Zes unica del Sud: Tortorelli (Uil), Bardi rivendichi il coinvolgimento delle Regioni del Sud e delle parti sociali
“Il rischio è quello della riedizione di strumenti che hanno segnato in negativo la storia dell’industria nel Mezzogiorno”
La proroga sino al primo marzo dell’incarico per gli otto commissari delle Zes regionali e interregionali (tra le quali la Zes ionica) rinvia semplicemente l’operazione di accentramento deciso dal Governo per la gestione di uno strumento di politica industriale che in Basilicata, in tutti questi anni, non ha dato alcun risultato e che invece specie sulle questioni della logistica e dell’internazionalizzazione può dare un contributo significativo. Così Vincenzo Tortorelli, segretario generale Uil Basilicata, sollecitando il Presidente Bardi a rivendicare nell’ “operazione Zes unica del Sud” il coinvolgimento delle Regioni del Sud e delle parti sociali.
Senza un’iniziativa della nostra Regione, in sinergia con le altre, nei percorsi di sviluppo della Zes e la sottoscrizione di un protocollo nazionale sulle relazioni industriali legato ai territori – aggiunge – il rischio è quello della riedizione di strumenti che hanno segnato in negativo la storia dell’industria nel Mezzogiorno. Abbiamo sempre sostenuto la necessità di un potenziamento concreto delle Zone economiche speciali. Anche per questo, dopo aver ritenuto inopportuna l’idea del governo di accentrare a Roma tutte le responsabilità progettuali delle Zes, riteniamo determinante che questo strumento dall’alta valenza produttiva rimanga legato alle strategie territoriali e che, quindi, le otto regioni restino coinvolte nei percorsi di sviluppo di questo strumento fondamentale per il futuro economico e produttivo del Sud.
Questo perché – aggiunge il segretario Uil – consideriamo la Zona Economica Speciale un’importante leva di politica industriale per il Mezzogiorno. Il pericolo che vediamo profilarsi è quello di un ritorno al passato, quando errori imperdonabili di gestione hanno disseminato le aree portuali e retroportuali di capannoni industriali rimasti vuoti e inoperosi. In questa fase sempre più complicata per l’industrializzazione in Basilicata e al Sud – penso principalmente alle vicende Stellantis ed automotive – l’obiettivo centrale da perseguire è di verificare la qualità degli investimenti privati, accertare gli impatti occupazionali dei progetti, garantire l’applicazione dei contratti collettivi e fare argine gli interessi della criminalità organizzata.