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“Gioventù perduta. Siamo sempre meno e la sera non resta che il bar”

19 gennaio 2024 | 16:07
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“Gioventù perduta. Siamo sempre meno e la sera non resta che il bar”
Il 35enne che ha raccontato la sua vita

Lo sfogo di un 35enne che è rimasto a vivere nella provincia lucana. “Quando ritornano i coetanei ‘emigrati’ ti raccontano le loro vite, fanno mille cose, e tu ti senti come sprofondato nel deserto”

“Come si vive? Sempre peggio”. Ogni anno che passa spariscono tanti piccoli paesi in Basilicata. Una fuga che lascia sul campo solo pochi superstiti. Se poi hai 35 anni e sei rimasto qui, senza “fuggire” prima, ecco che inevitabilmente vai incontro a disagi. “Se fossi in una città, in un luogo più grande, con più posti da scoprire e persone da conoscere, forse riusciresti anche a a svagarti, a non pensare, a sorridere e scoprirti diverso”. Invece nella provincia lucana sembra che tutto si sia congelato. “Si lavora a giornate, a volte sì, più spesso no”. E la mattina “scorre solo se la giornata è lavorativa”. Passa male, anzi malissimo, se quel giorno non ti hanno chiamato e resti a casa. Ti piombano tutti i pensieri addosso.

“Col passare del tempo diventa tutto più complicato, e mancando anche i passatempo, inevitabile che poi ti ritrovi al bar la sera a raccontarti sempre gli stessi fatti e senti la tua vita come se se fosse sprofondata”. Ma poi arrivano le feste. E tornano i coetanei che vivono altrove. “Durante le feste, a Natale come l’estate, ti confronti con gli amici di giovinezza che se ne sono andati, e capisci che davvero ti sei perso un pezzo di vita. Ti raccontano dove vanno, cosa fanno. I viaggi, il lavoro retribuito bene. E ti senti un po’ male. Ma poi ti dici: qual è il mio reato, essere rimasto qui? Perché anch’io non dovrei essere felice e spensierato allo stesso modo…”. E’ la vita del lucano ormai cresciuto, che fa i conti con lo spopolamento e con paesi che si stanno trasformando sempre più in presepi, per non dire in grossi luna park per pensionati.

“Siamo sempre meno, i miei coetanei, amici di un tempo, li vedo ormai pochissimo, sono così distanti…”. E così, si vive come si può. Si recita a soggetto. “Il lavoro quando c’è, e la sera al solito bar. Perché mancano le alternative. Alcune volte senti che manca proprio la vita. Vai a dormire che ti senti anche tu un po’ pensionato”.

E’ questo il racconto reale di un 35enne che è rimasto a vivere in provincia di Potenza. I sogni di una regione “tradita” dall’oro nero, sono finiti in fondo ad un cassetto. E soprattutto non si riesce ad immaginare un futuro nel medio termine. “Ora sembra che al lavoro mi stanno chiamando qualche giorno in più. Voglio illudermi. Dovrei pensare più a me stesso. E al futuro”. Speriamo. Il futuro di chi oggi ha poco più di 30anni e una vita davanti, sembra, all’improvviso, il futuro di un’intera terra. Ma non è certo un tema da affrontare alla vigilia di una campagna elettorale. Con che faccia i prossimi candidati alle Regionali lucane riusciranno a rispondere a questa inquietudine, a questi vuoti paesi, sempre più simili a presepi, e con sempre meno figuranti? Non certo con le solite promesse. Non ci crede più nessuno. Il presepe, nel frattempo, è sempre più spoglio. Ogni giorno di più…