Basilicata, elezioni. “Caccia” alla candidata

Alessandra Todde vince sul filo di lana, 0,3% di scarto, su Paolo Truzzu. Le liste di centrodestra, però, prendono più voti (+5%) di quelle del centro sinistra. Renato Soru con la Coalizione sarda è attestato all’8,5% e l’indipendente Lucia Chessa all’1%. Il 48% degli aventi diritto non ha votato. Volendoci affidare ai soli numeri, questa è in estrema sintesi l’esito del voto in Sardegna.

Da questa mattina, qui in Basilicata, in molti si stanno scatenando con analisi e interpretazioni utili a portare l’acqua al proprio mulino. A destra si lascia intendere che il voto sardo è la prova che cavallo vincente non si cambia, perciò è Vito Bardi il candidato perfetto. Nel Pd qualcuno insiste, con la storia del campo largo, sulla candidatura di Chiorazzo, altri si limitano a ripetere l’ovvio: uniti si può vincere. Ma la Sardegna non è la Basilicata, almeno per quanto riguarda la legge elettorale.

Tuttavia, l’aria sarda spingerebbe qui in Basilicata il centrosinistra a decidere in fretta. In Sardegna, una donna del M5S, adesso qui, una donna del Pd o di area Pd. Dunque, la direzione regionale del Pd convocata per sabato prossimo, potrebbe rovesciare la scena. Saranno i Dem a proporre un nome, di donna, già concordato tra Conte e Schlein? Un nome che potrebbe mettere d’accordo tutti o quasi tutti nel “campo largo”. Ecco che ritornerebbero a circolare nei corridoi riservati alcuni nomi di donna, uno in particolare top secret. Chi sarà? Lo sapremo, forse, sabato prossimo. Al momento restiamo aggrappati all’abuso del condizionale, perché in queste settimane gli esponenti dei partiti di “sinistra”, si sono comportati come ambigui carbonari nei confronti dell’opinione pubblica. Scontri, tattiche e doppiogiochismo nelle trattorie e nei sottoscala a finestre coperte e muri isolati.