“La Basilicata meriterebbe politici di spessore”

12 dicembre 2023 | 10:38
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“La Basilicata meriterebbe politici di spessore”

L’opinione di Antonio Quagliano, cittadino di Tolve

A partire dagli anni cinquanta, per la maggior parte dei ragazzini di paese, e forse non solo, la “Lucania” era considerata, se non la regione più povera, una delle più povere d’Italia.  Scarsa cultura generale, scarso sviluppo, scarse strutture e viabilità. Agricoltura ancestrale, pastorizia, vita quasi feudale. Piccoli privilegi toccavano a chi aveva un po’ di latifondo o possedeva greggi ed armenti. Tutto questo è andato avanti sino a quando, verso la metà degli anni sessanta, è cominciato l’esodo verso l’industrializzazione del Nord, non solo italiano ma europeo (Germania, Francia, Svizzera, etc.).

Le rimesse dei lavoratori emigrati avevano migliorato lievemente le economie familiari, ma la regione niente o quasi, stentava, anche se cominciava a realizzare qualche infrastruttura significativa, che dava la sensazione di chissà quale progresso, perché magari non si aveva contezza di quello che si realizzava altrove, al Nord. La politica era in mano ai partiti, vi era gente colta e politicamente preparata, e però, per i più (fortunatamente non per tutti), cominciava a crescere il senso dell’onnipotenza e soprattutto il concetto che il denaro pubblico dovesse servire per oliare gli ingranaggi dei propri feudi, che non necessariamente contemplavano opere pubbliche, opere sociali, investimenti per la sanità, per la cultura, per l’industria, e soprattutto per l’agricoltura, ma dovevano servire all’impinguamento del proprio benessere. Così piano piano, ma inesorabilmente, l’azione politica ha cominciato a perdere ciò che di alto, di “onorevole” aveva o avrebbe dovuto avere. Quindi, la cosiddetta tangentopoli, ma più di tutto la grande sfiducia dei cittadini, ha annientato i partiti e costretto molti politici a sparire dalla scena. A combattere, qualcuno ha detto (fatte salve, anche qui, le dovute eccezioni), non sono più i politici di spessore, dotati di modestia, empatia, equilibrio di comportamento, onestà morale ed intellettuale, privi di conflitti di interesse e capaci di scegliere i propri collaboratori, ma gli affiliati, i portaborse, gente che quasi mai ha lavorato, gente che tutto sa e nulla capisce. Questi ultimi probabilmente provengono già da ceti sociali ove il lavoro non è mai stato considerato fattore di dignità, di autonomia e libertà.

Meglio essere servili, servizievoli, camerieri di qualche notabile che poi elargisce, fa ottenere qualche sussidio. La scuola, per questi, non è stata, probabilmente, mai fonte di crescita culturale e preparazione per una futura vita professionale dignitosa, ma solo il mezzo per l’ottenimento del pezzo di carta, magari anche barattato, da incorniciare e da ostentare per le affiliazioni. A questi ultimi, con la mentalità da mantenuti, che la concomitanza delle affiliazioni, senza alcun altro merito, e lo sfascio della politica, magari ha consentito un breve periodo di illusoria onnipotenza, tant’è che subito poi magari sono stati bocciati, mandati a casa, si addice un detto abbastanza noto, che certamente non tocca i veri esercenti tale nobile professione. Vale a dire: “Il pidocchio che cade, casualmente, nel sacco della farina, e dopo essersi rotolato, dice di essere un MUGNAIO”. Questi sedicenti mugnai, che non sono altro se non degli affiliati (ora a questo ora a quelli), mantenuti e sfaccendati, perché forse non hanno mai lavorato, che si permettono magari di dare anche giudizi sgradevoli su chi non li condivide, fanno finta di ignorare o, spregiudicatamente, ignorano probabilmente di quale natura sia la pletora di chi gli è vicino, ove c’è di tutto e di più (soprattutto di più) e di chi (fatti salvi quelli in buona fede) gli si è affiliato, perché avente le stesse radici di quello stato sociale di cui sopra.

Questi sedicenti “Mugnai”, quindi, dovrebbero occuparsi di industrializzazione? Sì! Hanno magari partecipato a qualche sciopero dei metalmeccanici e di qualche altra categoria. Questi magari dovrebbero occuparsi dei problemi della cultura e della scuola? Sì! Hanno distribuito i cioccolatini agli alunni a Pasqua e Natale. Questi magari dovrebbero occuparsi di infrastrutture? Sì! Hanno riparato qualche buca qui e là. Questi dovrebbero occuparsi della sanità? Sì! Hanno distribuito un po’ di mascherine. Questi dovrebbero trattare i problemi dell’agricoltura? Sì! Hanno visto in televisione come scende il sudore dalla fronte dei contadini quando sono impegnati nei loro campi. Questi sono quelli che vorrebbero andare in parlamento o nei parlamentini? E no!!! Questi sedicenti “Mugnai” sono quelli che bisognerebbe mandare a … lavorare, per far capire come si campa, cosa significa sudare, dove essere affiliato non serve, dove non si recitano o si urlano, ora con questo ora con quell’altro, gli slogan: ““Viva qui, viva lì, Forza qua, forza là” per farsi foraggiare.

La Basilicata, oggi, è da considerare, in quanto a risorse naturali (petrolio, gas, acqua, etc.) una delle regioni più ricche e quindi meriterebbe non politicanti ma politici di spessore.