Autonomia differenziata, “riprendere la mobilitazione popolare anche in Basilicata”

16 gennaio 2024 | 12:16
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Autonomia differenziata, “riprendere la mobilitazione popolare anche in Basilicata”
Vincenzo Tortorelli, segretario Uil Basilicata

Tortorelli (Uil): “Non ci possiamo permettere che i diritti di cittadinanza siano garantiti a seconda della zona geografica in cui si nasce o si risiede”

“Il ddl sull’autonomia differenziata arriva oggi in aula al Senato in un clima tutt’altro che favorevole per il Sud: la proposta di revisione del Pnrr sostenuta dal ministro Raffaele Fitto colpirà soprattutto le regioni del Sud che subiranno un taglio di 7,6 miliardi, la metà dei 15,9 che si prevede di ridurre. A questo si aggiunge l’eliminazione delle attuali Zes e dei 4,4 miliardi distratti dal fondo perequativo infrastrutturale acuendo maggiormente il divario infrastrutturale con il Nord del Paese”. Così il segretario regionale della Uil Basilicata Vincenzo Tortorelli per il quale “va ripresa anche in Basilicata la mobilitazione popolare che ci ha visti come Uil, insieme alla Cgil, nel presidio del Palazzo della Giunta Regionale il 17 aprile, insieme a sigle della società civile, con il Coordinamento per la democrazia costituzionale, intorno allo slogan “Teniamo unito il Paese. Autonomia differenziata? No grazie” e che è stata la prima tappa di iniziative in Basilicata. La ventina di manifestazioni indette da sindaci in tutt’Italia sono dunque un’ ulteriore occasione per far sentire forte la voce dei lavoratori e dei cittadini, delle autonomie locali meridionali contro una riforma che rischia di scavare un’ulteriore profonda frattura tra i diversi territori e di accentuarne i divari, fino ad arrivare vicino alla “disgregazione” del nostro già fragile Stato unitario, aumentando le disuguaglianze sociali e territoriali.

Non ci possiamo permettere – afferma Tortorelli – che i diritti di cittadinanza siano garantiti a seconda della zona geografica in cui si nasce o si risiede. Il tutto con il paradosso che i Livelli Essenziali delle Prestazioni a garanzia dei diritti civili e sociali, come previsto in Costituzione, non sono ancora stati definiti; anzi, c’è stata una proroga al 31 dicembre 2024, dell’attività della Cabina di regia per la loro determinazione. Ci preoccupa nello specifico l’erogazione dei LEP in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. In particolare – dice il segretario Uil – il DdL Calderoli rimane molto vago sulle modalità di finanziamento, oltre che sugli strumenti per garantire i Livelli Essenziali delle Prestazioni secondo quanto previsto dalla Carta Costituzionale. Il gap in sanità tra Regioni del Nord e del Sud è sempre più ampio, come dimostrano i dati sugli adempimenti ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e quelli sulla mobilità sanitaria che in Basilicata (secondo i dati più aggiornati della Fondazione Gimbe) ha raggiunto il saldo negativo di 83,5 milioni di euro.

Per questa ragione ribadiamo la richiesta di espungere la tutela della salute dalle materie su cui le Regioni possono richiedere maggiori autonomie. Perché, se così non fosse, la conseguenza sarebbe la legittimazione normativa della “frattura strutturale” Nord-Sud, che compromette l’uguaglianza dei cittadini nell’esercizio del diritto costituzionale alla tutela della salute, aumenta la dipendenza delle Regioni meridionali dalla sanità del Nord e assesta il colpo di grazia al Servizio Sanitario Nazionale. Per noi ci sono diritti fondamentali delle persone che non possono e non devono essere oggetto di autonomia differenziata: ci riferiamo al diritto all’istruzione, al diritto alla salute e sicurezza, al diritto al lavoro. Per questo ribadiremo in ogni occasione – conclude Tortorelli – la nostra contrarietà a questo Disegno di Legge e non rinunciamo a risollecitare un chiaro pronunciamento della Giunta Regionale sinora accondiscendente con il disegno del Governo” .