Autonomia differenziata. Rosa (FdI): prima di parlare sarebbe bene leggere le norme
“L’autonomia differenziata può fare paura solo agli amministratori incapaci di gestire al meglio le risorse per i propri cittadini”
Con la riforma dell’autonomia differenziata, non cambia nulla o potrebbe cambiare tutto se la Basilicata dovesse decidere, come ha fatto, ad esempio, la Campania, di volere maggiore autonomia.
La disinformazione sulla questione è enorme e, ritengo, intenzionale. Prima di tutto è da dire che l’autonomia differenziata non l’ha inventata il Governo Meloni. La riforma del titolo V è stata approvata nel 2001, da una maggioranza di centrosinistra, e attribuisce la possibilità, alle Regioni che lo richiedono, previa intesa con lo Stato, il trasferimento a queste ultime di alcune materie che, oggi, sono di competenza concorrente, e delle corrispondenti risorse a quelle Regioni che riescano efficientemente ad assicurarne l’attuazione al pari o meglio dello Stato. Lo hanno già fatto, ben prima che il Governo Meloni venisse eletto, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Il decreto legge approvato stabilisce, in modo chiaro, che non sarà possibile procedere alla definizione dell’autonomia differenziata, se non saranno prima individuati i livelli essenziali delle prestazioni.
Quello che, invece, il Governo Meloni ha fatto, ridando il senso di Unità Nazionale al provvedimento, è quello che nessun Governo, prima, ha mai voluto fare: determinare i livelli essenziali delle prestazioni che devono essere assicurati a tutti gli Italiani, rompendo il dogma della ‘spesa storica’ quale elemento su cui calcolare i LEP. Questo era l’elemento che avrebbe potuto pregiudicare le Regioni meridionali, visto che, da sempre e proprio per l’assenza della determinazione dei LEP, le risorse sono state ripartite tra le Regioni in base alla spesa storica, con evidente pregiudizio per il Sud.
Su queste basi, l’autonomia differenziata può fare paura solo agli amministratori incapaci di gestire al meglio le risorse per i propri cittadini. E, purtroppo, in Basilicata ne abbiamo avuti molti.