Operaio Stellantis: “Ora per lavorare devi chiedere per favore al capo”
L’affondo di un lavoratore di Melfi: “Ci dicono che dobbiamo ruotare di più perché rientrano i colleghi da Pomigliano. Ma è una strana rotazione. C’è chi lavora 20 giorni al mese e chi solo 6, neanche per raggiungere il minimo sindacale”
“Tavoli, tavolini, incontri sindacali, ma poi dicono sempre le stesse cose e non cambia mai nulla”. Ne è convinta una delle nostre fonti interne allo stabilimento Stellantis di San Nicola di Melfi. L’ordine di scuderia, impartito dai capi area alle maestranze, da qualche giorno, pare essere questo: “Dovete fare più rotazione”. Tradotto vuol dire che con il rientro della stragrande maggioranza di colleghi da Pomigliano, sarà necessario fare più Cassa integrazione a rotazione e meno giorni lavorati. Fermo restando che il turno di notte, quello che frutta più soldi in busta paga, è stato soppresso, per ora. Ma il punto è un altro. E l’equazione non torna. Cosa vuol dire fare più rotazione? “In teoria vorrebbe dire che in modo più o meno equo, dovrebbero essere garantite le stesse giornate di lavoro a tutti”. In teoria. In pratica, invece, cosa accadrebbe? “Accade che i capisquadra tendono a privilegiare sempre gli stessi, quindi c’è chi fa 20 giornate al mese e chi a malapena riesce a maturare il rateo utile per ferie e tredicesima”.
Non solo. Qualcuno sarebbe addirittura costretto ad elemosinare ai capi qualche giorno di lavoro in più. “Proprio così – conferma l’operaio – devi chiedere al capo ‘per favore’ mi fai scendere al lavoro qualche giorno in più”. Altrimenti, aggiunge, “ti capita di stare intere settimane a casa e lavorare al massimo 1, 2 giorni. Così è deprimente. Sembra fatto apposta per farti perdere di autostima e costringerti a licenziarti”. Peggio ancora se la passerebbero i biturnisti, cioè quei lavoratori che ormai da anni non fanno più il turno di notte per limitazioni psicofisiche che non consentono loro di stare in piedi nelle ore notturne. “Alcuni biturnisti – racconta la fonte – non riescono proprio a fare giornate di lavoro. Non appartenendo a nessuna delle 3 squadre attive sulla linea, sono costretti a stare a casa anche per periodi lunghi. Con ingenti danni salariali”.
Quale sarebbe la soluzione? “Dovremmo fare più rotazione tutti, non solo alcuni, mentre altri lavorano quasi sempre, anche nella settimana in cui dovrebbero stare a riposo”. E ancora. “Più rotazione significa ‘tutti’, non solo alcuni, altrimenti si creano discriminazioni. Ci sono tanti monoreddito con famiglia e figli a carico. Ma come devono fare…E se poi chiedi un permesso ti dicono che non possono dartelo, che devi stare sempre a disposizione, che mancano le persone”. Gli umori non sono buoni, quindi.
Tante le contraddizioni. “I sindacati, poi, convocano incontri per dire sempre le stesse cose, quindi quasi nulla”, prosegue l’operaio. Che fa anche un passaggio ulteriore, proiettandosi nel futuro. “Ora stiamo lavorando su 500x e Compass. Entro fine anno la 500 non la faremo più. Sempre più Cassa, quindi sempre più iniquità, con lavoratori di serie A e serie B?”. Domande a cui solo il tempo potrà dare una risposta. Nel frattempo, mentre qualcuno si ‘ingrassa’ di utili, tra gli azionisti Stellantis, per gli operai semplici è guerra tra poveri. E in questa lotta per la sopravvivenza, qualcuno appare ancora più povero dell’altro. “Per lavorare devi chiedere per favore al capo – ribadisce, ormai sfiduciato, il lavoratore – Devi chiedere ‘per favore’ mi fai scendere a lavorare qualche giorno per recuperare un rateo mensile. Non è così che dovrebbe funzionare. Così si perde la dignità”.
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