Chiusura delle banche in Basilicata “incide sulla scelta di lasciare il paese in cui si vive”

31 gennaio 2024 | 10:40
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Chiusura delle banche in Basilicata “incide sulla scelta di lasciare il paese in cui si vive”

Lo rivelano i dati raccolti in un rapporto della Uilca

Nove persone su dieci sono insoddisfatte dalla chiusura degli sportelli bancari nel proprio comune. Per otto su dieci è fondamentale parlare con un operatore bancario e non sarebbe lo stesso se lo sportello bancario chiudesse e fosse sostituito da un bancomat. Per sei su dieci la prossimità bancaria influisce sulla propensione all’investimento in prodotti finanziari, a conferma che la banca non è solo un luogo dove custodire i risparmi ma anche il motore dal quale si origina la produzione di ricchezza. Queste le maggiori evidenze emerse dalla ricerca svolta da Uilca durante la campagna itinerante Chiusura filiali? No, grazie, la prima indagine demoscopica volta a misurare il sentiment del fenomeno della desertificazione bancaria nel Paese. Il rapporto ha raccolto, sul territorio nazionale, 2.870 interviste. Per le regioni Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, che costituiscono l’area Nielsen 4, sono state ascoltate 828 persone.

I dati, elaborati dall’istituto di ricerca Lab 21.01, sono stati presentati il 18 gennaio in occasione di un Convegno nella sede del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) a Roma. All’evento, il presidente del Cnel Renato Brunetta ha proposto l’apertura di un tavolo di confronto sul tema della desertificazione bancaria.

In Basilicata, dove 7 persone su dieci scelgono la banca, il 40,8% degli intervistati da quando non ha più lo sportello bancario vicino deve “impiegare più tempo per raggiungere la banca”. Il 20,5% utilizza “servizi on line sostitutivi”, il 16,8% è “costretto ad aspettare la disponibilità di familiari e amici che lo possano accompagnare”. Il 14,7% delle persone dichiara di aver “preferito lasciare il proprio comune per l’assenza di filiali bancarie o altri servizi essenziali”. In generale, per il 70,9% degli intervistati “la mancanza di una banca (o di un servizio essenziale analogo) per la scelta di vivere o abbandonare il comune di residenza” influisce “molto” (35,1%) e “abbastanza” (35,8%).