Io, sindaco donna, ho dovuto pagare un prezzo altissimo
La riflessione dell’ex sindaca di Ruoti, Anna Maria Scalise: In tanti mi hanno chiesto se dopo l’esperienza che ho vissuto ritornerei a fare politica. Io, di contro, ho chiesto loro se farebbero candidare le proprie mogli o figlie. Un dato scoraggiante
I femminicidi sono troppi, nomino la nostra Elisa Claps in memoria di tutte. Questa intollerabile barbarie sociale richiede un’azione più consapevole di severa prevenzione, concreta e costante.
Non avrei mai immaginato, però, che nel ventunesimo secolo avremmo cominciato a parlare di educazione affettiva da introdurre come disciplina nell’orario scolastico. A scuola, la letteratura (italiana, latina, greca), la poesia, l’arte, la musica, la filosofia, le materie umanistiche in generale, servono anche ad “educare” i nostri giovani ad avere un animo più sensibile. L’aver separato la cultura dalla vita quotidiana, dal vivere sociale è stato un grande errore. Oggi più che mai urge formare al rispetto e alla cura dell’altro. La scuola lo fa già, ma è altrettanto vero che da sola non ce la fa, e per questo un ruolo fondamentale devono averlo anche i media e le istituzioni, o meglio i giornalisti e le persone che rivestono ruoli istituzionali e politici oltre alle famiglie. I giovani hanno bisogno di acquisire conoscenze, prima delle competenze, e al contempo di esempi umani di riferimento. Negli orari extra scolastici bisogna invogliare i giovani a fare sport, volontariato, a far parte di qualche associazione, ad occuparsi degli altri e a dedicarsi a qualche cosa.
“Le donne hanno cambiato la politica, la cultura e la società. Non c’è libertà, oggi, quando una persona è vittima di molestie e violenze fisiche o morali” ha affermato più volte il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Purtroppo però le donne sono ancora sottorappresentate in politica a tutti i livelli e maggiormente al sud. Sono stata Sindaco anche io, ed è inaccettabile che ancora oggi la donna debba sottostare al potere e/o alle decisioni dell’uomo, in politica, in famiglia, o in qualsiasi altro contesto nonostante la parità tra uomo e donna sia sancita anche dalla Costituzione italiana. E se la donna non ci sta, deve essere eliminata con ogni mezzo.
Siamo in tante ad aver subito violenze, tante ancora subiscono. Quello che emerge è che siamo di fronte a una uguaglianza ancora teorica e non come obiettivo concreto da raggiungere. Ci sono ancora troppi ostacoli sociali e strutturali, a cui segue una forte difficoltà nel farsi eleggere o addirittura candidare.
Per tutte le opere realizzate ed avviate durante il mio mandato, per aver voluto portare avanti un impegno preso con il paese che amministravo, per aver pensato al bene di una comunità, ho dovuto pagare un prezzo altissimo. Il desiderio del fare, il desiderio di lasciare il paese migliore di come l’ho trovato, il desiderio di una maggiore giustizia sociale, è stato per me più grande. Certo il mio essere donna ha rappresentato un’aggravante, perché hanno infierito senza pietà contro di me come donna. Per parte mia ho difeso il mio ruolo pubblico a servizio della comunità che rappresentavo, ma ho difeso e prestato voce anche a tutte quelle persone che voce non hanno o non hanno potuto avere.
Alcune battaglie sono troppo importanti per questo paese per non essere affrontate. In tanti mi hanno chiesto se dopo l’esperienza che ho vissuto ritornerei a fare politica. Io, di contro, ho chiesto loro se farebbero candidare le proprie mogli o figlie. Un dato scoraggiante. Ma il dato più sconcertante è che la sanzione sociale non scatta quando sono uomini in vista a colpire le donne. Anna Maria Scalise, docente e già sindaca di Ruoti.