Elisa Claps in TV apre nuovi orizzonti

2 novembre 2023 | 15:26
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Elisa Claps in TV apre nuovi orizzonti
Una scena della miniserie tv

Un vigore narrativo capace di suscitare una diversa e più profonda presa di coscienza del dramma di una famiglia e di un’intera città. Bisogna essere partecipi dell’esistenza altrui

La fiction sulla tragica vicenda di Elisa Claps e della sua famiglia è un bel lavoro di ricostruzione di una storia ancora tutta da chiarire. Molti aspetti e circostanze non completamente trattabili in un film, aspettano ancora un faro che illumini la verità. Tuttavia, il buon lavoro di Marco Pontecorvo e la emozionante serie in podcast dello sceneggiatore Pablo Trincia hanno fatto risalire la memoria a livelli più estesi e intensi di qualunque libro sia stato scritto in questi anni.

In concomitanza con la miniserie televisiva in onda sui Rai1 alcuni cittadini hanno commentato su Facebook l’episodio della fiaccolata (quasi deserta) del 1996 per chiedere verità sulla scomparsa della ragazza potentina. “Chiedo scusa per non essere stato a quella fiaccolata “.  “Cavolo dov’ero? Come ho potuto? Chiedo scusa anch’io!”. “Ritengo che dovremmo essere in molti a chiedere scusa, ad iniziare da tutti coloro che sapevano ed hanno taciuto”. E così via. Parole di pentimento e di consapevolezza. La fiaccolata “deserta” ha assunto all’epoca, e oggi grazie alla fiction, un formidabile spessore simbolico: una città indifferente, allora, e una città che si risveglia oggi. Il dramma di un grave ritardo di consapevolezza emerge nel confronto tra il 1996 e il 2023.

Uno degli esiti positivi del film e del podcast è di aver riportato alla memoria della comunità nazionale, lucana e potentina, la storia di Elisa, con un vigore narrativo capace di suscitare una diversa e più profonda presa di coscienza del dramma di una famiglia e di un’intera città. Ci auguriamo che questo esito apra nuovi orizzonti di convivenza sociale, per una vita comunitaria più empatica, armoniosa e solidale, fondata nella giustizia e nella legalità.  La morte di una bambina di 16 anni, avvenuta in quelle orribili circostanze, non può rimanere nel cassetto dei ricordi. Oggi, grazie a quel nuovo vigore narrativo, si affaccia con forza la possibilità di sanare quella parte di coscienza morale e civile danneggiata, e anche distrutta, da una storia terribile. Bisogna evitare, però, di accomodarsi sul materassino emotivo del momento per poi tornare a ripetere gli stessi errori. La vicenda di Elisa oggi ci rende consapevoli che, in una comunità, bisogna essere partecipi dell’esistenza altrui, facendo ognuno la propria parte. I veri cambiamenti sono silenziosi, piccoli, ma quotidiani. E quotidiana deve essere la ricerca della verità fino in fondo. Che non si trasformi la storia di Elisa e della sua famiglia in una esclusiva occasione di spettacolo, di business editoriale o di speculazione politica.

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