Operai Indotto Stellantis: “Ridateci lavoro e dignità”

27 gennaio 2024 | 10:42
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Operai Indotto Stellantis: “Ridateci lavoro e dignità”
Operai Indotto Stellantis: “Ridateci lavoro e dignità”
Operai Indotto Stellantis: “Ridateci lavoro e dignità”
Operai Indotto Stellantis: “Ridateci lavoro e dignità”
Operai Indotto Stellantis: “Ridateci lavoro e dignità”

Dopo 19 giorni di presidio davanti alla Fdm e Las (Indotto, S. Nicola di Melfi), 110 operai continuano a sperare, con il futuro appeso a un filo. “Cosa ce ne facciamo della Cassa integrazione di un anno. Così ci sentiamo inutili. Siamo giovani, abbiamo famiglia, vogliamo lavorare”

Dopo 19 giorni di presidio davanti alla Fdm e Las (Indotto, S. Nicola di Melfi), 110 operai continuano a sperare, con il futuro appeso a un filo. “Cosa ce ne facciamo della Cassa integrazione di un anno. Così ci sentiamo inutili. Siamo giovani, abbiamo famiglia, vogliamo lavorare”

“E’ successo tutto così in fretta. All’improvviso senza lavoro e privati della dignità, le giornate sembrano vuote, infinite”. Dopo 19 giorni, i 110 lavoratori dell’Indotto Stellantis, ‘scaricati con una email’ trascorrono, a turno, le giornate in presidio. Un piccolo gazebo e il fuoco per scaldarsi. Lo fanno da quel “maledetto” 8 gennaio, quando le aziende per cui lavoravano, Fdm e Las, hanno messo nero su bianco la fine delle commesse Stellantis, e quindi del lavoro. Lo spettro del licenziamento, con 12 mesi di Cassa Integrazione a zero ore. “Ma mica siamo qui perché cercavamo l’anno di ammortizzatori sociali straordinari”, afferma, deciso, uno di loro. “Ciò che vogliamo è continuare a lavorare, da quando siamo qui fuori in presidio, siamo di fatto operai licenziati”. Un trauma difficile da interiorizzare. “Pensavamo che ci fosse un rallentamento nell’assegnazione della commessa alla nostra azienda, ma credevamo che entro giugno 2024 tutto sarebbe rientrato più o meno nella normalità”. E invece nulla è tornato come prima. I sindacati che seguono la vertenza, i sit-in davanti a Confindustria a Potenza. L’incontro col ministro Urso. E un futuro che appare come una nebulosa.

“Tra di noi c’è chi è monoreddito, percependo solo Cassa Integrazione molti non sanno come portare avanti una famiglia quest’anno. Ci sono degli impegni da rispettare, mutui, bollette, figli a scuola”. C’è una grande quantità di giovani under 40 tra loro. Tutta una vita davanti. “Già nel 2014, quando venimmo licenziati per alcuni mesi da Fdm avevo pensato di mollare e andarmene – dice uno di loro – poi dopo qualche mese sono stato chiamato a tempo indeterminato, forse se me ne fossi andato allora…” Poi è arrivato il lavoro e altre assunzioni. Tante. Magazzino e Distribuzione per Stellantis andavano a gonfie vele. Nel frattempo molti tra quegli under 40 hanno messo su famiglia. E tutto è cambiato in fretta. “Abbiamo messo radici, non è più come quando avevi 25 anni”. Qualcuno sta pensando di mollare tutto e andare il più lontano possibile da S. Nicola di Melfi. “Sì, questo pensiero accomuna più di qualcuno, ma…”.

Ma a quel punto la Basilicata e i dintorni si impoverirebbero ancora di più di forza giovane. Sempre più un deserto, non solo climatico, anche l’area industriale di Melfi. Ipotesi da scongiurare. Sono stati stanziati 20milioni di euro per l’Area speciale di crisi, destinati ad aziende che volessero venire ad investire qui, anche per la riconversione industriale. “Io accetterei anche di cambiare lavoro – assicura un operaio in presidio – mi sono specializzato in questi 15 anni in Fdm, ma sarei disposto anche a cambiare tipologia, anche non Automotive”. Questo per dire che l’urlo di tutti, tra coloro che sono ancora in presidio dopo 19 giorni, ma anche tra coloro che non ci sono, è uno solo: “Ridateci il lavoro, senza di quello abbiamo perso anche la dignità. Improvvisamente le giornate sono diventate vuote e ti senti inutile”. Un senso di frustrazione e fallimento, a cui provano a reagire con forza: “Da qui non ci muoviamo. Non può finire così”. A dicembre di quest’anno, dopo l’anno di Cassa, scatterebbero i licenziamenti. Un brutto segnale per l’Indotto Stellantis, la cui emorragia potrebbe non fermarsi qui, ma toccare a macchia d’olio, gran parte della Logistica che si sposta e ‘internalizza’ dentro la fabbrica madre. Così avrebbe deciso Stellantis.