Basilicata, elezioni: Angelo Chiorazzo e i rigattieri della retorica

27 dicembre 2023 | 13:50
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Basilicata, elezioni: Angelo Chiorazzo e i rigattieri della retorica
Donato Macchia e Angelo Chiorazzo

Vincerà il solito sistema di potere e la Basilicata sarà nuovamente sconfitta. Il M5S si sta assumendo una responsabilità senza precedenti

Friedrich von Hayek, uno dei principali autori e ispiratori della strategia neoliberista sin dalle origini, li chiamava “mercanti di idee di seconda mano”. Si riferiva a giornalisti, insegnanti, docenti universitari, media che in qualche modo avrebbero influito sull’opinione generale infiltrandosi nel discorso pubblico per modificarlo a vantaggio delle idee neoliberiste e dei suoi massimi esponenti (mercanti di idee originali e di prima mano, i pensatori). Ebbene, con tutte le dovute differenze e senza la volontà di attribuire al potere politico locale a ai suoi esponenti grandi capacità strategiche, dobbiamo interrogarci su chi siano in Basilicata i mercanti di idee di seconda mano. Intanto, chiariamo subito che se gli ispiratori della strategia neoliberista ci hanno messo decenni per affermare il dominio della loro ideologia sul mondo intero, qui da noi i mercanti di idee, più o meno consapevoli di mercanteggiare, hanno davanti un orizzonte di qualche mese: da qui alle prossime elezioni regionali. Il loro compito è diffondere una narrazione (piuttosto tossica) nel quadro della riproduzione della retorica autoreferenziale dell’auto nominato “salvatore della patria” Angelo Chiorazzo. Tuttavia, sarebbe più opportuno definire questi mercanti “rigattieri”. Rigattieri di una retorica modificata ad arte per propagandare la solita minestra ma con un tocco gourmet. Per dirla in altri termini il loro compito è di far passare per aria nuova e pulita una narrazione stantìa e largamente tossica.

“Per diventare ‘narrazione tossica’, una storia deve essere raccontata sempre dallo stesso punto di vista, nello stesso modo e con le stesse parole, omettendo sempre gli stessi dettagli, rimuovendo gli stessi elementi di contesto e complessità” (Wu Ming).  Franco Novelli (2021) spiega forse meglio: “è tossico qualsiasi discorso o concetto che rischia di condizionare la conoscenza delle cose, della realtà, dandone una interpretazione presuntuosamente unilaterale, parziale, non obiettiva, impedendo cioè un punto di vista autenticamente libero da pregiudizi o da condizionamenti.”

E quindi si tratta, come fa Chiorazzo, di semplificare una storia, la sua, decontestualizzandola, semplificandola, appunto, in modo che possa essere facilmente comprensibile a tutti. Quella storia la si riassume, possibilmente la si diffonde con qualche espressione che possa essere ripetuta: “una storia nuova”, “l’uomo nuovo”. Ma bisogna anche puntare sulla pietas, sulle emozioni della gente, e non c’è altro modo che fare la vittima e apparire come l’uomo nuovo perseguitato dalle intimidazioni, dalle menzogne, dal fango e dai veleni.

Ora, è evidente che questo tipo di narrazione appartiene a quasi tutti gli esponenti politici in campo a destra e a sinistra. Tuttavia, Chiorazzo ha una marcia in più: la distanza apparente e formale dal vecchio sistema politico lucano. E dunque la sua storia, decontestualizzata, è più attraente delle altre inzuppate nelle vicende politiche, economiche e giudiziarie della Basilicata degli ultimi 30 anni. Resta da capire da dove provengano l’impeto “patriottico”, la chiamata messianica del vice presidente del Potenza Calcio che d’un tratto ha avvertito il bisogno di “salvare la Basilicata” dal vecchio potere di destra e di sinistra. La domanda è lecita se diamo un’occhiata ai suoi diretti collaboratori e ai suoi sostenitori: tutti o quasi appartenenti a quel sistema di potere da cui – così dice Chiorazzo – dovremmo liberarci. Da Maruggi a Scaglione, da Macchia e i suoi sodali a De Filippo a Speranza a Bubbico a Folino e ad altri dietro le quinte. Insomma la compagnia è di alto livello, non c’è che dire.

Dall’altra parte abbiamo voci, non verificate, secondo le quali Francesco Somma avrebbe dato il consenso a una sua candidatura a presidente con il campo di centro destra. Campo a cui, a questo punto, aderirebbe Azione di Pittella.  Nei sobborghi della politica con la p minuscola si raccontano anche altre storie: ci ritorneremo a breve. Qualcuno gioca a rompere i fronti e a piazzare persone di fiducia sia a destra sia a sinistra. Appare tutto come un gioco di ruoli, a carte coperte. Abbiamo il timore di dover confermare quanto già scritto da noi nelle scorse settimane. Ora non ci resta che anticipare una sensazione: a perdere sarà nuovamente la Basilicata. E’ una sensazione, ma vedremo. Certo è che il M5S si sta assumendo una responsabilità senza precedenti. I suoi dirigenti non hanno capito o hanno capito che cosa si sta muovendo davvero nei sottoscala del sistema di potere in salsa lucana?

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