Interventi e commenti |
Basilicata
/
Cronaca
/
Economia
/

Basilicata regione sempre più vecchia, ma non è una terra per anziani e fragili

21 dicembre 2023 | 11:25
Share0
Basilicata regione sempre più vecchia, ma non è una terra per anziani e fragili

Vaccaro (Uilp): “Lo sviluppo, la crescita si programmano, non sono bonus impacchettati da trovare sotto l’albero la notte di Natale”

“Nonostante la marcia a lunghi passi verso il titolo di regione più vecchia d’Italia sembri ormai inarrestabile, la Basilicata non è un posto per anziani o per fragili”. A dirlo è Carmine Vaccaro, segretario della Uil Pensionati di Basilicata. “L’ultima indagine dell’Istat – dichiara Vaccaro – certifica l’insuccesso delle politiche populiste e nient’affatto accattivanti, portate avanti dall’esecutivo di Vito Bardi e dal centrodestra tutto. L’assenza di opportunità concrete di lavoro, l’impossibilità di creare le condizioni per una crescita reale, la mancanza di visione per il futuro a partire dai tagli draconiani immaginati dal governo nazionale per la scuola lucana, hanno messo le basi non solo di un fallimento politico di una classe dirigente proiettata verso il potere per il potere, ma purtroppo anche le radici di una epidemia, difficile da sradicare, per il futuro di questa regione”.

“Ma non c’è solo l’emigrazione giovanile, a preoccupare- dice il segretario-. Sono tanti i genitori che con figli a carico perdono il lavoro e si vedono costretti a fare le valigie. E poi c’è il fenomeno degli emigranti maturi. Nonni che raggiungono nipoti e figli in città del nord, anziani che scelgono di trasferirsi all’estero dove il servizio sanitario funziona e dove non si rischia di dover attendere mesi e mesi per una risonanza magnetica, una tac, una gastroscopia. La Basilicata dunque, non è un posto né per giovani, tantomeno per persone avanti con l’età o con fragilità. E le ultime stime dell’Istat che parlano di 3600 residenti in meno, con un tasso di mobilità interna tra i più bassi d’Italia, unitamente ai rilievi della Corte dei Conti sul Rendiconto finanziario in particolare per quanto attiene la spesa sanitaria sostenuta dalla Regione per tutti quei lucani che decidono di curarsi altrove, rappresentano la narrazione di una parabola in discesa. Frutto dell’incapacità di Bardi e della sua maggioranza di costruire le radici per una crescita reale. E’ mancata la programmazione a lungo termine, a vantaggio della politica del friggi e mangia, una logica buona solo a tamponare i problemi non a risolverli. I bonus energetici in chiara logica elettorale, non sono serviti a promuovere sviluppo. A creare l’emigrazione di ritorno. Al contrario si scappa sempre di più da questa terra. Rischiamo di diventare un parcheggio in attesa di ‘lidi migliori”’.

“Recentemente l’Istat ha diffuso il rapporto sulle strutture residenziali socio assistenziali e sociosanitarie relative all’anno 2021con i dati regionali. Le strutture residenziali attive nel nostro Paese sono 12.576 per un’offerta di posti letto di 414 mila (sette ogni mille persone residenti). La Basilicata è la regione tra quelle con meno disponibilità, 4101 posti, (terza dopo Molise e Valle d’Aosta) ma l’unica realtà ad avere un livello di assistenza ‘alta’ pari a zero. Questi dati sono una ragione in più per sostenere che serve una riforma e che vi sia bisogno di attuare politiche per potenziare la continuità a domicilio delle cure o per la residenzialità condivisa, il cosiddetto cohousing, mettendo al più presto a terra i progetti del Pnrr e finanziando adeguatamente le legge per la non autosufficienza. Senza contare il lassismo registrato dall’attuale esecutivo regionale sul fronte delle Rsa, dove mancano linee guida oltre al caos registrato sul manuale d’accreditamento”.

“Siamo in chiusura d’anno – conclude Vaccaro – e l’auspicio è che questa nostra Basilicata possa trovare la sua strada, che non sia quella del mero opportunismo politico, ma della programmazione per i giovani e anche per tutti quei meno giovani che mettono le radici in questa regione decidendo di farne la propria casa. Lo sviluppo, la crescita si programmano, hanno bisogno di investimenti su sanità, servizi, lavoro, infrastrutture. Non sono bonus impacchettati che si trovano sotto l’albero la notte di Natale”.