Basilicata, elezioni: “Chiorazzo è parte del sistema, non estraneo al sistema”

11 dicembre 2023 | 10:36
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Basilicata, elezioni: “Chiorazzo è parte del sistema, non estraneo al sistema”

“Il M5S mostra gravi carenze di iniziativa politica per essere il primo partito lucano alle scorse politiche”

Non so se hanno ragione Mirella Liuzzi e Materdomini che, su La Nuova di ieri e di avantieri, hanno sottolineare che sarebbe opportuno parlare con Chiorazzo, e non solo con lui aggiungo. Ma la situazione della Basilicata e del Sud è talmente grave e forse ha già superato il punto di non ritorno da richiedere un cambio di passo e di paradigma.

Ne sono talmente convinto che a chi mi ha chiesto la disponibilità di incontrarlo per parlare di programmi ho detto sì, e comunque vadano le cose, appartengo totalmente alla mia terra e farei di tutto per un programma compiuto e di visione e che possa diventare realtà.

Queste non sono elezioni come le altre. Come saprete incombe su tutto il Mezzogiorno, nella quasi indifferenza generale, lo spettro della riforma Calderoli, che, se approvata, sancirà ora e per sempre l’irrimediabile e definitivo abbandono del Sud a un futuro di sottosviluppo nell’apparente cornice della Unità Nazionale. E la salvezza non può essere in misure nazionali, come implicitamente suggerisce Liuzzi, come il reddito di cittadinanza o il salario minimo o la ZES o la Zona Franca Energetica, ma in dotazioni locali di fattori abilitanti dello sviluppo come le infrastrutture e la innovazione nella cultura della governance politica e amministrativa.

Proprio per questo è necessario battere la destra e per battere la destra occorre convincere il 50% delle persone, prevalentemente elettori del M5S e della sinistra, che non va a votare ad andarci e a votare per uno schieramento alternativo all’attuale governo regionale. Per ottenere questo occorre però un programma all’altezza delle sfide e dei candidati credibili.

E quindi una classe dirigente politica responsabile nei confronti del proprio territorio si deve chiedere: Angelo Chiorazzo può essere o no un candidato vincente? Forse, ma a mio modo di vedere presenta dei forti punti di debolezza.

  • È una candidatura divisiva

Da mesi il cosiddetto Campo Largo si divide tra Pittella, Margiotta i sostenitori di Chiorazzo o di Bochicchio, De Filippo, Folino, Orofino eccetera.

Poi è stata, e forse lo è ancora, divisiva anche all’interno della stessa Basilicata Casa Comune e forse il confronto / scontro con Bochicchio, l’altra faccia della stessa medaglia, non si è ancora del tutto consumato. Di sicuro è una candidatura divisiva all’interno del PD e dei suoi potenziali alleati e, dulcis in fundo, sta dilaniando il M5S che sul Campo Largo rischia di lasciarci la pelle. Come volevasi dimostrare sul Il Quotidiano di Basilicata di ieri Gianni Leggieri già minaccia scissioni e sfaceli, con buona pace delle possibilità di vittoria, che, a prescindere da chi si candida, per vincere necessita di un M5S compatto, motivato e unito. Gli altri partiti e movimenti del c.d. Campo Largo o mugugnano o si schierano contro.

  • Assenza totale di contenuti

Mi piacerebbe sapere su quali contenuti programmatici si è consumato lo scontro Bochicchio – Chiorazzo. Salvo mio errore ad oggi Chiorazzo non ha ancora espresso il suo pensiero su cosa vuole fare della Basilicata e in Basilicata in caso di vittoria. Questo è già di per se grave per una candidatura politica ma ancora di più per una candidatura civica. Perché Chiorazzo si candida? Per quali progetti e per quale visone chiede il voto?

Mi pare che qui si inverta la logica. Si fanno prima accordi sulle candidature, non si sa ancora bene su quali discriminanti operative e programmatiche, e poi ognuno porta il suo elenco al candidato che dirà questo sì e questo no? Proprio la logica contraria a quanto richiesto da Liuzzi.

  • Chiorazzo è parte del sistema e non estraneo al sistema

Niente di personale e massima apertura a discutere con tutti, ma in Basilicata serve innanzitutto una forte discontinuità con il passato che ha determinato questa situazione. E qui c’è un grande errore nei sostenitori di Chiorazzo che appaiono ridicoli quando affermano che la sua leadership è avversata dal sistema di potere lucano e no. Manco fosse Di Battista! In realtà egli è parte del sistema che ha governato la Basilicata e, soprattutto, l’Italia, e non certo la parte amica del M5S, negli ultimi venti anni. Dirlo poi dalle colonne del giornale di Macchia, che è diventato l’house organ di Chiorazzo, come ha fatto Liuzzi e Materdomini, è offensivo per l’intelligenza dei lucani. Anche perché sul suo profilo FB abbondano foto con il Papa e Mattarella e se si va a ritroso si troveranno foto con Andreotti, Gianni Letta e tutto il peggior cucuzzaro della prima e seconda Repubblica. Proprio il profilo di un innovatore del sistema!

  • Può Chiorazzo incarnare la voglia di cambiamento dei lucani?

La vera differenza tra i politici del Sud e quelli del Nord è che i secondi influenzano le scelte nazionali e dei propri partiti a favore degli interessi dei propri territori. Al Sud invece i politici si mettono al servizio dei propri partiti e degli interessi nazionali e sembrano quasi vergognarsi di difendere gli interessi del proprio territorio. A quando un candidato che risponda innanzi tutto ai lucani, e poi ai partiti e alla propria ambizione politica? Questo sarebbe un vero cambio di passo e darebbe speranze a tutti i lucani. Più che dai lucani questa sembra una candidatura spinta e voluta da Roma. A chi risponderà in caso di vittoria? Alle necessità lucane o agli equilibri romani? Dove è la discontinuità con il passato?

  • La storia personale di Chiorazzo è più da candidato ideale del Centro Destra che del Centro Sinistra

Manca in lui un percorso che spinga l’elettorato del M5S e del PD, disilluso dai governi Monti e Draghi e da una sinistra che ha copiato per troppo tempo la destra liberista e del conservatorismo cattolico, a identificarsi con la necessità di un cambio di paradigma anche su base culturale.

I giovani difficilmente rimarranno in Basilicata e la troveranno attrattiva finché rimarrà l’attuale sistema culturale di stampo patriarcale, dove vige in politica la relazione corta e dove in economia domina il modello del familismo amorale. Serve anche un contesto dove siano certi i diritti civili, di accoglienza e di gender. Ossia un contesto di libertà fisica e di pensiero e la visione di una società aperta e moderna. Ho forti dubbi che Chiorazzo sia un credibile interprete di queste istanze.

  • La candidatura di Chiorazzo mostra la mancata capacità di rinnovamento del PD e della sinistra

Dopo 5 anni di opposizione il Centro Sinistra non è stato capace di un vero cambio nella leadership locale rimanendo impantanato negli scontri dei vecchi ed eterni fratelli coltelli. Tanto che la candidatura di Chiorazzo appare più una occasione per regolare vecchi conti già all’interno, e non al di fuori, dei vecchi potentati del PD e no, di cui fa parte lui stesso, che un modo per superarli. Alla fine forse una quadra di potere, come da tradizione, tra i sostenitori di Bochicchio – Pittella e Chiorazzo – De Filippo si troverà e verosimilmente saranno tutti insieme appassionatamente. Come al solito e fino al voto, poi si ricomincia.

  • Il M5S mostra gravi carenze di iniziativa politica per essere il primo partito lucano alle scorse politiche

Dopo 5 anni di opposizione anche il M5S non è stato in grado di esprimere una base programmatica e un candidato credibile.

Non si può confondere la cultura di governo, che prevede idee programmi e capacità attuativa, con gli inciuci e i dalemoni, materie dove il PD è più preparato.

Oggi il M5S si sta dividendo non sulle cose da fare, ma pesantemente tra Pittelliani e Chiorazziani con sospetti e insulti. Dopo Caiata bisognerebbe almeno trarre insegnamento dai propri errori, e non perseverare. Il Potenza Calcio si è già rilevato tossico per il M5S. È vero che il Vangelo dice ‘siate agnelli in mezzo ai lupi’ ma per convertirli, non per farsi sbranare. Cosa che accadrà al M5S se scampato il lupo Chiorazzo incontrerà il lupo Bochicchio – Pittella o le primarie che, visto il track record lucano di fair play e correttezza, sono un suicidio, e neanche assistito, non solo del M5S ma di tutto il Campo Largo.

Detto tutto ciò, e sperando di sbagliarmi, cosa fare?

Le alternative

Come si faccia a insistere su questa candidatura è un mistero. Evidentemente c’è un potente non detto che la tiene ancora in piedi visto che anche a un politico di risulta appare già morta.  Non vale dire che non ci sono nomi alternativi perché non è vero. In realtà ci sono nomi in misura maggiore della bisogna e in grado di interpretare la voglia di cambiamento e la speranza dei lucani. Quale nome dipende dalla partita che si vuole giocare, se per cambiare le cose o per occupare delle poltrone. L’ipotesi di Campo Largo, al momento, è così priva di contenuti che sembra orientata unicamente alle poltrone. E poi questo modo di fare politica è respingente per chiunque voglia prima parlare delle emergenze lucane e di cosa fare e poi di alleanze e candidature e che abbia veramente a cuore il futuro della Regione e de Sud.

Cosa fare

Onestamente ho perso passione, interesse e voglia di capire cosa farà il centro sinistra, il campo giusto o il campo largo. Bene che vada con queste premesse il governo di centro sinistra, in caso di vittoria, esprimerà i soliti pannicelli caldi e non sarà molto diverso da quello attuale della destra o quelli passati di De Filippo o Pittella. Niente che scaldi il cuore con la speranza.

Il tempo però stringe e vista l’assenza di contenuti su cui discutere è bene che si superi la scelta di un civico e si torni a una soluzione politica. Se l’indicazione del nome compete al PD allora il candidato governatore non può che essere il segretario regionale del PD, Giovanni Lettieri, che dovrà fare sintesi tra le istanze degli alleati del Campo Largo.  Se compete al M5S dovrà essere il suo responsabile regionale o chi per esso.

Assunzione di responsabilità

Ma se Chiorazzo deve essere candidato ebbene Chiorazzo sia! Ma che ognuno si assuma ora e per sempre le proprie responsabilità.

In sede romana Elly Schlein, Speranza e Conte. In sede locale il PD, che è rimasto fermo alle beghe di 5, 10, 15, 20 anni fa e con gli stessi duellanti, e quanti nel M5S, invece di fare proposte, si sono inseriti nelle logiche interne di queste beghe. Basta che dopo le elezioni con un Campo Largo, o Giusto che sia, pesantemente sconfitto e il M5S condannato alla irrilevanza non diano, come al solito, la colpa all’elettorato che non va a votare e fa vincere la destra.