Elezioni Basilicata. L’ammucchiata è servita: pupi e pupari
I retroscena dell’accordo tra Marrese e Chiorazzo: il patto di potere tra interessi affini e contrapposti
Ci vogliono prendere in giro, ma non ci riescono. Gli accadimenti di queste settimane e, soprattutto, delle ultime ore, da soli raccontano una storia di tatticismi precostituiti finalizzati a dare una veste politica all’azione dei partiti. Cominciamo dalla fine (si fa per dire). Ieri, 20 marzo, dal primo pomeriggio circolano voci circa un accordo chiuso tra il Pd e Basilicata Casa Comune. Magari già la sera prima. Facciamo le nostre verifiche e alle 17 in via esclusiva anticipiamo la notizia: “Alla fine si sono accordati: Chiorazzo appoggerà Marrese”. Prevedibile? Sì, ma anche no. Se leggiamo le dichiarazioni a mezzo stampa dell’imprenditore clericale degli ultimi giorni la decisione appare improbabile. Il 7 marzo: “Sul Sole24ore di oggi mi vengono attribuite trattative per posti in giunta o altri strapuntini, in cambio del mio ritiro dalla corsa alla Presidenza. Smentisco categoricamente questa dinamica, probabilmente suggerita da qualche mano interessata.”
L’8 marzo: “Sono in campo per la Basilicata, basta con le veline. Negli ultimi giorni numerosi media stanno dando spazio a ripetute illazioni in merito alla mia candidatura, attribuendomi i comportamenti più svariati senza nemmeno interrogarmi”. Dopo qualche giorno spunta Domenico Lacerenza e Chiorazzo, il 13 marzo dichiara: “Domenico Lacerenza rappresenta una nuova storia per la Basilicata. Il lavoro ha dato frutto: siamo uniti e competitivi… Tutto ciò è in linea con quella nuova storia che avevamo auspicato, proposto, chiesto.” Poi sappiamo com’è finita. Il 15 marzo, gli stessi sponsor politici Dem di Chiorazzo chiedono il ritiro della candidatura di Lacerenza.
Il 16 marzo Chiorazzo scrive: Qualche ora fa Domenico Lacerenza ha preso atto della contestazione e della condizione di estrema difficoltà elettorale… È una scelta non scontata, di cui apprezzo l’onestà intellettuale. Segnala ancora una volta lo stile dell’uomo, che va nuovamente sottolineato, a maggior ragione dopo ciò che ha dovuto affrontare negli ultimi tre giorni.”
Nel frattempo Il Pd decide di candidare Piero Marrese, siamo al 17 marzo. Da subito sia il nuovo candidato, sia il segretario regionale del Pd insistono affinché Chiorazzo decida di correre in alleanza con il centrosinistra. Più che di insistenza si tratta di una supplica concordata: chiedetemelo in ginocchio, tiratemi la giacchetta. Il 19 marzo le trattative tra esponenti del Pd e il leader di Basilicata Casa Comune prendono la “piega giusta”. La delusione di chi ha già fatto affiggere i manifesti elettorali con la scritta Chiorazzo presidente è scontata.
Il giorno della nuova sceneggiata
Ieri, 20 marzo, noi pubblichiamo la notizia dell’accordo alle 17. Già da un’ora prima le voci sul patto circolavano in alcuni ambienti politici. A questo punto, l’ufficializzazione dell’accordo, prevista per oggi 21 marzo, viene anticipata, con una conferenza stampa convocata in fretta e furia alle 19.22 per le 20.00, nella sede del comitato elettorale di Chiorazzo presidente. Ma quello che accade nel frattempo è davvero singolare.
Ad accordo già concluso, ripetiamo sicuramente tra le 16 e le 17, e un’ora prima della conferenza stampa, assistiamo a un supplemento di supplica come se i firmatari “tiragiacchetta” dell’appello all’unità del centrosinistra non sapessero già del patto tra Pd e Chiorazzo. Alle 18.52 Roberto Speranza, Enzo Amendola, Roberto Cifarelli, Vito De Filippo, Vito Santarsiero, Carlo Chiurazzi, Antonello Molinari, Carlo Rutigliano, Vito Lupo, Nicoletta Gentile, Claudio Scarnato, Cosimo Muscaridola, Luigi Gravela, Carmine Croce, tutti esponenti del Pd pro-Chiorazzo presidente, firmano e inviano alla stampa un appello: “Consapevoli che solo un centrosinistra unito può sconfiggere Bardi e mandare a casa la peggiore amministrazione che ha governato la regione Basilicata, ed ancor convinti che la candidatura di Angelo Chiorazzo aveva ed ha tutte le caratteristiche per essere vincente, data la situazione venutasi a creare di cui Angelo non ha alcuna responsabilità, chiediamo a lui un ulteriore passo per favorire l’unità del centrosinistra aderendo alla coalizione guidata da Piero Marrese e portare quel decisivo contributo necessario a cogliere l’obiettivo di vincere le elezioni.” E perché, a che serve? L’accordo è stato già fatto e lo sapete. E se non lo sapete, peggio, ma non ci crediamo.
Ma c’è un altro episodio singolare, alle 19,00, otto minuti dopo quello dei “tiragiacchetta”, arriva un comunicato stampa, questa volta a firma di Giovanni Lettieri, segretario regionale Pd Basilicata; Giuseppe Digilio, coordinatore regionale Europa Verde; Arnaldo Lomuti, coordinatore regionale Movimento 5 Stelle; Gianni Rondinone, segretario regionale Sinistra Italiana; Valerio Tramutoli, segretario regionale Basilicata Possibile; Livio Valvano, segretario regionale Psi: “Chiediamo a Basilicata Casa Comune e ad Angelo Chiorazzo di intrecciare valori e programmi per unire storie politiche, civiche e sociali che sono la rappresentazione della migliore Basilicata.”. E perché, a che serve? Non leggete i giornali? L’accordo è stato già fatto e lo sapete. Sorprendente Giovanni Lettieri che, tra i protagonisti della trattativa chiusa tra la sera del 19 e il pomeriggio del 20 marzo, un’ora prima della conferenza stampa sottoscrive una richiesta di alleanza a Chiorazzo. Ma volete prenderci in giro? A che serve tutta questa sceneggiata?
La conferenza stampa
La chicca della giornata. Vedere seduti al tavolo Marrese e Chiorazzo, nella sede del Comitato elettorale di quest’ultimo, senza la partecipazione degli altri alleati, ci ha dato la conferma della fretta con cui è stata assunta la decisione. Ma la politica ha una sua estetica, e l’estetica in questo caso lancia un messaggio: “ecco chi comanda”. Tutti gli altri al traino, dopo settimane di logoranti e penose trattative. Tuttavia, è interessante il contenuto degli interventi della coppia più furba di questa campagna elettorale. Vi invito ad ascoltarli, trovate la registrazione sulla pagina Facebook di Basilicata Casa Comune. Vuoto politico, retorica spicciola, banalità da bar dello sport. Uno spettacolo quasi comico, seppure gratis. Chiorazzo non pensa, “penza” e Marrese anticipa alcuni “punti programmatici”: la sanità è allo sfascio, i giovani fuggono, l’agricoltura è in crisi, il lavoro manca… Caspita, com’è informato lei! La sensazione è che i due siano portatori di un vuoto culturale importante. Marrese, ma perché vi siete messi insieme? “Ci accomuna l’amore per questa terra, la volontà di cambiamento e dare un futuro ai giovani”. Commovente. Ne riparleremo. Quell’accordo è un patto di potere.
Il gioco dietro le quinte
Abbiamo capito. Ma per spiegare meglio i giochi aspettiamo le liste, con le solite amare sorprese. Intanto, ci chiediamo come si può per settimane mettere il veto su Angelo Chiorazzo presidente e poi accordarsi con Angelo Chiorazzo esponente di peso della cabina di controllo della coalizione. Come si può parlare di conflitti di interesse e di amicizie e storia professionale e politica non conforme agli standard “etici” del M5S e poi accordarsi come se queste valutazioni perdessero di sostanza solo perché l’imprenditore clericale non è, formalmente, candidato presidente. Ma che c’entra. E’ evidente che Chiorazzo si è ritagliato un ruolo di peso nell’area politica del “centrosinistra”. Presidente o no, andrà a comandare, punto. Se vinceranno le elezioni, naturalmente. Ma se le perderanno, come è probabile, Chiorazzo avrà comunque conquistato un ruolo da protagonista nella politica lucana. Ci mancava.
Un campo assolutamente aziendalistico, liberista e clericale invade il terreno che dovrebbe essere occupato storicamente da un’area politica e culturale opposta a quella di Chiorazzo. Come si fa? Non ci sorprende il Pd che ormai è un’avanguardia neoliberista e un’ammucchiata di menti confuse, ci sorprendono Sinistra Italiana e Basilicata Possibile. Però si fa, si può fare, perché tutto questo “è necessario per battere le destre”. Un mantra stantio diventato fastidioso. Peccato, non sanno che non è così che si combatte la destra. Peccato, non sanno che schegge di cultura di destra ce l’hanno già in casa. Peccato, non capiscono che l’alternativa alle destre è una pessima giustificazione dell’incapacità di farsi alternativa al Sistema di potere di cui molti autori dell’ammucchiata sono protagonisti. Ed è vero: non si può chiedere al potere di riformare se stesso. Però, nessuno è obbligato a chiedere, ma molti avrebbero il dovere di sconfiggerlo senza preavviso.
Ai lucani che cosa resta di questa faccenda? Nulla. Semplicemente non è cambiato nulla e nulla cambierà. Molte cose però si trasformeranno in peggio. Se qualcuno crede che la coppia più furba della campagna elettorale, sostenuta da gruppi di gattovolpisti e gattopardiani, sempre in lotta tra di loro e pronti ad accordarsi in vista di urgenti convenienze, possa davvero governare bene la Basilicata, o è ingenuo o è smemorato o è complice. Complice di un disegno tutto interno al potere politico ed economico che, senza alcuna distinzione tra destra e sinistra, si mangia i frutti del territorio, da decenni, lasciando le briciole agli “indigeni”. Noi staremo col fiato sul collo di tutti, da Bardi a Marrese. Senza sconti. E vi racconteremo, come sempre, fatti e vicende che nessuno vorrà raccontarvi. E’ il nostro mestiere, fare le pulci al potere e a chi lo rappresenta, piaccia o no. Vi aggiorneremo a presto.
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