Basilicata, elezioni: le volpi che si candidano a gestire il pollaio
A questi signori nessuno darà credito, tranne i polli
Ci sono giornali in Basilicata le cui pagine sono utili a fare da tappezzeria a certi Poteri o, in altre circostanze, a coprire i vetri delle finestre di talune stanze per evitare sguardi curiosi dall’esterno. E quando qualcuno prova a criticare gli interessi che loro proteggono, ecco che caricano l’unica arma che sanno usare per difendersi: le intimidazioni confezionate con apparenti insinuazioni tipiche dei poveracci della stampa.
E’ evidente che noi non ci facciamo intimidire, ne abbiamo passate tante e continuiamo a resistere agli attacchi di tutti i circuiti del sistema di potere finalizzati, come sempre da oltre 10 anni, a indebolire la credibilità del nostro lavoro, questo sì giornalistico.
I cittadini sanno chi siamo, ma soprattutto sanno chi sono loro. Siamo abituati ai pulpiti di cartone e alle prediche ipocrite di chi oltre ad avere la memoria corta, prova a riciclarsi, senza riuscirci, agli occhi dell’opinione pubblica. Non abbiamo rispetto per costoro, ne avremo quando scriveranno dei conflitti di interesse, con la Regione Basilicata, del loro padrone. Ne avremo quando la smetteranno di fare disinformazione e quando pubblicheranno almeno un’inchiesta sugli affari dell’energia eolica e sulle compravendite di Società in tutti i settori.
Da chi ha partecipato, per decenni, al saccheggio della Basilicata non accettiamo lezioni e respingiamo ogni tentativo di intimidazione. Dobbiamo ripeterci: continuate a dire menzogne su di noi, tanto noi non smetteremo di raccontare la verità su di voi. Non scendiamo ai livelli di certi servitori del potente di turno e con estrema serenità continuiamo il nostro lavoro.
Dopo questa premessa necessaria, dobbiamo insistere sulla nostra linea: i nomi dei candidati circolati fino ad oggi non sono un bene per la Basilicata. Non lo è Angelo Chiorazzo, per le ragioni che abbiamo provato più volte a spiegare, compresi i rapporti con Donato Macchia, Nino Grasso e ampi settori della vecchia politica a destra e a sinistra. Non lo sono gli altri nomi, coinvolti nella gestione di imprese direttamente o indirettamente. Anche questo lo abbiamo spiegato, dal nostro punto di vista. Tuttavia, se il giornale di un uomo d’affari sostiene, in tutti i modi, Chiorazzo, non c’è altro da aggiungere. Noi facciamo la domanda: perché Macchia sostiene Chiorazzo? Restiamo in attesa.
M5S, Valerio Tramutoli, Vincenzo Viti e tanti altri se non dicono che Chiorazzo è bello e bravo vengono attaccati. Se invece lo sostengono diventano statisti. Spiegatevi il perché.
I potenti di un tempo sono rinati e tornati alla ribalta grazie all’operazione “Lazzaro” di personaggi in crisi di astinenza dal potere e dagli affari più succulenti. E’ evidente, lo abbiamo scritto più volte, i lucani sono vittime di una guerra tra “bande” di interessi che al momento opportuno si accorderanno. Per loro il centrodestra e il centrosinistra sono semplici campi da gioco. Hanno fatto di tutto per spaccare i fronti nel cosiddetto campo largo, con lo scopo di prendersi l’intero banco (potere e soldi) e in subordine per spartirsi la torta con pezzi del centrodestra. Questi personaggi sono come le volpi che si candidano a gestire il pollaio. Nessuno gli darà credito, tranne i polli.