Basilicata. Il travestimento dei mediocri: il cambiamento è sempre lo stesso, non cambia

7 gennaio 2024 | 13:59
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Basilicata. Il travestimento dei mediocri: il cambiamento è sempre lo stesso, non cambia

In politica bisogna avere cazzimma: la nuova avanguardia della mediocrità al potere

Fu il giudice Giovanni Falcone a formulare la teoria della “prevalenza del cretino”. In “Cose di Cosa Nostra” il magistrato racconta dell’incontro tra un suo collega e Frank Coppola appena arrestato.

Alla domanda “Signor Coppola, che cosa è la mafia?” Il detenuto risponde: “Signor giudice, tre magistrati vorrebbero oggi diventare procuratore della Repubblica. Uno è intelligentissimo, il secondo gode dell’appoggio dei partiti di governo, il terzo è un cretino, ma proprio lui otterrà il posto. Questa è la mafia”.

Per la verità, in quel racconto, Falcone per cretino intendeva una persona mediocre. Quindi i sistemi mafiosi e, aggiungo, più in generale le cerchie di potere, per preservarsi, hanno bisogno di contesti “mediocratici”. Quei contesi in cui prevale l’uomo mediocre che, come scrive il sociologo canadese Alain Deneault nel suo saggio “Mediocratie”, è individuo mediano, conformista, sempre incline a collocarsi al centro, a metà tra gli incompetenti e i competenti. Individuo che se fosse completamente incompetente sarebbe inefficiente. Se, al contrario, fosse una persona di talento e competente rappresenterebbe un pericolo per l’ordine precostituito.

Il principio della “mediocrazia” si è affermato ovunque e ha funzionato da nutrimento all’espandersi della “mafiosità”, cioè di quei comportamenti individuali e collettivi che tendono a generare piccole e grandi “istituzioni” malate e corrotte.

In Basilicata la mediocrità ha raggiunto il culmine in molti settori della vita pubblica e privata. Basta guardarsi intorno. Siamo circondati da cretini -furbi in carriera e da cretinifurbi ormai in pensione. Questi ultimi, anziché godersi in santa pace l’immeritato vitalizio, continuano a girovagare nelle stanze del potere alla ricerca di prebende e favori che prima avevano ottenuto per se e per i propri figli e adesso, insaziabili, le pretendono per i nipoti e i pronipoti. Ma questi cretini-furbi, appartengono alle seconde e terze file del campo mediocre, sono più stallieri che scudieri. Spesso ce li siamo ritrovati ai vertici di enti pubblici e aziende pubbliche, ma anche al comando di postifici e consensifici, per nomina politica o sindacale.

Sulla scena adesso si affacciano nuovi mediocri, quelli a cavallo, più furbi e meno cretini. Quelli con la “cazzimma” incorporata. La cazzimma, per dirla con Pino Daniele è la furbizia accentuata, la pratica costante di attingere acqua per il proprio mulino, in qualunque momento e situazione, magari anche sfruttando i propri amici più intimi, i propri parenti … È l’attitudine a cercare e trovare, d’istinto, sempre e comunque, il proprio tornaconto, dai grandi affari o business, ai piccoli affari.

Una tipologia di mediocri che va oltre la descrizione di Alain Deneault. Si tratta di individui mediani, conformisti, collocati al centro (vagamente progressisti), che salgono però direttamente al vertice dei competenti, perciò apparentemente efficienti. E questo è possibile perché al contrario dei mediocri di un tempo, questi nuovi non rappresentano un pericolo per l’ordine precostituito e per il sistema di potere consolidato, perché sono essi stessi sistema di potere e ordine precostituito. Insomma, la mediocrità si consolida. E qualunque invito al cambiamento riguarda la sostituzione dei vecchi con i nuovi mediocri celebrata con un travestimento in grande stile. Non lasciamoci sedurre un’altra volta: il cambiamento è sempre lo stesso, non cambia.

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