Elezioni. Chiorazzo sì Chiorazzo no: la storia infinita
Centrosinistra in commedia: sarà uno spasso vedere come usciranno dal cul de sac in cui si sono cacciati e da cui per uscirne ci vorrà un sac de cul
Chiorazzo sì, Chiorazzo no la storia infinita … canterebbero Elio e le Storie Tese parafrasando un loro vecchio successo. Ma qui di teso c’è solo una politica sull’orlo di una crisi di identità, più che di nervi. E quindi siamo arrivati alla seconda stagione (qui la prima) di quella che più che una serie Tv sembra diventata una sitcom i cui protagonisti paiono sempre più confusi e, proprio per questo, fanno tenerezza e sembrano persino simpatici .
Stagione 2 episodio 1, gli strateghi:
Partiamo da Giovanni Lettieri che, rassicurato non si sa bene da chi, forse Speranza o forse i materani del M5S o forse ancora da Lindo Monaco stratega di Basilicata Bene Comune, nell’ansia di chiudere la partita di fatto ha bruciato, di là dai suoi demeriti, la candidatura di Chiorazzo. Candidatura apparsa già divisiva fin dalle prime battute e che lo è diventata sempre più man mano che con una forzatura dietro l’altra si è cercato di mettere lo schieramento alternativo alla destra di fronte al fatto compiuto. Allo stato l’unica possibilità di ripescaggio di Chiorazzo è affidata alle primarie, così come per uscire dall’angolo le primarie sono indispensabili al PD. Primarie da cui, come la storia recente ci insegna, si sa come si entra e non come se ne esce. È evidente che Chiorazzo sarà tra i protagonisti di questa sfida e, almeno in apparenza, è il candidato da battere.
Episodio 2: le primarie 1
Altrettanto evidentemente questo aprirà la partita ad altre candidature del PD: Lacorazza? Margiotta? E perché no Cifarelli o altri? Così come è evidente che in una ipotesi di primarie di coalizione, se per giochi romani dovesse saltare la tessitura del ‘dalemone’ per portare Somma alla guida del Centro Destra, Azione e il suo leader locale Pittella non potrebbero rinunciare a un suo candidato, Bochicchio? se non altro per pesarsi e poter contare.
Episodio 3: le primarie 2
E il M5S? Le primarie per il M5S sono tossiche. Sia perché una parte del M5S, quella materana e quella che fa capo a Gianni Leggieri, voterebbe con ogni probabilità per Chiorazzo, sia perché il suo elettorato si mobilita malvolentieri per una competizione che non è nel proprio DNA e sia perché allo stato la demotivazione di militanti e simpatizzanti non è al massimo avendo di fatto giocato questa partita da spettatori o tifosi ma non da protagonisti. Però dopo aver detto no a Chiorazzo e senza aver fatto un nome alternativo in caso di primarie può il M5S esimersi dall’esprimere un proprio candidato? E se il candidato del M5S fosse appoggiato, con un non improbabile coup de theatre, da Pittella e Margiotta in funzione antichiorazzo cosa resterebbe del M5S? Insomma se per il PD le primarie sono una via di uscita per il M5S rappresentano un vero e proprio incubo.
Episodio 4: quando il gioco si fa duro i duri scappano e arrivano le donne
Però niente paura! Perché quando i maschi falliscono e sono sicuri di perdere ci si ricorda delle pari opportunità e delle candidature di genere o almeno al femminile. Quindi se qualcuno si deve bruciare meglio che sia una donna. E quindi prima o poi qualcuno tirerà fuori dal cilindro quel nome di una donna in gamba, e ce ne sono, che mai si sarebbe sognato di fare in una partita vera.
Finale seconda stagione: le vie di fuga
Del Centro Destra non parlo, non mi appassionano. Si tratta di truppe ordinate e disciplinate che giocano sottotraccia e che si rimettono alla fine alla decisione dei capi senza fiatare. Sono noiosi e prevedibili. Ma il Centro Sinistra è da sballo: divertimento assicurato e sarà uno spasso vedere come usciranno dal cul de sac in cui si sono cacciati e da cui per uscirne ci vorrà … un sac de cul.