Nucleare, Scanziamo le scorie torna in azione: no al deposito unico
Il dibattito attualmente in corso sul nucleare e per l’individuazione del deposito nazionale delle scorie radioattive continua a fondarsi e a proseguire senza alcuna emancipazione scientifica rispetto a 20 anni fa
A venti anni dalle 15 giornate della civile protesta di Scanzano contro l’ipotesi di costruire nel comune lucano il deposito di scorie nucleari, alcuni volontari dell’Associazione antinucleare ScanZiamo le Scorie sono entrati in azione a Matera per ribadire la netta contrarietà alla realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi in Puglia e Basilicata e ad una eventuale ripresa del ritorno alla produzione di energia da nucleare.
La protesta di Scanzano-spiega l’associazione antinucleare- si fondò su una causa veramente giusta che merita di essere ricordata nel modo più corretto; una causa, quella di Scanzano, che è ancora di attualità ed è fondamentale in questo momento mantenere vivo il dibattito sul nucleare e sul deposito per non trovarci di nuovo di fronte a scelte unilaterali e scellerate.
Vogliamo ribadire che il dibattito attualmente in corso sul nucleare e per l’individuazione del deposito nazionale delle scorie radioattive continua a fondarsi e a proseguire senza alcuna emancipazione scientifica rispetto a 20 anni fa. Il nucleare pulito, contrariamente a quello che qualcuno vuole far credere, non esiste e il problema delle scorie radioattive rimane ancora irrisolto in tutto il mondo. Le uniche certezze sono i ritardi per la messa in sicurezza dei lasciti nucleari gestiti dalla Sogin, con gravi rischi per la salute delle popolazioni.
Sentiamo ancora viva quella causa. Abbiamo voluto ancora una volta prendere una posizione e manifestare con questa azione pacifica in difesa del nostro territorio e dell’ambiente.
In Italia, come ben sappiamo il problema è prevalentemente consistente nella Regione Piemonte nella quale insistono oltre il 70% dei rifiuti radioattivi nazionali ma la propaganda nuclearista in questi giorni è sbattuta contro il muro della verità. La notizia ci arriva direttamente dagli Stati Uniti dove il primo progetto nucleare che prevedeva un piccolo reattore modulare, è stato annullato dopo un aumento dei costi del 53%. Crediamo che quanto accaduto debba far cambiare rotta al Governo sul futuro dell’energia.
Da parte nostra-conclude l’associazione- non mancheranno prossime iniziative per continuare a tenere viva “la lezione di Scanzano”.