Basilicata, elezioni: Angelo Chiorazzo, “la casa nostra” e il rischio suicidio del M5S

29 dicembre 2023 | 17:35
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Basilicata, elezioni: Angelo Chiorazzo, “la casa nostra” e il rischio suicidio del M5S
Letta e Chiorazzo

Impossibile comprendere la logica della fase pre-elettorale nel campo che si propone di battere Bardi e Co. Materia per psicologi o per una serie televisiva horror, o comica se si preferisce, ma non banale

Impossibile comprendere la logica della fase pre-elettorale nel campo che si propone di essere alternativo alla destra di Bardi e Co. Materia per psicologi o per una serie televisiva horror, o comica se si preferisce, ma non banale.

Episodio 1: a volte ritornano

Innanzi tutto perché a rendere impraticabile il campo largo ci ha pensato la vecchia guardia PD. La necessità di costruire una alternativa nazionale al centro destra, passando dal rodaggio delle regionali, è stata interpretata come un salvacondotto speciale da quelli che teorizzando la relazione corta, il meno siamo meglio stiamo e praticando il caro vecchio familismo amorale hanno rovinato tutto il rovinabile fino a consegnare nel 2019 il governo regionale alla destra.

Episodio 2: i compagnucci della parrocchietta

All’ombra di monsignor Orofino, e di un clero contiguo al sistema di potere lucano, il sedicente laicato cattolico, più o meno identificabile con Comunione e Liberazione, con una sorta di ‘Camaldoli’ in salsa lucana, ha creato Basilicata Casa Comune, che sembra però più Casa Nostra che Comune. Il metodo utilizzato appare prepotente e arrogante, privo di qualsiasi contenuto se non una elencazione da prima elementare dei problemi lucani, e con una buona dose di vittimismo gratuito condito da minacce velate. Lo ha ben scritto Michele Finizio in alcuni suoi editoriali, che segnalo qui e qui. Una perfetta sintesi è rappresentata dall’ intervista ad Angelo Chiorazzo apparsa sul Quotidiano del Sud del 24 dicembre.

La sua candidatura nasce da un brodo di coltura talmente indeterminato tra destra e sinistra, ma determinatissimo nell’esserci e contare, da aver ospitato nelle fasi iniziali anche Cosimo Latronico, navigatore indefesso dei partiti del Centro Destra e potenziale candidato governatore in vece di Vito Bardi. I bene informati dicono che goda di maggiore appeal popolare di Chiorazzo tra i comuni compagni di merende.

Candidatura peraltro emersa dopo una feroce lotta interna tra due potenziali candidati, Bochicchio e Chiorazzo, giocata a colpi di sponsor e, come nella migliore tradizione cerchiobottista DC, con entrambi i contendenti spendibili su tutti i fronti e in ogni stagione: Franza o Spagna basta che se magna.

Episodio 3: gli sponsor

Marcello Pittella, sponsor di Bochicchio, manager della sanità lucana.  Ex governatore, con un significativo bagaglio di voti personali, dimessosi per le vicende cd di Sanitopoli e che in chiave anti 5S rinviò la data delle elezioni delle scorse regionali. Ora, uscito dal PD, milita in Azione. Partito ZTL a misura di Calenda che, quotidianamente, afferma che i 5S sono un disvalore per il Paese.

Lungo l’elenco degli sponsor veri o presunti di Angelo Chiorazzo. Quelli presunti, a giudicare dal suo profilo social, sono l’immarcescibile Presidente Mattarella, il Papa e, si mormora, l’Altissimo.

Quelli veri, in cerca di una rivirgination sono Vito De Filippo, ex governatore costretto alle dimissioni per le vicende di rimborsopoli, Filippo Bubbico, altro ex governatore protagonista nella la vicenda delle scorie nucleari a Scanzano, Vito Santarsiero, non rimpianto ex sindaco di Potenza, Vincenzo Folino, ex parlamentare, più alcuni sindacalisti di lungo e infinito corso. Credo che nessun lucano li rimpianga … anzi.

Ad adiuvandum il caro Angelo non fa mistero di essere amico di Gianni Letta e di Descalzi. Entrambi indigesti al popolo di sinistra, al popolo ambientalista, all’elettorato del M5S e a tutti quelli che pensano che non valga neanche la pena di togliere le chiappe dalla poltrona per fare due passi e recarsi al seggio.

A completare il quadro Salvatore Margiotta, anche lui politico di lungo corso ex Margherita e mai ben visto dagli elettori del M5S, che smania per essere il candidato, magari dopo le primarie contro Chiorazzo, e magari per interposta persona e i rappresentati di Italia Viva, che sono sull’attenti di quello stesso Renzi che fece cadere il governo Conte II.

Episodio 4: intanto dalle parti del Tevere …

Tra i politici chiorazziani di oltre-Alburni ricordiamo il lucano Roberto Speranza, che si è fatto eleggere in Toscana e in Campania. Qua lo conoscono. Poi il campano Enzo Amendola che eletto in Basilicata, in Campania lo conoscono, si fai fatti dei lucani mentre, tra un gloria e un osanna a Chiorazzo, spande veleno sui 5S. Idem la campana Pina Picierno che, invece di occuparsi di quanto avviene nel parlamento Europeo di cui è vicepresidente, anch’essa si occupa della Basilicata ma solo per sponsorizzare Chiorazzo, e anche lei esprimendo pubblico ludibrio per Conte e il M5S.

Episodio 5: la mutazione genetica

Molto affidamento aveva fatto Enrico Letta su Luigi Di Maio, supposto trascinatore dei voti del M5S. Ma la dimaite, ossia mutazione genetica da fame di potere dei 5S, lungi dall’essere stata debellata dal giudizio dell’elettorato nel 2022, pare aver contagiato Mirella Liuzzi, Domenico Bennardi, Antonio Materdomini, Gianni Leggieri, Marco Falconieri. Tutti strenui sostenitori della prima ora di Angelo Chiorazzo e garanti, non si sa bene in base a quale mandato, dell’appoggio del M5S al Formigoni de’ noantri.

Episodio 6: la psicoanalisi

A pretendere l’appoggio del M5S alla candidatura di Angelo Chiorazzo ci sono, oltre al segretario regionale del PD: Vito De Filippo, Vincenzo Folino, Filippo Bubbico, Vito Santarsiero, Roberto Speranza, Italia Viva, Pina Picierno, Enzo Amendola e, anche i Chiorazzo boys Gianni Letta, Claudio Descalzi e Comunione e Liberazione.

Un elenco che tramortisce il già disilluso elettorato di sinistra e dei 5S e, però, in una sorta di teatro dell’assurdo, sono proprio loro che chiedono al M5S di suicidarsi per avere una seconda vita. Ma non basta. Altri avversari storici del M5S, Margiotta e Pittella M., chiedono al M5S sempre di suicidarsi, ma da un’altra parte: o su Bochicchio, o chi per esso, o sulle primarie. Tutto ciò non alla Longara, manicomio romano dei tempi che furono, ma proprio qua, in mezzo a noi.

Episodio 7: il pubblico fischia

Anche io sono un fautore della necessità politica di un campo alternativo alla destra secessionista, e anche un po’ fascista e draghiana, ma è una necessità che si riesce a colmare con un profondo rinnovamento della sinistra e di chi ha incarnato il peggio del peggio degli ultimi 20 anni in sede nazionale e locale consegnando il Paese alla destra. Giusto o sbagliato che sia queste persone sono state già giudicate in sede elettorale regionale nel 2019 e in sede nazionale nel 2022 ed è stata una condanna senza appello. Ma ha ragione Rosy Bindi, il PD non è riformabile. La missione del M5S consisteva proprio nel fornire allo schieramento di sinistra gli anticorpi per riformarsi. Per farlo occorreva mettere già dall’inizio i paletti e i puntini sulle i: nessun campo senza rinnovamento.

Finale prima stagione: il varo della ‘chiorazzata’ Campo Largo

The show must go on e sabatom3o dicembre Angelo Chiorazzo inaugurerà il suo comitato elettorale di 3.000, anzi 5.000 anzi 10.000 mq varando la chiorazzata della pseudo sinistra lucana che, come molte corazzate nella storia, paiono inaffondabili ma che invece colano a picco in spiaggia al primo cavallone e senza neanche raggiungere il mare aperto. Il tempo è poco ma si spera che ci sia qualcuno in grado di mettere in piedi una alternativa a entrambi gli schieramenti: i lucani hanno bisogno di mettere una croce su una scheda senza vergognarsi e lo meritano.

Si spera che alla fine prevalga l’ovvio e che all’ultimo secondo ci sia un vero colpo di scena: il M5S che con un bel vaffa day li mandi tutti a quel paese. Il popolo sovrano grato non li lascerà soli e non farà mancare il proprio sostegno.