Ddl Calderoli |
Basilicata
/
Cronaca
/

Autonomia differenziata: “Il governo Bardi ha svenduto la Basilicata alla logica dei partiti”

24 gennaio 2024 | 11:02
Share0
Autonomia differenziata: “Il governo Bardi ha svenduto la Basilicata  alla logica dei partiti”
Vincenzo Esposito, Cgil Potenza

Esposito (Cgil): “si è reso corresponsabile dell’aggravarsi del divario tra la nostra regione e le regioni del Nord”

“Il governatore Bardi, con la sua approvazione del disegno Calderoli alla Conferenza Stato Regioni, ha svenduto la Basilicata alla logica dei partiti e si è reso corresponsabile dell’aggravarsi del divario tra la Basilicata e le regioni del Nord. Se a ciò aggiungiamo la sottrazione dei fondi del Pnrr al Sud per consegnarli al nord, il quadro diventa sempre più drammatico senza che nessuno della classe politica lucana abbia preso posizione”. Lo afferma il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito, all’indomani dell’approvazione il Ddl Calderoli sull’autonomia differenziata in prima lettura al Senato.

“Ciò – continua Esposito – nonostante il parere contrario di molte organizzazioni sindacali, delle opposizioni, di numerosi costituzionalisti, di tante associazioni e realtà vive della società civile. Un provvedimento – afferma Esposito – che non porterà nulla di buono ai lavoratori e ai pensionati lucani, a partire dalla messa in discussione del contratto nazionale di lavoro e dal definanziamento dello stato sociale. Aumentando i divari tra Nord e Sud del Paese, il danno sarà arrecato all’intera nazione: alla competizione sociale si aggiungerà quella territoriale, cresceranno ulteriormente le diseguaglianze, il trattenimento nelle regioni più ricche del cosiddetto residuo fiscale impedirà qualunque politica industriale e di coesione nazionale. Pensare che sfide cruciali come la conversione ecologica del nostro sistema produttivo e la transizione digitale possano essere affrontate con scelte diverse per ciascuna regione vuol dire lasciare indietro consapevolmente le regioni più svantaggiate da un punto di vista infrastrutturale.

Per non parlare della regionalizzazione della scuola, che mina il diritto all’istruzione universalmente riconosciuto dalla nostra Costituzione. Per tutte queste ragioni, ci prepariamo alla mobilitazione insieme alle tante associazioni e realtà con cui condividiamo un giudizio fortemente critico su questa scelta, utilizzando tutti gli strumenti democratici a disposizione per contrastarla”.