No al fotovoltaico galleggiante sulla diga di San Giuliano
Associazione Ambiente e Legalità: “compromette in maniera irreversibile la biodiversità e pertanto non potrà ricevere alcun parere favorevole”
L’Ufficio Risorse Idriche del Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata a firma del suo dirigente Roberto Tricomi che è anche Direttore Generale del Dipartimento, (Sic!) ha pubblicato 15 Avvisi Pubblici per dare in Concessione alcuni specchi d’acqua per l’istallazione di impianti fotovoltaici flottanti. Realizzare impianti fotovoltaici flottanti per la produzione di energia da fonte rinnovabile e ridurre le emissioni causate dalle fonti fossili è di per sé una attività imprenditoriale valida, poco diffusa In Italia mentre molti impianti di questo tipo sono stati già realizzati in Giappone, India ed anche in Portogallo. Il vantaggio è dato anche dalla possibilità di rinfrescare facilmente i pannelli quando la temperatura raggiungere gradi elevati proprio con l’acqua sulla quale i pannelli flottanti galleggiano e fin qui tutto bene. Il fatto che non può non preoccupare perché dimostra la grassa ignoranza del direttore generale di importazione e che è proprio preposto alla tutela ed alla verifica della compatibilità ambientale è che tra questi 15 avvisi pubblici è incluso anche l’invaso di S. Giuliano oltre all’invaso dalla Camastra e di Montecotugno, questo ultimo è inserito nel Parco del Pollino e potrebbe essere vincolato da norme di gestione dettate dalla amministrazione del Parco stesso, l’aspetto deve essere approfondito.
Da condannare senza appello è l’aver pubblicato l’avviso per la concessione dell’invaso di San Giuliano. Il nostro direttore generale confonde l’area per una delle altre 12 vasche, mediamente di un ettaro scarso ciascuna, che possono essere date in concessione per impiantare pannelli fotovoltaici flottanti, L’invaso di S. Giuliano è a sua insaputa l’ IT 9220144 San Giuliano e Timmari, una Zona di Speciale Conservazione, ZSC, rientrante nel programma di “Rete Natura 2000” regolamentata dalla Direttiva comunitaria 92/43/ CEE del 21 Maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.
Il decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre1997, n. 357, e successive modificazioni ha recepito la suddetta Direttiva comunitaria e la regolamenta per gli aspetti nazionali. San Giuliano e Timmari IT 9220144 fu riconosciuta Zona di Speciale Conservazione con il decreto del MATTM del 16 Settembre 2013 e fa parte della regione biogeografica mediterranea nel territorio della Regione Basilicata.
La Zona di Speciale Conservazione, ZSC era già stata proposta alla Commissione europea quali Siti di Importanza Comunitaria (SIC) ai sensi dell’art. 4, paragrafo 1, della direttiva 92/43/CEE. Ciò detto l’area presenta una ricca biodiversità ed è sottoposta a rigide norme della tutela e conservazione prescritte dalla DGR 30 del 15-1-2013.
Tutto qui e scusate se è poco, qualcuno lo dica al direttore Tricomi che l’intervento non è direttamente connesso alla conservazione della IT 9220144 San Giuliano e Timmari e pertanto ai sensi dell’art. 5 del DPR n. 357/1997 è da assoggettare a Valutazione di Incidenza. Appare del tutto evidente che occupare con pannelli flottanti oltre 39 ettari dell’invaso di S. Giuliano significa compromettere in maniera irreversibile la biodiversità e pertanto non potrà ricevere alcun parere favorevole.
Pio Abiusi, Associazione Ambiente e Legalità