Dimensionamento scolastico, Uil: “beneficio solo per le casse dello Stato”

12 gennaio 2024 | 13:35
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Dimensionamento scolastico, Uil: “beneficio solo per le casse dello Stato”

In trent’anni le istituzioni scolastiche (quindi anche il numero di presidi, Dsga, etc…) si sarà ridotto del 40%

L’unico beneficio per il dimensionamento scolastico riguarderà le casse dello Stato: nel 2032 la scuola avrà prodotto 88 milioni di euro di risparmi di spesa mentre non ci sarà nessun vantaggio per tutto il personale scolastico e neanche per alunni e genitori. E ora la riduzione del 2,5% sul piano di dimensionamento di questo anno. Troppo poco per mettere in sicurezza il sistema nazionale di istruzione. Intanto la riduzione degli alunni per classe, prevista dal PNRR, è sparita dai radar normativi del Ministero. Sono le considerazioni contenute nel dossier Uil Scuola Rua dedicato al dimensionamento scolastico che arriva alla conclusione: “La toppa peggio del buco”!

Non è superfluo ricordare che il ‘fare cassa’ sulla scuola è usanza della stragrande maggioranza dei Governi che si sono succeduti – (il dettaglio dei provvedimenti e l’analisi dei risparmi quantificati è nel dossier che la Uil Scuola Rua ha predisposto sul tema) e trova la sua origine a partire dalla riforma Gelmini. Nel 2008 è stato deciso il taglio di 10 miliardi al bilancio di scuola e di università, di cui 8,5 miliardi all’istruzione e 1,5 miliardi all’università. Il taglio che ha visto sparire l’organizzazione modulare dalla scuola primaria. Quella ‘riforma’ ha generato – dati della Commissione europea – la riduzione dell’organico per 130 mila unità tra insegnanti e il personale ATA, sono state tolte al sistema di istruzione italiano 10 mila classi, 90 mila cattedre, 30 mila supplenti e 44 mila posti per il personale non docente. a soppressione delle scuole sottodimensionate e l’accorpamento degli istituti con meno di 500 iscritti.

La Legge n. 197/2022 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 – art. 1, cc. 557-558), che rappresenta l’ultimo intervento normativo di riforma del sistema di dimensionamento della rete scolastica nazionale, sembra essersi mossa secondo la stessa logica di conseguimento di obiettivi di finanza pubblica del D.L. 98/2011 (Misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria) e ha trovato sponda da una indicazione europea, nell’ambito delle misure del PNRR, che mira ad adeguare la rete scolastica all’andamento anagrafico della popolazione studentesca (peccato che il governo continua a dire che la situazione economica è stabile).Nel 2021-22 hanno funzionato 41.193 plessi, più o meno quelli già esistenti negli anni scorsi e che, saranno sostanzialmente confermate nella loro entità nel 2022/23. Si tratta di un film già visto, perché la riduzione del numero di istituzioni scolastiche è in corso da un ventennio: nel 2000-01 erano 11.592, nel 2012-12 9.139, nel 2021-22 8.160. Ora si prevede che nel 2031-32 saranno 6.885: in trent’anni le istituzioni scolastiche (quindi anche il numero di presidi, Dsga, etc…) si sarà ridotto del 40%.

È una storia che non comincia oggi, lo sappiamo, ma questo non significa che debba continuare – spiega il segretario generale della Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile. Va capovolta la prospettiva da cui affrontare il problema e assumere come punto focale «la riduzione del numero di alluni per classe» condizione prevista nel PNRR contestualmente al dimensionamento che, invece, è sparita dai radar normativi del MIM.

Un esecutivo lungimirante, che crede che attraverso la scuola passi il futuro del paese – osserva il segretario regionale Luigi Veltri – dovrebbe trasformare il problema della denatalità in una opportunità e non in una penalizzazione, intervenendo a favore della scuola statale e non cercando di affossarla. Intanto – riferisce Veltri – si prorogano dal 1° gennaio al 15 aprile 2024 i contratti per gli incarichi temporanei del personale ausiliario e si lasciano fuori oltre 3 mila assistenti amministrativi e tecnici. Siamo dentro un paradosso: con una disposizione inviata alle scuole, nei giorni scorsi, i contratti per gli incarichi temporanei del personale a tempo determinato attivati dalle istituzioni scolastiche statali del primo e del secondo ciclo di istruzione, nell’ambito degli organici PNRR e Agenda Sud, sono stati prorogati al 15 aprile. Nelle stesse scuole agli assistenti amministrativi – indispensabili per la gestione dei maggiori carichi di lavoro derivanti dalle scadenze legate al PNRR e per i quali erano stati contrattualizzati – è stato interrotto il contratto di lavoro a far data 31 dicembre 2023. Una situazione che va risolta al più presto.