Lavoratrice Stellantis: “Qui a Melfi rimarremo solo in 2000″
Le voci insistenti sul futuro, e le condizioni di lavoro sempre peggiori nel presente: “Siamo rimasti in pochi e realizziamo quasi le stesse auto di prima. Stiamo scoppiando”
“Che tristezza entrare in fabbrica e vedere tutto vuoto, siamo sempre di meno, tra linea soppressa, trasferte e licenziamenti, viene una grande malinconia”. Così una lavoratrice del Montaggio, a S. Nicola di Melfi, che denuncia quanto sia ulteriormente peggiorata la condizione lavorativa negli ultimi tempi nell’azienda del Gruppo Stellantis.
“Dal rientro dalla pausa estiva ad oggi è tutto peggiorato, davanti ad un assordante silenzio”. Entrando nel merito, aggiunge: “Siamo sempre meno, per effetto delle trasferte ‘obbligatorie’, così ci troviamo sempre in meno a produrre quasi le stesse auto”. Con un effetto negativo a catena. “Giovani colleghe e colleghi che si lamentano perché costrette alle postazioni fisse. Anche se sei giovane e non hai un problema fisico, a lungo andare, così, prima o poi ti insorge il problema. Significa chiedere l’impossibile ai lavoratori, sfruttarli fino al limite delle possibilità fisiche”.
Ma gli effetti negativi a catena toccano non solo la salute di chi sta sulla linea, ma anche la stessa qualità e l’ergonomia delle auto prodotte. “Se non ce la fai a seguire la linea, se è scomoda, lasci passare le vetture, con operazioni non effettuate. E’ chiaro che poi mancheranno sempre più dettagli, a scapito della qualità del prodotto. Inevitabile che poi le auto tornino indietro. Dov’è il guadagno per l’azienda?”. Tantissimi i lavoratori chiamati in trasferta, altrettanti quelli che si licenziano per non accettare la trasferta o perché’ non riescono a stare più dietro agli attuali ritmi di lavoro.
“In molti stiamo soffrendo in silenzio e non ce ne andiamo solo perché l’età pensionabile si allontana sempre di più, dalla 103 alla 104, e non sappiamo come agganciarci alla finestra giusta”. Ma il morale è basso tra le maestranze, “è come se stessero facendo di tutto per liberarsi di noi, siamo un peso, siamo troppi”. A tal riguardo, da un po’ di tempo, proprio per il passaggio all’elettrico coi 5 nuovi modelli annunciati, sta correndo una voce sul futuro di Melfi. “Qui entro due anni rimarremo solo in 2000, massimo 2500”. Una proiezione che appare nefasta, il peggiore dei sortilegi per una realtà un tempo fiore all’occhiello come S. Nicola di Melfi. “Se le voci che circolano hanno un fondamento, mi chiedo quali saranno i requisiti per rimanere nella platea dei 2000 fortunati. Solo i più schiavi e i più
lecchini resteranno qui sulla linea?”. Domande pertinenti, quelle della lavoratrice, a cui, si spera, possa giungere una risposta al tavolo romano del 6 dicembre, al Ministero dell’Industria, dove saranno presenti anche sindacati e Regioni. “E chi a Melfi non rientrerà tra i 2mila fortunati – conclude perplessa l’operaia Stellantis – che destino dovrà attendersi?”