Elisa Claps: quasi 20mila firme, in quattro giorni, per chiedere verità
Due petizioni: la prima per chiedere di non celebrare i sacramenti nella Trinità, la seconda in sostegno della famiglia dopo le dichiarazioni del vescovo di Potenza
In soli 4 giorni hanno raccolto oltre 16mila firme la petizione lanciata su change.org con cui si chiede che non vengano mai più celebrati i sacramenti nella Chiesa della Trinità di Potenza dove, il 12 settembre 1993 fu uccisa Elisa Claps nel cui sottotetto il suo corpo è rimasto sepolto per 17 anni. La petizione è arrivata dopo che nella chiesa sono ricominciate le celebrazioni della messa. A questa si aggiunge un’altra petizione, anch’essa lanciata 4 giorni fa, che ha raccolto sino ad ora oltre 6mila firme.
“Nell’interesse generale della Chiesa cattolica, opponiamoci all’arrogante, sconcertante, inappropriata e supponente tempistica della riapertura alle celebrazioni sacre nella chiesa della “SS Trinità” di Potenza”, esordisce il testo della prima petizione. “Aprire la chiesa al culto dove per 17 lunghi anni è stata sepolta una povera ed innocente ragazza di 16 anni ed intitolare una maestosa targa commemorativa in marmo, dove risaltano le doti e le azioni del parroco don Mimì Sabia, “unico custode” dell’accesso al sottotetto, dove poi è stato trovato il corpo di Elisa, in concomitanza con la massima visibilità mediatica del caso Elisa Claps, con la messa in onda della fiction prodotta e trasmessa su Rai 1 oltre alla serie dei podcast su SkyTg24 che ha mandato in onda la docuserie “Dove nessuno guarda”, è uno spudorato oltraggio alla memoria di Elisa ma è, anche e soprattutto, un “guanto di sfida” non solo nei confronti della famiglia Claps ma anche delle Istituzioni e delle Associazioni sane che si sono battute ed hanno permesso di fatto di arrivare alla verità e far condannare il serial killer Danilo Restivo, anche se resta l’amaro in bocca nell’avere la quasi certezza che ad oggi restano impuniti tutti coloro i quali lo hanno aiutato prima e protetto dopo”, si legge nel testo.
“Se c’è qualcuno che deve essere “rammaricato e sconcertato” – si legge ancora nel testo della prima petizione in riferimento alle dichiarazioni del vescovo di Potenza rilasciate in un’intervista al Corriere della sera- questo non è certo l’Arcivescovo “metropolita” di Potenza – Muro Lucano e Marsico Nuovo, monsignor Salvatore Ligorio, ma è il Popolo della Chiesa, quella vera, quella al servizio degli ultimi e non quella rivolta ad una ristretta nicchia di potere”, conclude la petizione.
Nel secondo appello si legge invece: “Il caso Claps ha scosso l’Italia e ha avuto un impatto devastante sull’intera collettività. Recentemente il vescovo di Potenza, monsignor Ligorio, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera che ha ulteriormente appesantito la situazione. Questa petizione è un appello per difendere l’onore della famiglia di Elisae tutelarne la serenità in questo difficile momento. Non possiamo permettere che parole irresponsabili aggravino il dolore già profondo di una famiglia e di un’intera nazione. Facciamo sentire la nostra voce. Sottoscrivi questo appello per la famiglia di Elisa e per la verità”.