Auguri Basilicata, per un 2024 all’insegna della dignità

31 dicembre 2023 | 13:24
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Auguri Basilicata, per un 2024 all’insegna della dignità

Che nessuno sia lasciato libero di mangiare i frutti senza prendersi cura dell’albero. Che nessuno sia lasciato libero di curare l’albero senza preoccuparsi della foresta

La Basilicata è fascino. Qui non sei mai sazio di emozioni fino a quando ti avvolge la confusione dei sensi. Ed è allora, quando i sensi si fondono insieme, che ascolti ciò che vedi: luci e lampi freschi di sole, ombre profumate. Senti addosso lo sguardo della donna seduta sull’uscio, quello sguardo mosso, che ti accompagna fino alla prima curva del vicolo antico. Puoi toccare il caldo della sera d’estate e la brezza dell’alba. Quando i sensi si confondono puoi abbracciare il respiro delle montagne e mordere l’aria delle colline. Puoi riscaldarti nel fuoco del vino e rinfrescarti nel suono lieve dei fiocchi di neve. E poi, poi quei sorrisi senza denti, sinceri come il sole di luglio quando il grano esplode di orgoglio. Quella tarantella sparsa nell’aria che rinchiude la tristezza e mette le ali all’allegria. E via con i sussurri impetuosi che ti esplorano senza pudore.

La Basilicata è fascino. Eppure, in quel sudore antico che bagna la speranza scopri la storia mai scritta di intrighi e dannazioni. I tuoi passi calpestano terra arida dura chiusa e spaccata, terra di fango e creta inesplorata. E scopri le lucide meraviglie di luoghi amari e zuccherati, dove si annaffiano i fiori col petrolio e piangi per quei fondali violati da chi scava la rozza materia. Scopri i tramonti ambrati che parlano di nuovi orizzonti. E qui, nonostante tutto, tu puoi essere pietra dura prima di diventare un seme e piantarti nel solco del futuro. E dunque puoi rinascere fiore o albero o uomo.

Sulle vette dell’Appennino il tramonto liquido dell’autunno è preludio di un’alba di specchi. In quei riflessi del giorno dopo, puoi trovare l’incanto di un cielo a petto nudo. Il fascino esiste. È rivoluzionario. Il futuro si può aggiustare. Perché la Basilicata è un viaggio dalle radici alle ali, andata e ritorno. Ed è in questo viaggio che possiamo riprenderci la libertà. Attraversando i paesi animati da paradossi e contraddizioni, da dissonanze cognitive collettive, da lati oscuri inafferrabili alla coscienza civile, da profonde ferite e brevi guarigioni.

Possiamo farlo. Non diamo più ascolto agli imbonitori, ai falsari della storia, agli ipocriti della politica. Impariamo, invece, ad ascoltare il rumore di una foglia che cade. Impariamo a pensare di più e a parlare di meno. Che il nuovo anno sia l’innesco di un fuoco intorno al quale abbracciarsi, consapevoli di essere una Comunità di destino. Nel 2024 impariamo a guardare in faccia la terra su cui abbiamo il dovere di seminare futuro. Che nessuno sia lasciato libero di mangiare i frutti senza prendersi cura dell’albero. Che nessuno sia lasciato libero di curare l’albero senza preoccuparsi della foresta. Che il 2024 sia un anno di dignità, perché dopotutto, sulle nostre montagne un lupo ancora balla e una bramea tuttora vola. Buon Anno.