Melfi, operaio Stellantis: “temiamo un salto nel buio”
A pochi giorni dal rientro in fabbrica, le confessioni di un lavoratore e le paure per l’anno nuovo “Spariranno le auto fatte finora e inizieremo a fare il primo modello elettrico. Ma costano troppo, chi le comprerà? Perfino i sindacati appaiono spaesati”
A pochi giorni dal rientro in fabbrica, previsto tra giovedì e venerdì prossimi, le confessioni di un lavoratore e le paure per l’anno nuovo “Spariranno le auto fatte finora e inizieremo a fare il primo modello elettrico. Ma costano troppo, chi le comprerà? Perfino i sindacati appaiono spaesati”.
“Chi è stato in Francia ci ha detto che con le nuove auto elettriche non arriverà tutto il blocco, ma monteremo pezzo per pezzo, quindi a pagare pegno per primi potrebbero essere i lavoratori dell’Indotto. Per loro ancora meno lavoro”. A mettere il dito nella piaga è un operaio del Montaggio di San Nicola di Melfi (Stellantis) a pochi giorni dal rientro in fabbrica previsto, seppur a scartamento ridotto, per “mancanza di componenti”, solo tra l’11 e il 12 gennaio e su 2 turni. “Viviamo un periodo anomalo – rivela l’operaio – non sappiamo più cosa ci aspetta. Toglieranno dal mercato 500x e Renegade nei prossimi due anni, e saremo impegnati con i nuovi 5 modelli elettrici, il primo dei quali dovremmo iniziare a produrlo da quest’anno”.
Ma è tutto un grande punto interrogativo quello che aleggia sui lavoratori di Melfi, già ampiamente decimati da licenziamenti e trasferte ‘obbligatorie’. “Sono gli stessi sindacati a nutrire seri dubbi sul futuro, figuratevi noi”, si sfoga l’operaio melfitano. I dubbi si incentrano tutti sui piani di lavoro, che si dipaneranno con modalità non ancora decifrabili. “Toglieranno dal mercato le auto che stiamo producendo ora e quelle del futuro saranno tutte elettriche, avranno costi esorbitanti, fino a 70mila euro, è difficile che si acquisteranno come se fossero una Punto, o una Panda”. Di qui una previsione che non lascia tranquilli. “Magari all’inizio produrremo i primi modelli per riempire i magazzini, per il lancio ai concessionari, ma poi, chi le acquisterà?”.
Si teme altra cassa integrazione, anche in misura maggiore rispetto al passato. “Diciamo che rientriamo al lavoro senza certezze, temiamo che inizierà un grande salto nel buio, le cui prime vittime saremo proprio noi”. A non mettere di buon umore anche l’atteggiamento di Stellantis che sta tagliando e chiudendo dall’oggi al domani dove non trova più convenienza. “Basti pensare a Cassino, a Mirafiori, e all’estero, ad esempio in Polonia, dove 500 lavoratori nei giorni scorsi sono stati scaricati dalla sera alla mattina e senza preavviso”. C’è poca voglia di sbilanciarsi, ancora meno di abbozzare un sorriso. “Siamo abituati al lavoro, non è quello che ci spaventa – sottolinea l’operaio del Montaggio – è tutto il resto, cioè il contesto che gira intorno a noi, a mettere paura. Sono preoccupati i sindacati, che paiono addirittura spaesati, figuriamoci noi lavoratori che non abbiamo diretta conoscenza di cosa sta davvero accadendo intorno all’automotive”. E poi il grande nodo dell’elettrico. “Per noi prevedo un grande salto nel buio – ribadisce a più riprese il lavoratore – speriamo bene, ma non è un anno che ispira fiducia. Tra di noi c’è poco entusiasmo. Molti sono pessimisti, qualcuno, anche nei Gruppi e al telefono, lo sento abbattuto, smarrito, impreparato. La verità è che manca una ‘guida’ che ci accompagni in questo 2024”.
© Riproduzione riservata