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Il rispetto per le donne e gli errori da matita rossa

22 novembre 2023 | 18:29
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Il rispetto per le donne e gli errori da matita rossa

Grammatica e vocabolario stravolti dal “dirigente scolastico”: il caso recente, non unico, di un istituto di Potenza

A proposito di educazione sentimentale che, dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, da più parti si invoca come insegnamento a scuola. Fa riflettere un comunicato stampa inviato da un istituto scolastico per diffondere la notizia di un’attività svolta dagli alunni e dalle alunne. In quella nota si indica con l’articolo determinativo “il” la dirigente che è una donna. E’ capitato già in passato con altri comunicati, di altre scuole, che la preside venisse indicata come “il dirigente scolastico”. Non so se l’uso dell’articolo maschile sia un obbligo del ministero dell’Istruzione, la qual cosa sarebbe ancora più grave.

Immagino, e spero di sbagliarmi, che con l’articolo al maschile la dirigente venga indicata anche ai bambini e alle bambine e ai ragazzi e alle ragazze. Questione di poco conto penserà qualcuno. E invece no. Anche perché dove se non a scuola, oltre ad aver attenzione per le parole-che danno forma al pensiero- si dovrebbe avere attenzione al vocabolario e alla grammatica? Mettiamo il caso che quella preside voglia essere chiamata dirigente con l’articolo determinativo maschile “il”, il suo potrebbe essere comunque un errore da matita rossa visto che la grammatica, e il vocabolario, ci forniscono l’articolo indeterminativo femminile. Dirigente è un sostantivo che si usa sia al maschile che al femminile senza cambiare la desinenza esattamente come giornalista o cantante. Per questi  ultimi quando ci si riferisce ad una donna utilizziamo l’articolo determinativo al femminile “la” giornalista o “la” cantante senza alcun problema. La dirigente scolastica in questione, o chi ha redatto quel comunicato stampa, se avesse dovuto far riferimento a una giornalista o a una cantante avrebbe usato l’articolo “il”? No.

L’impressione è che quando il termine indica una carica  o una funzione a cui si conferisce una connotazione di potere/importanza scatti il timore di svilire quella funzione usando il femminile, in questo caso l’articolo. Così facendo si continua a legittimare quel “sessismo linguistico” che cancella le donne come parole scritte sulla sabbia.

Le parole formano la lingua che, lo hanno affermato altri prima e meglio di me, condiziona il nostro modo di pensare, anzi il linguaggio è pensiero. Le parole ci aiutano a cogliere e comprendere le sfumature della realtà che ci circonda. Le parole ci aiutano a riconoscere gli uomini violenti, a evitarli, a combattere ogni giorno per affermare i nostri diritti. Utilizzarle in modo irresponsabile ci rende complici di una realtà in cui il culto dell’androcentrismo è ancora troppo praticato. Spesso anche dalle donne. Per questa ragione l’uso che ne facciamo, delle parole, dovrebbe ancorarci ad una maggiore responsabilità nei confronti di chi ci ascolta, soprattutto se la nostra platea è formata da bambini e bambine.

Quell’articolo determinativo è un significante che dà vita a un chiaro significato. Il significato, quando usiamo “il” al posto di “la”, cambia profondamente. Quel significato assume valore in una semantica maschile o femminile. Vi pare cosa da poco?