Ampliamento discarica, quel che sta accadendo a Pisticci è già accaduto a Guardia Perticara

5 gennaio 2024 | 14:09
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Ampliamento discarica, quel che sta accadendo a Pisticci è già accaduto a Guardia Perticara
Discarica Guardia Perticara

Il Comitato SalvaGuardia: “Questo bel regalo ce lo hanno fatto quelli di prima. I nuovi non sono stati da meno”

Di seguito il comunicato del Comitato SalvaGuardia sull’ampliamento delle discariche di Guardia Perticara e Pisticci.

“E’ di questi giorni la notizia riportata sulle testate giornalistiche regionali della richiesta di ampliamento della discarica Pantone di Pisticci da parte della Ecobas s.r.l. e dell’opposizione da parte del Comune. Sembra di assistere a un film già visto e di cui già si conosce il finale. Quello che si sta propinando a Pisticci, noi l’abbiamo già vissuto sulla nostra pelle. Le situazioni sono simili e i protagonisti principali, anche se apparentemente in competizione tra loro, per raggiungere i loro scopi, viaggiano in sintonia e, guarda caso, provengono dalla stessa zona.

A Pisticci tutto inizia quindi nel 1992, con l’autorizzazione di una discarica tipo 2B a favore della ditta Ecobas S.r.l., e negli stessi anni viene autorizzata una discarica dello stesso tipo a Guardia Perticara alla ditta Semataf. Seguono negli anni vari ampliamenti, varia la tipologia delle discariche, eufemisticamente si parla di rifiuti speciali non pericolosi, ma vengono autorizzati anche settori per ospitare rifiuti pericolosi in percentuale del 15%. A maggio 2023 viene presentato il progetto di ampliamento della discarica di Pisticci per una volumetria complessiva di 300.000 mc, di cui per 70 .000 mc. in sopraelevazione della vasca precedente e per 230.000 mc con la realizzazione di un nuovo bacino di discarica, in parte interrato e in parte in elevazione.

L’ampliamento della discarica di Guardia viene presentato nel 2017 per 547.180 mc lordi di cui netti mc 495.000; quantitativo da sommare ai 604.000 mc autorizzati precedentemente, anche questo chiamato “ampliamento” che prevede un piazzale a ridosso dell’attuale impianto e la nuova vasca a una distanza di oltre 200 metri dall’impianto in esercizio e quindi fuori dai suoi confini e a distanza inferiore a mille metri dall’abitato e dai ricettori sensibili quale scuola e impianti sportivi mentre nel progetto , è invece riportata una distanza di 1.500,00 metri dall’abitato e non sono riportati i ricettori sensibili

Entrambi gli ampliamenti sono progettati con i fuori terra, gli unici due finora in Basilicata, ed entrambi i progetti portano la firma dello studio di progettazione di Potenza F4 ingegneria srl: un nome, una garanzia!

Il progetto presentato a Guardia nel 2017, come prevedeva la legge allora in vigore, per le distanze non rispettate dai ricettori sensibili e dall’abitato doveva essere rigettato e invece gli uffici regionali fanno finta di niente, e proseguono indisturbati con un iter procedimentale disinvolto e mancante di passaggi fondamentali come previsto dell’art. 27 bis del d.lgs. n. 152 del 2006, ma il colpo di mano avviene dopo 15 mesi dalla presentazione della domanda. Non ci sono le distanze minime dall’abitato e dai ricettori sensibili? allora si cambia la legge. Con l’approvazione della legge regionale 35 del 16 novembre 2018 s’inventano l’articolo 17 comma 5 che in caso d’interventi su impianti esistenti è possibile il rilascio di nuova autorizzazione finalizzata all’ampliamento, a prescindere dai criteri di localizzazione. Per Pisticci è stata indicata una distanza di circa duemila metri dall’abitato, ma qualora non fosse esatta la distanza, trattandosi di ampliamento, è già stata invocata l’eventuale applicazione del famoso citato art. 17 comma 5 della l.r. 35/2018 (punto 6.2 –della sintesi non tecnica dello Studio ambientale presentata).

Questo bel regalo, l’introduzione del citato articolo nella legge regionale, ce l’hanno fatto quelli di prima. I nuovi non sono stati da meno, e la montagna di spazzatura alta più di trenta metri dal piano di campagna che hanno autorizzato a Guardia Perticara, abbiamo pensato di denominarla “Monte Rosa”, in onore di chi si è tanto prodigato successivamente per tale realizzazione.

Superato lo scoglio delle distanze, che prima erano motivi assoluti di esclusione e nonostante due pareri negativi dell’ufficio geologico poiché la vasca è a ridosso di una R4, (a Pisticci c’è una R2), le 5 Osservazioni dei cittadini, due petizioni di 170 e 720 cittadini, nonostante i pareri negativi dell’amministrazione comunale subentrante, almeno 50 articoli sui giornali locali, l’intervento Di Italia Nostra, del Wwf, due interrogazioni parlamentari di De Bonis e Fratoianni, due interrogazione al parlamento europeo di Pedicini e Rosa D’Amato, le denunce di Pio Abiusi e del Comitato Civico di Gorgoglione, vari servizi televisivi, il costante impegno del Comitato Civico SalvaGuardia composto da 180 soci, sulla propria pagina facebook “SalvaGuardia , di un paese facente parte dei borghi più belli d’Italia, e bandiera Arancione del Touring club, dicevamo nonostante tutto ciò, la Regione procede al rilascio prima della VIA (valutazione di impatto ambientale) e successivamente all’AIA (autorizzazione integrata ambientale), entrambi provvedimenti endoprocedurale…del PAUR..
Il PAUR viene impugnato davanti al TAR di Basilicata con due distinti ricorsi da parte del comune e dal Comitato civico + 7 cittadini, a cui si aggiunge il Wwf regionale con un intervento ad adiuvandum a firma dell’avvocato Donato Lettieri
Il TAR di Basilicata respinge entrambi i ricorsi e prima ancora le richieste di sospensiva, ed esclude il Wwf. in quanto non è dimostrato l’interesse che intendono tutelare.

Per il TAR di Basilicata, le evidenti violazioni di legge ed eccessi di potere, da parte degli uffici regionali, vengono considerati come “determinazioni rientranti nell’ambito della discrezionalità tecnico amministrativa, sottratta al sindacato di legittimità” uniformandosi alla lettera su tutto, alle deduzioni degli avvocati della controparte. Singolare è l’interpretazione dell’acquisizione dei pareri all’interno della conferenza dei servizi, a seconda le parti che la richiedono. e con tre diverse decisioni all’interno della stessa sentenza. Si ritiene acquisito quello dell’Asl, convocata e non presente, non necessario quella della Soprintendenza, con parere acquisito a conferenza chiusa e notificata e non tenuto in considerazione il parere del Comune perché espresso al di fuori e dopo lo svolgimento della conferenza di servizi.
Il nostro ricorso, consisteva in “nove articolati motivi specifici, deducendo da più angolazioni la violazione e false applicazioni di legge” ” ben esposti dal valido avvocato Mario Zuroli. Le nostre motivazioni sono state, se non integralmente, riprese e motivate nella sentenza decisa in camera di consiglio del 21 giugno 2023 e pubblicata il 16 novembre 2023.

Ben diversa è stata la sorte del ricorso del Comune, che è proceduto in parallelo con il nostro, stranamente non unificati, se non nella sentenza e andato in decisione lo stesso giorno. La sentenza è stata pubblicata una settimana dopo la nostra e il TAR ha ritenuto il ricorso infondato e quindi di soprassedere allo scrutinio delle eccezioni sollevate in quanto le doglianze ritenute sovrapponibili a quelle scrutinate nella nostra sentenza. Praticamente sono state riportate nella sentenza integralmente le motivazioni di diniego alle nostre nove motivazioni e non scrutinate e analizzate le cinque motivazioni esposte dal Comune, alcune assolutamente non trattate dal nostro, quale per esempio “l’opzione zero rifiuti” -; un’evidente offesa all’operato di due famosi professori universitari della Capitale

Alla data odierna il progetto dell’ampliamento di Pisticci ha superato la fase di richiesta agli enti interessati per fare le proprie valutazioni ed osservazioni e la fase di pubblicazione al pubblico per le eventuali osservazioni e al termine dei 60 giorni concessi, stranamente, per una grande comunità come quella di Pisticci, sono state presentate solo due osservazioni: quella dell’amministrazione comunale e quella dell’associazione ambientalista Cova contro rappresentata da Giorgio Santoriello, uno degli pochi indefessi ambientalisti in Basilicata.

Facendo il raffronto con quanto sinora descritto, non ci vuole troppo fantasia per capire quale sarà l’esito finale. Il progetto supererà agevolmente l’iter di approvazione, nulla potendo in fase di conferenza di servizi la solo opposizione del comune, verrà rilasciato il PAUR e se il Comune ricorrerà al TAR, si troverà come difensore della ditta un affermato avvocato pugliese e la sentenza non potrà che avere lo stesso nostro esito.

Quello che non possiamo prevedere è quello che deciderebbe il Consiglio di Stato, in quanto ancora non ci siamo andati.
Una recente sentenza del Consiglio di Stato—n. 8351/2021 —Picerno—-Dia per la costruzione di impianto di biogas con biomasse aziendali”, fa ben sperare in quanto afferma: L’interesse pubblico sotteso all’esercizio dell’autotutela consiste, con ogni evidenza, nella tutela dell’ambiente e nell’ordinato assetto del territorio; in proposito, è opportuno rilevare che, nel nostro ordinamento, l’iniziativa economica privata è sì libera, purché svolta entro i limiti previsti dalla legge, tra cui certo rientrano quelli a tutela del bene ambiente, oggetto di piena e diretta protezione costituzionale (cfr. articoli 9, 32 e 117, comma 2, lett. s], Cost.) Comitato Civico SalvaGuardia