsi lui a presidente della Basilicata, mentre sponsorizza con altrettanta forza la candidatura di un suo amico di lunga data? Intanto, a Roma, la decisione pare assunta definitivamente: campo largo con un candidato presidente condiviso da tutti i componenti della futura coalizione di centrosinistra. Non è Chiorazzo.