Ospedale San Carlo Potenza, primi impianti di ultima generazione per inibire il dolore”

4 febbraio 2024 | 10:15
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Ospedale San Carlo Potenza, primi impianti di ultima generazione per inibire il dolore”
Antonio Giardina

“Per la prima volta in Basilicata è stato impiantato, in una donna di Tito di 60 anni, uno stimolatore periferico -Pns- wireless di ultimissima generazione, tecnica garantita in pochi centri sul territorio nazionale”

“Per la prima volta in Basilicata è stato impiantato, in una donna di Tito di 60 anni, uno stimolatore periferico -Pns- wireless di ultimissima generazione, tecnica garantita in pochi centri sul territorio nazionale.

“La paziente -spiega il dottor Antonio Giardina, responsabile della struttura di Terapia del dolore dell’AOR- lamentava un dolore, non controllabile, di origine neuropatica, in seguito a numerosi interventi chirurgici al ginocchio. Nei dieci anni successivi il dolore si è aggravato fino all’impossibilità di qualsiasi contatto con indumenti o tessuti, condizionando, di fatto, la deambulazione e le normali attività quotidiane.

In sede operatoria, dopo aver individuato il nervo danneggiato  in anestesia locale e con ausilio di guida ecografica e radiologica intraoperatoria per evidenziarne il corretto posizionamento, si è proceduto all’impianto, con tecnica percutanea, di un elettrocatetere stimolatore quadripolare contenente un microchip in grado di ricevere e decodificare i comandi trasmessi dall’esterno, tramite un sistema trasmettitore wireless, e commutarli in segnali elettrici utili ad alleviarne il dolore neuropatico.

La stimolazione non elimina la causa del dolore -spiega il medico- bensì il segnale di dolore che viene trasmesso al cervello. Il sistema è innovativo anche perché prevede la sola inserzione di un elettrocatetere all’interno del corpo del paziente abbattendo, in questo modo, i problemi legati all’impianto di generatori di impulsi voluminosi -batterie- nel corpo del paziente stesso. Nella giornata successiva all’impianto, al momento della dimissione, abbiamo provato una grande soddisfazione per il lavoro fatto e una gioia immensa per la paziente -conclude il dottor Giardina- nel poterla vedere poggiare la mano sul suo ginocchio, senza che ella avvertisse, finalmente, le terribili ‘scosse elettriche’ che la hanno afflitta per diversi anni; al controllo post-operatorio, a distanza di sette giorni dall’impianto, il dolore si è ulteriormente ridotto, con molta soddisfazione da parte della paziente e di tutta l’equipe”.