Sbarramento nel canale 7 di Policoro, condannato il presidente del Consorzio di Bonifica
Le parti civili, proprietarie di terreni e abitazioni attigue al canale 7, pur in presenza del tombino, erano state onerate dal Consorzio a pagare un contributo consortile senza beneficiare di alcun servizio
Il Tribunale di Matera, con sentenza emessa il 9 gennaio scorso, ha condannato il Presidente del Consorzio di Bonifica della Basilicata, Giuseppe Musacchio, alla pena di un anno e sei mesi di reclusione con il beneficio della sospensione pena.
Il processo trae origine dall’annosa questione dello sbarramento/tombino presente nel canale 7 del Consorzio di Bonifica a Policoro, realizzato da alcuni privati e che, di fatto, impedisce il regolare deflusso delle acque. Le parti civili, proprietarie di terreni e abitazioni attigue al canale 7, pur in presenza del tombino, erano state onerate dal Consorzio a pagare un contributo consortile senza beneficiare di alcun servizio.
Inoltre, nell’anno 2013, a causa delle intense piogge e del mancato deflusso delle acque del canale C7, i terreni erano stati invasi completamente dall’acqua così come accadde anche nel 2016. L’evento alluvionale aveva interessato tutta la costa metapontina creando rilevanti danni sia ai fondi agricoli che alle strutture immobiliari. L’acqua proveniente dal Canale C7, la cui portata è stata fortemente ridotta da lavori eseguiti da privati, ha allagato terreni e abitazioni.
Il potenziale pericolo di alluvione è stato anche provato da uno studio Idraulico-Idrologico del Regolamento Urbanistico pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Policoro. Lo studio idraulico ha fatto emergere una situazione particolarmente critica in corrispondenza del Canale C7 a causa anche del tombino di attraversamento su Via San Giusto che costituisce una vera e propria strozzatura del regolare deflusso dell’acqua in uscita riducendo la capacità di smaltimento del Canale di circa 1/3 di quella potenzialmente attivabile in assenza della stessa. La pericolosità dell’opera è stata poi acclarata anche dagli accertamenti di polizia giudiziaria svolti.
La sentenza di condanna a seguito di un processo avviato nel 2021 con notizia di reato del 2019, prevede anche il risarcimento dei danni patiti dalle parti civili assistite dall’avvocata Giovanna Bellizzi, nonché alle spese legali da loro sostenute. Tra trenta giorni si conosceranno le motivazioni della sentenza.