Stellantis: Pomigliano ‘addio’ per molti trasfertisti di Melfi
Sarebbero oltre 300 i rientri a San Nicola entro l’11 febbraio. La Panda corre, Tonale stenta. Pochi lucani resteranno ancora lì a lungo
Stanno per rientrare a casa tanti lavoratori della Stellantis di Melfi impegnati sulle linee di Pomigliano. Ad agosto dello scorso anno, le trasferte cosiddette “obbligatorie” vennero viste come una forzatura, una “deportazione”. Non si salvarono neanche gli operai con limitazioni e con la 104. In 1200 si ritrovarono catapultati in un’altra realtà, tra Panda e Tonale. Pian piano le maestranze lucane sono però passate dal fastidio per l’odiosa chiamata a Pomigliano, alla vita vissuta sul posto. La maggior parte in albergo. E si è trasformata per molti in una sorta di ‘seconda vita’ lavorativa dopo tanti anni, sempre uguali, a Melfi. In tanti hanno quindi prolungato volontariamente l’esperienza oltre i tre mesi iniziali, visto che c’era più lavoro a Pomigliano. E con la trasferta si guadagnava di più rispetto a Melfi, dove invece le giornate lavorative sono centellinate e anche la busta paga ne risente.
Dall’inizio dell’anno, però, l’era delle trasferte “obbligatorie” a Pomigliano ha subito un brusco cambio di rotta. All’improvviso, un altro scenario si è profilato all’orizzonte. Anche a chi aveva deciso di prolungare l’esperienza, sarebbe stato detto, senza troppi giri di parole, di ritornare a casa. Il motivo pare associato alla minore produzione della Tonale. Al punto che tra un po’ di tempo la linea potrebbe passare addirittura ad un solo turno, con Cassa integrazione a rotazione. Ma è solo un’indiscrezione. Nel breve periodo, di sicuro, meno auto prodotte e turnazione ridotta. E nel frattempo non c’è più spazio per i trasfertisti. Meno Tonale, mentre pare che la Panda, almeno per ora, continui a correre. Si giungerà, a breve, a oltre 320 auto prodotte a turno. Sempre su due turni. Non c’è più posto per tutti, però, dicevamo. I trasfertisti di Melfi (ma non solo) non sono più una necessità, né una risorsa. Ed è iniziato, anche con una certa velocità, il viaggio di ritorno in Lucania.
Addirittura entro l’11 febbraio, secondo alcune fonti, passerebbero a 320 i rientri a Melfi su 1200 trasfertisti inziali. All’improvviso appaiono così lontani i tempi di fine estate quando sembrava inevitabile, a turno, la ‘trasferta’ dei lavoratori operanti a San Nicola di Melfi. Ora invece la corsa è di solo ritorno. C’è chi resiste, tra le maestranze melfitane, ed è stato riconfermato. E’ in corso una selezione. Resta solo chi si è abituato ai nuovi ritmi ed è utile all’azienda. Ovviamente sulla linea Panda, che sarà prodotta, in questo formato, fino al 2026. E’ in corso una sorta di selezione ‘darwiniana’. Solo pochi, tra i melfitani, riusciranno a prolungare la trasferta. Con buona pace di quanti parevano ormai innamorati della nuova linea, della nuova vita. Della bellezza di Napoli e dei suoi innumerevoli sbocchi sul mare. E’ stato bello finchè è durato. Ora per molti è già il tempo degli addii. Si lasciano gli alberghi. Si ritorna a casa. E a decidere, ancora una volta, è Stellantis.
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