I politici parolai: una specie in via di espansione

6 febbraio 2024 | 13:03
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I politici parolai: una specie in via di espansione

Le chiacchiere favoriscono le elezioni, ma non bisogna esagerare

I politici parolai. Uomini e donne che per tutta la vita gironzolano tra una chiacchiera e l’altra. Una specie in via di espansione. Li vedo, li sento. Voci che si accavallano in un dibattito surreale. Parlano di tutto, con un pensiero incellofanato nel vuoto. Bocche rumorose e un tripudio di parole occupano l’aria e ti tolgono il respiro.  Vocali e consonanti disordinate e confuse saltano impazzite come palle di gomma. Congiuntivi disperati e una grammatica presa a schiaffi.

La stanza è appesantita dal flusso di alito secco e maleodorante. Il pavimento è ormai bagnato da litri di bava caduti dalle labbra ruminanti. Si scivola. Oddio scivolo! Vado via. Penso. Ci sarà una differenza tra parlante e parolaio? Da che mondo e mondo esiste il grillo parlante, il pupazzo parlante. Mai sentito il grillo parolaio. Eppure assisto a politici parolai.

Apro un vocabolario e leggo: “parolaio, che parla molto e a vuoto”. Naturalmente il parolaio non ha orecchie, ma in compenso ha la lingua lunga e la bocca larga. E’ forse per questo che siamo circondati da persone chiacchierone, inconcludenti e incapaci di ascoltare. Ne deriva che i fatti, le azioni, sono sostituiti dall’annuncio, avvolto in vacue parole. Quindi deduco che certa politica campa di chiacchiere. Ma spesso le chiacchiere sono maliziose, ragion per cui si travestono da discorsi di spessore e persino convincenti. Le frasi tipiche del parolaio in politica sono note: “voglio favorire il cambiamento perciò mi faccio da parte” … “mantenere alta l’attenzione” … “ascoltare le esigenze dei cittadini” … “gli agricoltori hanno ragione” … “basta con il lavoro povero” … “faremo, stiamo facendo, occorre tempo”. E che dire di quelli che diffondono comunicati stampa – uso una metafora – per “esprimere soddisfazione per la gallina che oggi ha fatto l’uovo”? Veri statisti. E che dire di quelli che ci spiegano l’ovvio? “Se chiude la fabbrica gli operai resteranno senza lavoro”. Grazie! Come è informato lei, nessun altro.

L’esempio più sfacciato di malizia parolaia è dato da quel politico che insiste: “abbiate fiducia in me”. E mentre invita ad avere fiducia in lui, in realtà pensa: “abbiatene almeno voi, perché io di me non mi fido”. Molti di questi parolai, hanno un codice di comunicazione comprensibile soltanto ai loro simili. Per esempio, nel loro linguaggio altruismo significa rispettare l’egoismo degli altri. “Condividere un percorso”, vuol dire stringere patti per decidere i posti a sedere nelle stanze del potere. “Una storia nuova”, si traduce in “stessa fiction con attori diversi”. E’ vero, come disse Georges Bernanos, che le chiacchiere favoriscono le elezioni, ma non bisogna esagerare.  Insomma, cari politici “all’inizio era il verbo, poi le chiacchiere” (cit.). A quando il silenzio? Lasciate almeno che il pavimento si asciughi. E non abbandonate le chiacchiere in giro: alla fine del baccano ognuno si riprenda le proprie.