Basilicata, elezioni: che cosa si muove nei sottoscala degli interessi?
Nessuno, pare, stia lavorando alla costruzione di una Basilicata libera dalla morsa degli uomini d’affari. Tutti dentro
Il Sistema di interessi affaristico in Basilicata è alternativo a se stesso. Purtroppo, nelle ultime settimane emerge sempre di più la fondatezza di questa sintesi. Tra indiscrezioni più o meno fondate e manovre carsiche invisibili al cittadino comune, la realtà supera la fantasia soltanto in chi non ha fantasia. E allora proviamo a fantasticare per avvicinarci alla realtà. Lo abbiamo già scritto un paio di settimane fa e oggi la direzione del vento conferma che i lucani per bene rischiano, ancora una volta, di subire l’inganno delle apparenze. Personaggi del mondo dei partiti e dell’indotto redditizio del Potere, giocano su più tavoli nelle segrete stanze. Chi sono? Imprenditori, esponenti politici, dirigenti di strutture strategiche che non hanno alcuna intenzione di mollare la ciccia. Che cosa vogliono? Vogliono accrescere, conservare o conquistare fette di potere a tutela dei propri interessi sia in un campo sia nell’altro della competizione elettorale. “Destra o sinistra” purché si mangi. Nel centro sinistra, probabilmente composto da Pd e M5S e nessun altro, sarà candidata una persona gradita ai capibastone storici, con lo scopo (non loro malgrado) di perdere le elezioni e comunque di controllare la futura debole opposizione. Gli stessi che, insieme a coloro che hanno già mollato in segreto Angelo Chiorazzo, sottobanco candideranno e sosterranno altre persone a loro gradite nelle liste di centro destra, con lo scopo di avere voce in capitolo nella futura maggioranza. Ad oggi dobbiamo continuare a dare credito – lo avevamo già scritto – all’ipotesi che a guidare il centro destra sarà Francesco Somma, presidente di Confindustria Basilicata, fratello di Michele, presidente Unioncamere, fratello di Ernesto, già Capo di gabinetto al ministero per lo Sviluppo Economico. Francesco e Michele sono amministratori o consiglieri di diverse imprese: dalla Finpar spa alla Impes spa, circa una decina.
Nell’alveo della fantasia qualcuno è pronto a scommettere che il circuito dell’imprenditore Donato Macchia, compresi Giuseppe Musacchio, amministratore unico del Consorzio di Bonifica, Antonio Murano e altri periferici, stia già trattando spazi nel centro destra, con tanto di candidature assicurate ad amici e compagne. D’altronde anche Pittella dovrebbe appoggiare Francesco Somma e indicare una persona di sua fiducia candidata in lista.
In questo labirinto di porte girevoli Roberto Speranza, insiste con la politica. In un messaggio ai Dem lucani avrebbe scritto più o meno che “sono iniziati i soliti giochetti nel centrosinistra alcuni direttamente per farlo perdere, altri solo per essere chiamati a contrattare una poltrona, molti perché preferiscono stare comodamente all’opposizione e, poi, ci sono quelli che sanno dire solo “non mi piace”. La questione è questa: il centrosinistra, ammesso pure (ma è dura!) che si configuri nel cosiddetto campolargo, con i soli voti dei suoi aderenti non vince le elezioni. Per allargare la platea dei propri elettori occorre un candidato alla Presidenza che con la lista del Presidente (composta da candidati rigorosamente esterni agli apparati di partito) porti quel 5% indispensabile per vincere. Inoltre questo candidato deve avere la necessaria esperienza per guidare e coordinare la multiforme compagine e, soprattutto, le qualità per governare la Regione. Bisogna trovarlo! C’è uno, tra l’altro sostenuto dalle organizzazioni del mondo cattolico, che si è fatto avanti. Non piace? Se ne indichi un altro migliore prima di abbattere l’unico che c’è. Semplice!”
L’ex ministro non vive in Basilicata e forse non immagina fino in fondo quello che sta accadendo: dovrebbe alzare l’asticella della fantasia per avvicinarsi ad una realtà verosimile. Una realtà verosimile è quella descritta dal segretario regionale del Pd che nella chat della direzione del partito scrive: “Allora la situazione è molto semplice: Conte e Speranza e De Filippo hanno accordo perché sn stati insieme al governo. Conte ha ascoltato i 5 stelle d Basilicata che vogliono fare l’alleanza ma senza questo nome (Chiorazzo, n.d.r.) E nel frattempo nn c’ è stato il tavolo perché si teme d avere un no chiaro su questo candidato. Il tempo che si sta facendo passare a discapito della campagna elettorale è perché si spera che si possano convincere i dissidenti”
Che cosa resta? Il M5S si è già fatto scappare Volt e probabilmente tutte le altre formazioni civiche e associative. Il Pd si è lasciato scappare tutto il resto. Alla fine, i pentastellati dovranno lasciarsi andare all’ipotesi del candidato Pd, gradito anche a Margiotta, vale a dire colui o, più probabile colei, che dovrà perdere le elezioni. In tal modo il M5S farà il gioco, magari senza saperlo, di quel sistema trasversale che metterà le mani ovunque. E’ il caso di dire che, se ciò accadrà, la politica ai pentastellati ha dato alla testa, il cuore non batte più. Anche loro a pieno titolo nel pensiero calcolante dei numeri e delle postazioni, nel quadro di una geometria perdente e senza alcuna prospettiva. Anche loro cadranno nella trappola del Sistema di potere alternativo a se stesso. Nessuno, pare, stia lavorando alla costruzione di una Basilicata libera dalla morsa degli uomini d’affari. Tutti dentro.