Il governo dei ‘patrioti’ odia il Sud

10 novembre 2023 | 15:12
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Il governo dei ‘patrioti’ odia il Sud

La falsa narrazione della politica nord-centrica sul Mezzogiorno è smentita dai dati

Al Sud la spesa pubblica corrente pro capite è di 4.691 euro anno in meno rispetto al Centro Nord, pari in cifra assoluta a oltre 90 miliardi anno. La Basilicata ha un gap di 3.133 euro in meno pro capite, pari in cifra assoluta a oltre 1,7 miliardi anno. Al Nord Italia ci sono 30 km di autostrade per 1.000 kmq di superficie, contro i 20 del centro e i 18 del Sud. Al Nord Italia ci sono 63 km di ferrovie per 1.000 kmq di superficie, contro i 59 del centro e i 45 del Sud. L’A.V. ferroviaria si ferma a Salerno. In Italia ci sono due Hub internazionali, Fiumicino e Malpensa, al Sud zero e una regione grande come la metà del Veneto, la Basilicata, che è al centro fisico del Sud Italia non insulare, ha zero aeroporti contro i 4 del Veneto. Secondo INPS la retribuzione media del Sud è di circa 10.000 euro anno più bassa del Nord – Ovest e il tasso di occupazione è più basso di quasi 20 punti.

Ma tutto questo al governo evidentemente non basta poiché si inventa il DDL Calderoli sulla autonomia differenziata che si pone l’obiettivo, ovviamente non dichiarato, di trattenere ancora più soldi al Nord di quanti ne trattenga ora. Due conticini e si vede che la correlazione tra spesa pubblica pro capite e PIL pro capite è elevatissima pari a 0,75, e arriva addirittura a 0,85 se si correla al PIL solo la spesa per le politiche sociali. Per i duri di comprendonio ciò significa che per queste politiche si spende di più dove si è più ricchi: più a via Brera a Milano che a Scampia a Napoli.

Ora questo governo si pone anche l’obiettivo di reintrodurre di fatto le gabbie salariali, con un DDL  presentato dalla Lega Nord a firma del suo capogruppo al senato Massimiliano Romeo. È legittimo chiedersi se il governo dei patrioti odi il Sud?

Il pretesto è, al solito, che il costo della vita al Sud è inferiore rispetto al Nord. C’è però una definizione ‘economica’ e una definizione ‘esperienziale‘ di tale costo.  Certamente il costo della vita a Milano è maggiore che in Basilicata dove solo il 22% della popolazione risiede nei capoluoghi di provincia e il rimanente è disseminata negli altri 129 comuni, con la densità di popolazione più bassa in Italia.

Però quando c’è bisogno di una chemio in Basilicata occorre fare 2 – 3 ore di auto privata ad andare e altrettanto a tornare per raggiungere il CROB di Rionero, in una regione priva di infrastrutture con strade provinciali che, per incuria o mancanza di fondi, si vanno chiudendo ogni giorno e dove il trasporto pubblico si riduce sempre più. Per una operazione o una malattia complessa i centri di eccellenza sono a Roma o Milano, e raggiungerli costa.

I figli sono spesso in una pluriclasse fino alla licenza media. Finite le medie per le superiori c’è il collegio o l’ospitalità da parenti oppure almeno un’ora e mezza di autobus, con giri tortuosi per la ‘colletta’ dei pochi studenti rimasti tra paesi limitrofi, ad andare e altrettanto al ritorno: partenza alle 6 di mattina per essere in classe in orario.

Per l’università ci sono le poche facoltà del capoluogo di provincia, o per i più ambiziosi e benestanti ci sono le scuole d’élite della Bocconi o della Cattolica o della Luiss con i conseguenti costi. E così al costo dell’affitto, o del mantenimento della abitazione di proprietà, va ad aggiungersi quello del mantenimento dei figli fuori sede.

Nella vita quotidiana se non si ha a disposizione un piccolo orto si deve comprare tutto al negozio del posto dove i prezzi sono superiori di quelli del super mercati cittadini e via dicendo. Vita grama e peggiorata dal fatto che dopo aver fatto sacrifici per i propri figli poi li si vede partire per una via senza ritorno. Tutto ciò è fuori dai parametri ufficiali.

Questo si è reso possibile solo per una classe politica meridionale che non difende, al contrario di quella del Nord, gli interessi del proprio territorio. Ed è nel silenzio proprio di questa classe politica e nel disinteresse generale che oggi l’azione del governo dei patrioti, invece di porre rimedio a tutto ciò, tra Calderoli e Romeo sembra più orientato a distruggere definitivamente quel che resta del Sud. Fino a quando resteremo in silenzio?

Pietro de Sarlo

(Fonti dei dati: CPT, Eurostat, Istat)