Sciopero nazionale il 17 novembre, Cgil e Uil in piazza a Matera e Potenza

10 novembre 2023 | 17:05
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Sciopero nazionale il 17 novembre, Cgil e Uil in piazza a Matera e Potenza
Alcuni momenti dell'attivo dei delegati di Cgil e Uil
Sciopero nazionale il 17 novembre, Cgil e Uil in piazza a Matera e Potenza
Sciopero nazionale il 17 novembre, Cgil e Uil in piazza a Matera e Potenza
Sciopero nazionale il 17 novembre, Cgil e Uil in piazza a Matera e Potenza

Definite le azioni di protesta contro la manovra economica messa in campo dal Governo

L’attivo dei dirigenti e delegati Cgil e Uil ha definito oggi le modalità di adesione agli scioperi contro la manovra economica. Il 17 novembre prossimo lo sciopero nazionale di 8 ore nei settori Pubblica Amministrazione, Scuola-Università, Sanità, Trasporti, Poste – prevede due manifestazioni :a Matera davanti l’Ospedale Madonna delle Grazie “simbolo” della sanità che non funziona soprattutto nel Materano e a Potenza in piazza Matteotti. Lo sciopero regionale del 1 dicembre insieme a tutte le regioni del Sud si concluderà davanti la sede della Regione.

Il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli nella relazione ha indicato strategia e “rotta” e il primo obiettivo: far sentire la voce delle persone che vivono quotidianamente il disagio sociale. “Nei Palazzi romani come in quelli di Potenza – ha detto – è come se vivessero in un altro mondo. Non c’è alcuna percezione del malessere sempre più diffuso. Ed è lì che le voci dei nostri lavoratori, pensionati, donne e giovani, degli “ultimi” devono arrivare”. “La manovra economica 2024, in discontinuità con la precedente Legge di bilancio- ha aggiunto – non determina le risorse economiche in conto corrente finalizzate a garantire, attraverso l’istituto del fondo di perequazione, l’omogeneità in tutto il Paese dei diritti sociali e di cittadinanza.

Sulla situazione in Basilicata Tortorelli ha ricordato il rapporto della Banca di Italia aggiornato ai primi 9 mesi dell’anno che – ha detto – “ha suonato “la sveglia” al Governatore Bardi. Se dunque gli esperti di Bankitalia scrivono nel rapporto di “incertezza sulle prospettive” vuol dire che quanto da mesi stiamo dicendo ha una sua fondatezza ed urgenza, vale a dire che la prima “mission” del sindacato è mettere in sicurezza la Basilicata e con essa gli “ultimi”. Non mancano molti mesi dalla conclusione della legislatura regionale. Ci siamo rivolti più volte al Presidente Bardi e alla Giunta senza ricevere risposta. Manca un miglio dalla fine del loro mandato e pertanto siamo consapevoli che non si può fare tutto quello che non è stato fatto sinora. Ci si concentri sulle priorità. Su tutte Stellantis e l’automotive di San Nicola di Melfi (Patto per Melfi), lo stato di attuazione del Pnrr, la riorganizzazione del sistema sanitario, il lavoro e la difesa dello stato sociale”.

La Cisl ha deciso di non aderire agli scioperi e di tenere una manifestazione nazionale da sola il 25 novembre. I delegati intervenuti nel dibattito hanno riferito del “forte imbarazzo” da parte dei delegati e lavoratori iscritti alla Cisl per spiegare questa posizione.

“C’è bisogno di un netto cambio di passo nel Paese e nella nostra regione, -ha sottolineato Fernando Mega, segretario della Cgil Basilicata durante il suo intervento-specie sulle politiche industriali e sull’aiuto strutturale alle famiglie, per le quali non sono sufficienti bonus vari e risorse a pioggia. Considerato il quadro internazionale di crisi, il forte aumento dei tassi d’interesse, il drammatico calo demografico con i giovani che, come certificato, fuggono via da una regione che non offre loro futuro, e le royalties che finanziano ormai solo la spesa primaria con i pozzi petroliferi in rallentamento produttivo, senza un radicale cambiamento le aspettative sono disastrose. Per questo mi auguro saremo in tanti il 17 novembre e il 1 dicembre a far sentire la nostra voce. La voce dei lavoratori e delle lavoratrici, dei precari, dei pensionati, dei giovani, degli studenti, degli inoccupati. I temi in ballo sono tanti, ma riconducibili a un’unica grande questione: la proposta di legge di Bilancio e le politiche economiche e sociali fino ad ora messe in campo dal Governo Meloni attaccano i cittadini onesti di questo Paese, letteralmente spaccato in due. Nord e Sud, ricchi e poveri. I privilegiati sono sempre più privilegiati, i poveri sempre più poveri. E tra questi ci sono i pensionati, i lavoratori e le lavoratrici, i disabili, le famiglie in difficoltà economiche a causa di questa crisi economica, politica e sociale che non risparmia nessuno, in un contesto internazionale teso e particolare, dove i conflitti in corso hanno inevitabili ripercussioni sulla vita di tutti noi.