“Quando l’oliva luccica, l’olio c’è”

10 novembre 2023 | 15:03
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“Quando l’oliva luccica, l’olio c’è”
Giorgio durante la raccolta delle olive
“Quando l’oliva luccica, l’olio c’è”
“Quando l’oliva luccica, l’olio c’è”
“Quando l’oliva luccica, l’olio c’è”
“Quando l’oliva luccica, l’olio c’è”
“Quando l’oliva luccica, l’olio c’è”

Mattinata sul campo con un olivicoltore del Vulture. “Il prodotto è buono e quest’anno si arriverà fino 11 euro al litro per l’extravergine”

Non è tanto la resa o la quantità il punto su cui si sofferma Giorgio, olivicoltore del Vulture. Quando lo raggiungiamo in agro di Barile, nell’area nota come Macarico piccolo, ci mostra subito un dettaglio. Mentre la squadra è al lavoro con ‘abbacchiatori’ e scuotitori tra gli ulivi, lui si ferma subito su un aspetto cruciale. “Guarda – dice scuotendo i rami – quando l’oliva luccica l’olio c’è”. Un motto antico che ha appreso dai suoi avi. Non è semplice estetica, è qualcosa in più. “Questa non è una zona in cui abbiamo grossa resa. Ora, al frantoio, prendiamo 14 litri per ogni quintale di olive conferite, ma arriveremo, speriamo, coi giorni, a 16, 17”.

Non una questione di resa, quindi, ma di qualità. “Sono le olive ad essere in ottima salute, si vede subito, e questo è il momento migliore per raccogliere, ne avremo almeno per altri 10 giorni, sperando che non ci sia né forte vento, né grandine”. Già, nei giorni scorsi le raffiche fino a 80km/h per un attimo hanno fatto temere il peggio a chi lavora su questo oro della terra che “luccica” allo sguardo. E così, si spera che il cielo “ci aiuti ancora per i prossimi 10 giorni, non oltre”. Andare oltre, come tempi, lo trova dannoso. “Già sono cadute un po’ di olive, e se aspettiamo troppo rischiamo di perderle, cadono a terra e diventano color caffè, si fanno acide”. E qui rispolvera un altro detto del nonno che rende bene il senso. “Su 1000 olive all’albero, solo 100 arrivano in frantoio”. Questo per dire che vento, pioggia ed eventi atmosferici non consentono di salvare tutta la produzione, tutt’altro.

“Per il vento – aggiunge – già tanti rami si sono spezzati e speriamo bene”. E’ come un mantra “speriamo bene”. Lo ripete un paio di volte alla fine di ogni frase. Prova a rimanere ottimista fino in fondo, Giorgio, anche sul valore commerciale dell’extravergine di quest’anno. “Sai – racconta – il prezzo della molitura è salito per i rialzi della corrente a cui sono costretti i frantoiani. E tanto ci abbiamo rimesso anche noi olivicoltori sia come costo dei mezzi, benzina, potatura e trattamenti”. Questo per dire che l’oliva che “luccica” ha già un costo per chi vende. “Si sta parlando di un extravergine a 11 euro quest’anno, ed era pure ora. Troppi costi, il prezzo è salito, non possiamo lavorare sempre in perdita. Il prodotto buono deve essere remunerato”. Sullo sfondo, inoltre, ci sono le perdite registrate sul fronte Aglianico. La peronospora, nel 2023, ha tagliato le gambe e ha fatto perdere migliaia di euro investiti, ai produttori, senza poter raccogliere, spesso, neanche un grappolo d’uva. Ma c’è la legge della compensazione, anche in natura. “Almeno la mosca oleria ad agosto non ha attaccato e abbiamo olive fantastiche, in salute e 4 volte di prodotto in più dello scorso anno”. Infine Giorgio volge lo sguardo al cielo. “Annunciava pioggia stamattina, ma è solo nuvoloso, speriamo che mantiene. Speriamo bene”. Staremo a vedere.